Un lungo cammino di amicizia mi legava a Yves Roquette, poeta e scrittore occitano, da pochi giorni deceduto. Il cammino di amicizia con lui è iniziato nei lontani anni 70, all’Università occitana d’estate di Villeneuve sur Lot, nella lontana Guascogna. Io allora ero naturalmente molto giovane e sopratutto piena di stupore per aver scoperto che la lingua parlata nelle nostre valli, quello che fino all’arrivo di François Fontan chiamavamo semplicemente e scorrettamente “a nòsto mòdo” era una lingua antica e prestigiosa, parlata su un vasto territorio che si estendeva dalle Alpi ai Pirenei.
Quell’estate ebbi il mio battesimo occitano con un’immersione nelle sue problematiche e con un’occasione di conoscenza di personaggi, molti dei quali oggi non ci sono più, che hanno contribuito a dare una svolta decisiva e irrevocabile al mio percorso di vita.
Di quella esperienza all’Università di Villeneuve sur Lot, alla quale andai in compagnia di François Fontan, affrontando il mio primo lungo viaggio in treno, mi ricordo le discussioni infuocate e appassionate, dalle quali uscivano fuori con forza le personalità e le tesi ideologiche dei vari componenti. Fontan in prima fila, personaggio di cui io ero discepola e che era molto scomodo; Lafont, fine intellettuale, circondato dai suoi discepoli studenti, Roquette, sanguigno e duttile all’ascolto dell’altro e in grado di cambiare opinione se glie ne veniva dimostrata la fondatezza. E mi ricordo anche di quell’estate Eric Esquieu, anche lui deceduto in quesi giorni, i grandi scrittori Jean Boudou e Bernard Manciette, tutta una folla che oggi non c’è più. A tutti loro va sovente il mio pensiero ed a loro sono grata per la strada che mi hanno indicato.
Ma tornando e Yves Roquette, pur non vedendoci sovente, le nostre strade non si sono mai perse di vista. E’ venuto parecchie volte in visita alle valli ed è sempre stato caratterizzato, come d’altronde lo sono tutti i grandi, da una disponibilità alla collaborazione che era stupefacente. Una volta è venuto nelle valli con suo fratello Joan e ho chiesto a Yves di scrivermi un testo per una visita guidata alla chiesa di Elva (www.chambradoc.it/laGleisaEHansClemer.page) ed a Joan di leggere i testi, fino ad allora rimasti inediti, della danza macabra della cappella del Sant Peyre di Macra (www.chambradoc.it/danzeMacabre-macra.page) e di scrivermi anche lui un testo per una visita guidata. Lo hanno fatto tutti e due in tempi brevissimi e nell’occasione abbiamo visitato con loro parecchie altre cappelle con dipinti pregievoli. Avevamo formulato tutto un programma di lavoro che poi per ragioni economiche non abbiamo potuto proseguire.
L’ultima volta che abbiamo trascorso insieme del tempo, parecchio e di grande qualità, è stato al Premio Ostana 2010. La sua presenza a quel Premio è stata di una qualità eccezionale e le cose che ha detto e che, grazie al lavoro documentario compiuto da Daniele Landra per la Chambra d’oc e il Comune di Ostana, abbiamo oggi l’opportunità di mettere a disposizione di tutti, rappresentando esso un vero e proprio testamento spirituale.
Ho chiesto dunque a Daniele Landra di tirare fuori dall’archivio il materiale audio e video registrato in quell’occasione ed è con orgoglio che dalle valli occitane viene questo contributo che mettiamo a disposizone di tutti affinchè ci possiamo ancora una volta nutrire ad una fonte che oggi non c’è più, ma che all’Occitania ha dato tanto, per ricevere spesso in cambio troppo poco.
YVES ROQUETTE AL PREMIO OSTANA 2010 – MATERIALI AUDIO E VIDEO -. (Archivio Daniele Landra – Chambra d’oc)
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Una preziosa testimonianza inedita raccolta da Fredo Valla
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Momenti in amicizia – Se chanta
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Lingua d’oc patrimonio dell’umanità
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Momenti di convivenza alla Galabèrna
A nome della Chambra d’oc, del Comune di Ostana, di tutti gli amici che Yves aveva nelle valli Occitane, porgo a sua moglie Marie Roanet, a suo fratello Joan Larzac e a tutta la famiglia un sentito cordoglio, non formale ma sostanziale. Abbiamo perso un poeta, un amico, una guida, oggi che ne abbiamo più che mai bisogno.
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