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L’Amministrazione Comunale di Ostana ha deciso unanimamente, due anni fa, per motivazioni umanitarie e credendo fermamente a valori quali la fratellanza umana, la solidarietà, al diritto per tutti di vivere una vita dignitosa, la pari dignità tra le persone, la tolleranza, di fare la sua parte accogliendo dei richiedenti asilo.

Il processo non è stato facile. Alcuni esagitati hanno promosso una petizione che ha raccolto 173 firme (quasi tutte raccolte tra persone che non vivono ad Ostana tutto l’anno o sono solo di passaggio..) per scoraggiare l’iniziativa.

Una delle motivazioni del contrasto era che l’ospitalità di richiedenti asilo avrebbe fatto crollare i valori immobiliari!

La petizione comprendeva solo 14 persone tra quelle che vivono TUTTO L’ANNO ad Ostana; che all’epoca erano più o meno 45. Gli altri erano:

sconosciuti;

qualche residente che viene ad Ostana solo qualche giorno in estate;

proprietari di seconde case;

amici o parenti di altri firmatari.

E’ stata fatta un’assemblea nel corso della quale gli esagitati si sono scatenati impedendo di fatto la parola alle persone favorevoli (non poche).

La cosa tragica è che tra i presenti alcuni (specialmente le donne) erano seriamente convinti che avremmo avuto stupri , violenze, furti, a non finire. Sintomo di quanto può ottenere una dissennata propaganda!

L’Amministrazione ha tirato avanti e sono arrivati ad Ostana prima una famiglia (fratello e sorella) e poi altri quattro ragazzi. Tutti pakistani.

Ci sono stati alcuni avvicendamenti e quelli partiti sono stati sostituiti con nuovi arrivi. Ora la situazione si è stabilizzata.

Dopo un anno e mezzo di questa esperienza possiamo cominciare a tirare un bilancio che è in larga parte positivo.

Abbiamo insegnato, e stiamo ancora insegnando l’italiano due ore al giorno; in parte ad Ostana, con grande impegno di Enrica e di altri, ed in parte in una scuola di Saluzzo. I risultati sono stati buoni e quattro pakistani (quelli che sono ad Ostana da più di un anno) sono stati ammessi alla terza media e riteniamo questo un buon risultato. I due ultimi arrivati, prendendo, l’esempio dai “vecchi”, si stanno applicando moltissimo allo studio e abbiamo tutti i motivi di credere che avremo buoni risultati.

Il clima ad Ostana (specialmente tra coloro che ci abitano sempre) ora è ottimo. L’inserimento nella comunità è stato graduale ma costante. Alcuni dei firmatari della petizione “contro” hanno cambiato idea; una persona mi ha detto: “speriamo che non vadano via.. “. Forse perché è Alì che gli spala la neve!?. Tutti i ragazzi (tranne i due ultimi arrivati) lavorano (non possono guadagnare più di 480 euro al mese pena l’uscita dal sistema di protezione) e fanno volontariato: manutenzione sulle strade, pulizia cunette stradali, ripristino di sentieri, pulizia del centro abitato, taglio erba, ecc.

I nostri paki, come ormai vengono chiamati affettuosamente, avevano (e hanno) altri usi e costumi ed il modello di economia occidentale non è nel loro DNA (ma a volte ci sono venuti dei dubbi se il nostro modello sia il meglio possibile. Ma il discorso sarebbe lungo..). Un po’ per volta hanno capito.

Molto impegnativo per noi introdurli in un mondo diverso!

Abbiamo cercato da subito di fargli capire che non c’erano differenze tra loro e noi a livello umano. Semplicemente noi siamo nati in situazioni più fortunate.

Abbiamo rispettato la loro cucina (cosa importante; noi ci limitiamo a comprare per loro le cose di cui hanno bisogno) e sovente, in momenti di comunità, cucinano loro. Altre volte cuciniamo noi.

Per rispetto, quando cucinano loro, ci mettono “meno vigore” nei condimenti.

Nessuno è morto avvelenato!

Ci hanno insegnato a fabbricare aquiloni e a modellare l’argilla e altre cose. Noi abbiamo ricambiato; o sono loro che hanno ricambiato noi?

Alì, in particolare, ha imparato alcune nostre canzoni occitane; noi stiamo faticosamente cercando di imparare una delle loro. Non è facile adattare il nostro modo di cantare tradizionale (dove qualche volta il canto diventa quasi urlo) alle loro canzoni modulate monodicamente. Ma anche questo serve a dimostrare il rispetto reciproco.

Tutto questo lo abbiamo fatto utilizzando i 35 euro giornalieri che la Prefettura ci passa. E quindi:

li accompagniamo alle varie visite mediche di cui hanno bisogno (per motivi facilmente intuibili);

abbiamo attivato una mediazione culturale utilizzando figure professionali adeguate (persone che parlino in urdu);

stiamo curando l’inserimento professionale di ognuno;

stiamo fornendo loro l’assistenza legale in vista del pronunciamento della Commissione sulla concessione del diritto d’asilo definitivo.

Eccetera..

Questa iniziativa del Comune di Ostana ha generato una economia locale di circa 60.000 euro l’anno. Cosa non da poco visti i tempi....

Quello che pende su di loro come una spada di Damocle (specie con la nuova politica immigratoria condotta da Salvini) è la possibilità che venga loro negato il permesso definitivo d’asilo.

Che fine farà Ali che non è riuscito a tornare in Pakistan per il funerale del padre morto qualche settimana fa e che convive con il rimorso di non avere potuto mandare alla famiglia il denaro per le cure per cui il padre è stato rimandato a casa dall’ospedale?

Che fine faranno Rashid e Quratulain che hanno subito in Pakistan attentati in ragione della loro fede?

E cosi narrando!

Il loro futuro è incerto come sono incerti e confusi i sentimenti degli italiani nei loro confronti.

Se si fa osservare che la frutta del saluzzese resterebbe sugli alberi se non ci fossero i migranti che la raccolgono, non ci sono risposte. Lo stesso se si fa osservare che l’Italia sta diventando un paese di vecchi e quindi, forse, una iniezione di gioventù sarebbe opportuna. Silenzio e mancanza di elaborazioni sulla propaganda giornaliera che ingigantisce il fenomeno migrazione facendolo diventare il parafulmine dei mali italiani in modo da dimenticare tutto il resto.

Ma ogni tanto uno sprazzo di umanità ci ricorda che non tutta l’Italia è razzista.

A Lodi abbiamo avuto un buon esempio di quest’altra Italia. purtroppo abbiamo anche sentito nelle interviste a qualche lodigiano espressioni di odio puro.

Saremo condannati a scegliere tra chi predica razzismo (e la violenza che ne consegue), chi blandamente, per non urtare troppo gli animi, riduce e banalizza il fenomeno, chi pur criticandone la gestione, non analizza fino a fondo la problematica? Ma la Politica vera dov’è finita?

Alla fine occorre fare un ragionamento su cosa sarà l’Europa se non si creerà sviluppo in Africa in modo da dare a questi ragazzi un futuro accettabile a casa loro.

Continuando gli arrivi (ora la Spagna è quella che è sotto pressione) potrà permettersi l’Europa di farvi comunque fronte? Pur con le migliori intenzioni di accoglienza (dove ci sono)?

Bruxelles nel 2030, secondo quanto afferma Redouane Ahrouch, fondatore del Parti Islam che corre alle elezioni amministrative, sarà a maggioranza mussulmana (già ora sarebbe al 33%).

Siamo pronti a cambiamenti di questo tipo? Li accetteremo o useremo metodi cruenti per impedirli? Questa situazione futuribile non è razionalizzata e la politica usa la paura di oggi per il solo consenso.

Non sarebbe meglio seguire a livello europeo, con opportune politiche coordinate, l’esempio della Germania, prima di vedere sconvolti (non dico se in male o in bene) modelli di vita, aspetti religiosi, usi e costumi, ecc. radicati da secoli?

Attenzione: questi esodi non si fermeranno fino a quando le condizioni di vita nei paesi da dove si fugge non saranno umane e dignitose. Noi, nelle loro condizioni, faremmo lo stesso!