Interviste e Eventi
A servizio degli anziani.
La comunità moldava di Garessio
A servici de lhi ancians.
La comunitat moldava de Garessio
di maurizio Dematteis

Il territorio di Garessio, abitato già dagli uomini della pietra grazie alle numerose grotte naturali presenti, fu popolato di guerrieri indomabili e selvaggi pastori denominati Liguri Montani e Vagienni, che diedero filo da torcere ai Romani ed alle loro velleità di conquista delle Alpi. Dal secolo IX arrivarono le orde saracene che da Frassineto (attuale Saint Tropez, Provenza) si spinsero a funestare tutta la Val Tanaro ed il Piemonte meridionale. Dopo alterne vicende, Garessio passa sotto il marchesato di Ceva, per poi subire, nel corso dei secoli, numerose tristi vicende quali pestilenze, saccheggi e distruzioni ad opera di Genovesi, Francesi, Spagnoli sino al passaggio delle truppe napoleoniche verso il 1794. Nel 1814 Garessio ritornò sotto i Savoia e ne divise le sorti, prima con il regno Sardo-Piemontese e poi, attraverso le guerre del Risorgimento, con il Regno Unito d'Italia.
L'economia del comune è prevalentemente legata, oltre che all'agricoltura, a piccole aziende e società di servizi. Le attività industriali sono 65, con 647 addetti; 172 le attività di servizi, con 440 addetti, e 42 attività amministrative, con 142 addetti. A partire dalla metà degli anni '90 Garessio ha visto nascere ed aumentare una popolazione straniera residente. Oggi il piccolo Comune conta 208 stranieri, tra cui una consistente comunità moldava (23 persone regolarmente residenti) costituita in maggioranza da donne impiegati nei servizi alla persona.
Visto dall'esterno «Questo è il primo incontro ufficiale che facciamo con dei rappresentanti della comunità moldava a Garessio», spiega il vice sindaco e assessore ai Rapporti con gli immigrati Adelmo Odello, che per l'occasione ha convocato le signore Fedora Cristiescu e Maria Roman nel suo ufficio comunale. «Ormai consideriamo gli stranieri non come forestieri - continua il vice sindaco -, ma come garessini a tutti gli effetti. Forse anche per via della nostra storia, che ha visto tanti concittadini emigrare a lavorare in Francia». Oggi Garessio, da paese di emigrazione, è diventato paese d'immigrazione, con 208 stranieri su una popolazione di meno di 3.500 abitanti, quasi il 10% dell'intera popolazione. E i primi timidi segnali della loro presenza cominciano a vedersi, come ad esempio l'apertura di un negozio di prodotti magrebini ad opera di un immigrato marocchino, o un negozio di vestiti gestito da una signora rumena. «Il fenomeno dell'immigrazione a Garessio è iniziato con i profughi della Bosnia - ricorda Adelmo Odello -. Siamo andati prendere una famiglia di profughi a Cuneo e gli abbiamo messo a disposizione un alloggio. Poi nel corso degli anni '90 sono arrivate persone da altri paesi: marocchini, abanesi, rumeni e tanti altri. Per quanto riguarda i moldavi invece il fenomeno è più recente: direi grosso modo da 8 anni a questa parte arrivano molte donne impegnate nei servizi alla persona, spesso badanti presso anziani del luogo». Oggi i moldavi a Garessio sono 23, «più i candestini», sottolinea il vice sindaco. Inoltre insieme ai connazionali di comuni limitrofi come Ceva, Bagnasco o Nucetto, la comunità arriva a sfiorare le 100 persone. «L'inserimento di questi stranieri in paese è tutto sommato buono - continua Adelmo Odello -, i piccoli frequentano l'asilo parrocchiale, i più grandicelli la scuola. Uno dei problemi maggiori è quello della casa, per cui noi abbiamo cercato di dare loro degli alloggi popolari, senza distinzioni in graduatoria con le famiglie italiane. E oggi abbiamo ben 13 alloggi popolari di proprietà del Comune affittati a famiglie straniere su 17». Un fenomeno rilevante quello degli stranieri per gli assetti di un piccolo comune come Garessio. Per affrotare il quale la municipalità aveva intenzione di realizzare un assessorato insieme ad un rappresentate di ogni singola nazionalità. «Poi le urgenze non ce l'hanno permesso - spiega Adelmo Odello -. Come non ci hanno ancora permesso di incentivare momenti di socializzazione tra stranieri e italiani. Magari individuando un luogo per organizzare feste e sage con gli stranieri. Ma nonostante queste mancanze, che speriamo di ovviare in futuro, i flussi vengono gestiti al meglio, senza particolari emergenze. La cittadinanza ad esempio non viene data a tutti indifferentemente. Gli inserimenti sono sempre finalizzati, e i nuovi ospiti regolarizzati solo se hanno trovato lavoro». Lavoro che a Garessio, come purtroppo in molte parti del nostro paese, comincia a scarseggiare. «In futuro - conclude il vice sindaco - non penso arriveranno tanto altri ospiti stranieri. La cartiera locale ha chiuso e le altre opportunità non sono molte. Anche se, sicuramente, continuerà la domanda di servizi per le persone anziane».
Visto dall'interno «Sono venuta in Italia due anni fa per cercare mia figlia. Era partita due anni prima, come quasi tutti i giovani moldavi, per cercare lavoro all'estero, e non ne avevo più avuto notizia. Ora lavoro a Garessio, e so che mia figlia lavora a Roma». Fedora Cristiescu, moldava di Leova, racconta la sua storia insieme all'amica connazionale Maria Roman. «Anche io sono arrivata a Garessio due anni fa - spiega Maria Roman -, per cercare lavoro. Da noi non manca ma è pagato pochissimo, e se si hanno bambini o parenti malati è quasi obbligatorio emigrare. Una volta la Moldavia era un paese prospero, vendeva frutta, verdura e vino a tutta la Russia. Oggi invece siamo rimasti a terra: mancano i trattori e tal volta persino concimi e sementi. Non rimane che emigrare». Ma spesso entrare in un paese europeo non è facile. Impossibile ottenere i visti, blindate le frontiere. A meno di non mettersi nelle mani dei "trafficanti di esseri umani", con tutti i rischi che ne conseguono. Come è successo ad alcune connazionali delle signore Fedora e Maria, che dietro al pagamento di 4.000 euro (oggi lievitato a 6.000), sono state trasportate illegalmente in Italia. Una via terra, sdraiata a pancia molle sul fondo del rimorchio di un camion di bobine elettriche, per due giorni senz'acqua ne cibo. L'altra via mare, traghettando dalla Grecia dopo aver attraversato i Balcani a piedi nella neve dalla Bugaria nel mese di gennaio. «Ora queste persone devono ancora pagare il loro debito con i trafficanti», spiega Fedora Cristiescu. Pena, la perdita della casa e dei terreni lasciati a garanzia del debito in Moldavia. «Guardo un'anziana di Garessio - continua Fedora Cristiescu - dalla quale mi trovo molto bene. Inoltre mi sono rispostata con un uomo di qui il 20 maggio del 2008. Sono divorziata dal mio ex marito da più di vent'anni. I miei 4 figli l'hanno presa bene: i due maschi vivono a Mosca, le due femmine in Italia, a Roma e Torino. In Moldavia avevamo la terra: campi, maiali, mucche. Abbiamo dovuto abbandonare tutto perché non riuscivamo a tirare avanti». Anche Maria Roman oggi fa la badante a Garessio: «ero maestra d'asilo, con casa e terreno di proprietà. Ho dovuto lasciare tutto e sono venuta via perché non riuscivamo più a vivere. Anche mia figlia è in Italia, e lavora anche lei a Garessio per una fabbrica di confezionamento cioccolatini per la Lindt. La Norpak. Ma mia nipotina di 9 anni è ancora a Leova. E spero di riuscire a portare in Italia anche lei al più presto». La nipotina della signora Fedora è anche lei a Leova. «È molto malata - dice la nonna -, ma non possiamo ancora farla venire in Italia. Per ora la tiene mia sorella». Due esempi simili a molte altre storie di moldavi nel nostro paese. Dove quasi sempre sono le donne a guadagnare i soldi per mantenere la famiglia. «Tra i 23 moldavi in regola - spiega la signora Fedora -, ci sono anche tre famiglie con bambini. Il resto tutte donne badanti. Metà di loro vengono dalla nostra città, Leova. Per passaparola. Se vengo a conoscenza del bisogno di una badante telefono a casa e lo dico immediatente». Prima arrivano i parenti, poi amici e vicini di casa, e si viene a creare una rete lunga tra Leova, in Moldavia, e Garessio, in Italia. Tanto che oggi, una volta ogni tre mesi, un pullman parte dalla piazza centrale del paese, destinazione Leova, carico di ogni sorta di masserizzie. «Le notizie sul nostro paese sono scarse in Italia - dice la signora Maria - E l'unico strumento di comunicazione è il telefono, in cui spendiamo in media 250 euro al mese. Ma non riusciamo a non sentire i nostri parenti. Perché qui stiamo bene, ma ci manca tanto la nostra cultura, le accademie, la gente che suona nei parchi o dipinge con le tavolozze per strada». Le due signore moldave frequentano le feste, cercano di imparare i balli locali e cucinano spesso piatti tipici moldavi, come gli involtini borsch e i dolci al miele, mischiati a piatti piemontesi. «Gli ingredienti per le nostre ricette in Italia si trovano tutti - spiega Fedora Cristiescu - e spesso sono ancora più buoni. L'unica cosa è il vino. Qui è troppo forte, mentre quello moldavo lo trovo migliore». Per quanto riguarda la fede, ortodossa, le due donne non hanno problemi: frequentano la chiesa locale perché, sottolinea la signora Fedora «alla fine non c'è molta differenza tra il rito ortodosso e quello cattolico». Unico neo, spiega la signora Maria, l'apprendimento della lingua: «l'abbiamo imparata da sole lavorando, ma sarebbe bello avere più occasioni per conoscere lingua e cultura italiana. Magari attraverso dei corsi o frequentando un luogo in cui incontrare i locali». La signora Fedora annuisce e conclude: «penso che non tornerò più in Moldavia. Perché la mia vita ora è qui, accanto a mio marito». Maria Roman le fa eco: «prima della Perestroika in Moldavia stavamo tutti bene, lavoravamo e avevamo la pensione. Oggi nel nostro paese non rimane più niente».
BOX La Repubblica Moldova La Moldavia (ufficialmente Repubblica Moldova) è uno Stato dell'Europa orientale racchiuso tra la Romania e l'Ucraina, senza sbocco al mare. E' una repubblica parlamentare con una popolazione stimata di circa 4.320.490 abitanti, distribuiti su un'estensione di 33.800 chilometri quadrati, su una striscia di territorio ampia circa 150 chilometri in direzione est-ovest e lunga circa 350 chilometri in direzione nord-sud. Il territorio del paese coincide grossomodo con la regione della Bessarabia, un'area pianeggiante compresa fra il fiume Prut ed il Nistro. La pianura è intervallata da alcuni gruppi di colline che difficilmente superano i 400 metri sul livello del mare. Capitale dello stato è la città di Chişinău, che ospita una popolazione in continuo aumento, stimata nel 2007 di 610.946 abitanti. Già parte del Principato di Moldova, nel 1812 il paese entrò a far parte dell'Impero Russo; in seguito alla dissoluzione di quest'ultimo, nel 1918, il territorio venne annesso alla Romania, andando a riunire la regione geografica della Moldavia. Nel 1940 tornò a far parte della Russia, ma nel ‘41 venne invasa dai tedeschi e riannessa alla Romania filo-nazista del generale Ion Antonescu. Alla fine della Seconda guerra mondiale la Repubblica di Moldova fu "attribuita" all'Urss dal Congresso di Yalta. e rimase una Repubblica Socialista Sovietica fino al 1991, quando, dopo il lento cammino della Perestroika di Michail Gorbaciov, il paese comunista più prossimo all'Europa ottenne l'indipendenza da Mosca. Ma lo stesso anno la regione a est, oltre il Dniestr (la Transnistria), iniziava una guerra civile per affrancarsi da Chisinau. Dopo qualche mese di sparatorie e oltre 700 morti, i velivoli dell'aeronautica moldava si erano già librati in volo, quando l'allora capo del Cremlino, Boris Eltsin, ordinò alla 14ª armata russa di frapporsi tra i due eserciti in guerra: quello regolare di Chisinau e quello della sedicente Repubblica socialista moldava di Transnistria. Oggi, a 15 anni dalla guerra civile, con un'operazione di "pace" denominata "Mc", l'esercito russo mantiene "congelata" la situazione del '91. Permettendo all'autoproclamata repubblica di sopravvivere, pur senza essere riconosciuta da nessun paese al mondo. Russia compresa. Intanto la "giovane" Repubblica di Moldavia, all'indomani dell'indipendenza dall'Unione sovietica nel 1991, si è trovata immediatamente ad affrontare una profonda crisi economica, dovuta alla sua precedente dipendenza totale da Mosca, che nel giro di pochi anni l'ha trasformata nel paese più povero d'Europa. In seguito alla crisi economica dal piccolo paese sono espatriate oltre un milione di persone, quasi un quarto del totale dell'intera popolazione. In Italia, dalle 4.200 unità del 2001, i cittadini moldavi residenti a fine 2005 sono diventati 55.800, in maggioranza donne (36.315), e impiegate come badanti o in altri servizi alla persona.
Lo territòri, abitat da l'òme já a l'atge de la peira per sas balmas naturalas, foguet poplat da rudes pastres e guerriers indomables sonats Lígurs Montans e Vagens, que doneron ben de maganhas ai romans e a lors miras de conquista de las Alps. Dal sècle IX arriberon las ordas sarrasinas que da Frassineto (encuei Sant Tropés, en Provença) se posseron a raciar tota la Val Tànar e lo bas Piemont. Après de vicendas altèrnas, lo vilatge passa sot lo marquesat de Ceva e per de sècles subís pestiléncias, sacatges e distruccions da part de Genovés, Francés, Espanhòls fins al passatge de las tropas de Napoleon vèrs lo 1794. Dins lo 1814 torna mai ai Savòia e ne'n partatja las sòrts, derant embe lo Renh Sard-Piemontés e puei, a travèrs las guèrras dal Resorgiment, embe lo Renh Unit d'Itàlia.
L'economia dal país, en mai de l'agricultura, es liaa prevalentement a de pichòtas aziendas e societats de servici. Demòron 65 activitats industrialas, embe 647 emplegats, 172 activitats de servicis, embe 440 emplegats, e 42 activitats administrativas, qu'emplegon 142 personas. Despuei la meitat di ans '90 Garessio a vist nàisser e créisser sa populacion estrangiera residenta que compta encuei 208 personas, embe una fòrta comunitat moldava (23 personas regularament residentas) constituïa en majorança da de fremas emplegaas dins lhi servicis a la persona.
Vist dal defòra «Aqueste es lo premier encòntre oficial que fasem embe de representants de la comunitat moldava a Garessio», explica lo Vice-Séndic e Assessor ai Rapòrts embe lhi immigrats Adelmo Odello, que per l'ocasion a convocaas las senhoras Fedora Cristiescu e Maria Roman dins son ofici comunal. «Desenant considerem pus lhi estrangiers coma de forestiers, mas coma de garessins a tuchi lhi efècts. Benlèu decò per nòstra istòria, qu'a vist tanta gent dal país emigrar en França a trabalhar». Encuei Garessio, da país d'emigracion, es vengut l'envèrs, embe la presença de 208 estrangiers sus una populacion de menc de 3.500 abitants, esquasi lo 10% de l'entiera populacion. E lhi premiers febles senhals de lors presença començon a se veire, coma la dubertura d'un negòci de produchs magrebins da part d'un immigrat maroquin, o un negòci d'abilhament gestit da una senhora romena. «Lo fenomèn de l'immigracion a Garessio es començat embe lhi refujats de la Bòsnia - sovén l'Assessor -. Sem anats a quèrre una familha a Coni e lhi avem ofèrt un lotjament. Puei ental cors di ans '90 ne son arribats da d'autri país: maroquins, albanés, romens e mai encara. Per çò que regarda lhi moldaus aquò es mai recent, diriu a pauc près despuei 8 ans; arribon ben de fremas impenhaas dins lhi servicis a la persona, sovent de cudeiras a d'ancians dal pòst». Encuei son 23 lhi moldaus al país, «mai lhi clandestins», remarca l'Assessor. E jontats ai conacionals de las Comunas vesinas coma Ceva, Bagnasco o Nucetto, la comunitat arriba a tochar las 100 personas. «L'inseriment d'aquilhi estrangiers dedins lo país tot somat es bòn. Las mainaas frequenton l'asil parroquial, lhi mai grandets l'escòla. Un di problemas pus gròs es aquel de la maison, pr'aquò avem cerchat de lhi donar de lotjaments populars, sensa distincion en graduatòria embe las familhas italianas. E encuei sus 17 lotjaments populars de proprietat de la Comuna, ben 13 son fitats a de familhas estrangieras». Un fenomèn rilevant aquel de lhi estrangiers per lhi equilibres d'una pichòta Comuna coma Garessio, tant que per l'afrontar la municipalitat avia pensat de crear un assessorat embe un representat per chasque nacionalitat. «Puei las urgenças nos l'an pas permés - explica Anselmo Odello -. Parier coma avem pas encà pogut organizar de moments de socializacion entre estrangiers e italians. Mas al delai d'aquelas mancanças, qu'esperem de ranjar dins l'avenir, lhi fluxs venon gestit al mielh. Per exemple la citadinança ven pas donaa indiferentement a qui se sie; lhi inseriments son totjorn finalizats, e un ven regularizat masque se a trobat de trabalh». De trabalh que a Garessio, coma malaürosament en ben de lueias de nòstre país, comença a mancar. «Dins l'avenir - conclui l'Assessor - penso pas qu'arribarèn encà tanti autri estrangiers. La cartiera d'aicí a barrat e d'autras oportunitats n'a pas gaire. Ben se, de segur, continuarè la demanda de servicis per las personas ancianas».
Vist dal dedins «Siu arribaa en Itàlia fai dui ans per cerchar ma filha. Era partia dui ans avant, coma esquasi tuchi lhi joves moldaus, per cerchar de trabalh a l'estrangier, e n'aviu pus agut notícia. Aüra trabalho a Garessio, e sai que ma filha trabalha a Roma». Fedora Cristiescu, moldava de Leova, còntia son estòria ensem a l'amisa conacionala Maria Roman. «Decò mi siu arribaa aicí fai dui ans - còntia Maria Roman -, per cerchar de trabalh. Da nosautri manca pas, mas es pagat una misèria, e se as de mainaas o de parents malates quasi segur te chal emigrar. Un bòt la Moldàvia era un país prosperós, vendia de frucha, de verdura e de vin en tota la Rússia. Encuei sem restats a tèrra: mancon lhi tractors e de bòts fins lhi fertilizants e las semenças. Resta pas qu'emigrar». Mas sovent intrar dins un país europèu fai mal far. Impossible d'obtenir lhi vists, las frontieras son blindaas. A menc de se butar en man ai "traficants d'èssers umans", embe tuchi lhi riscs que ne venon. Coma es capitat a d'unas conacionalas de Fedora e Maria, que darreire un pagament de 4.000 euro (encuei s'es levat a 6.000), son estaa trasportaa illegalament en Itàlia. Una via tèrra, reversaa sus lo fons dal remòqui d'un camion de bobinas eléctricas per dui jorns sensa minjar ni beure. L'autra via mar, traguetant da la Grècia après aver traversats a pè dins la neu lhi Balcans da la Bulgaria al mes de genoier. «Aquelas personas devon encà pagar lor débit embe lhi traficants», explica Fedora Cristiescu. Pena, lo desrabatge de la maison e di terrens laissats a garancia dal débit en Moldàvia. «Cudisso un'anciana dal país, da la quala me tròbo ben - contínua Fedora - e me siu já mai mariaa embe un òme d'aicí lo 20 de mai dal 2008. Siu divorciaa da mon ex òme da mai de vint ans. Mas 4 mainaas l'an pilhaa ben: lhi dui mascles vivon a Mosca, las doas femèlas en Itàlia, a Roma e Turin. Ailen en Moldàvia avíem de tèrra: de champs, de crins, de vachas. Nos a chalgut tot abandonar perque arribàvem pus a tirar anant». Decò Maria Roman encuei fai la cudeira a Garessio. «Ero magistra d'asil, embe una maison e de terren de proprietat. M'a chalgut laissar tot e siu vengua aicí perque arribàvem pus a viure. Decò ma filha es en Itàlia, decò ilhe trabalha a Garessio per una fàbrica de confecionament de chocolatins per la Lindl, La Norpak. Ma nèça de 9 ans es encara a Leova. Espero d'arribar a la portar en Itàlia al pus lèst». Decò la nèça de Fedora es a Leova. «Es ben malata, mas polem pas encà la meirar aicí. Per aúra la garda ma sòrre». Dui exemples pariers a tantas autras estòrias de moldaus dins nòstre país. Ente esquasi sempre son las fremas a ganhar lhi sòuds per mantenir la familha. «Entre lhi 23 moldaus en regla lhi a decò 3 familhas embe de mainaas. La resta es tot de cudeiras. La meitat venon da Leova. Per passa-paraula. Se veno a sauber que lhi a de manca d'una cudeira teléfono a maison e lo diso súbit». Derant arribon lhi parents, puei d'amís e de vesins de maison, com aquò se crea un filat entre Leova e Garessio, tant qu'encuei, chasque tres mes, una corrièra part da la plaça centrala dal país per Leova, charjaa de tota sòrta de ròba. «Las notícias sus nòstre país aicí son escarsas - ditz Maria Roman -, e lo solet mejan de comunicacion es lo teléfon, que nos vai costar a pauc près 250 euro lo mes. Mas arribem pas a ne'n far a menc de sentir nòstri parents. Aicí istem ben, mas nos manca nòstra cultura, las acadèmias, la gent que sòna enti parcs o pintura per la via». Las doas fremas van a las fèstas, cèrchon d'aprene las danças localas e sovent cusineon de plats típics moldaus, coma lhi envoltins borsch e lhi dòuç al mèl, mesclats a de plats piemontés. «Lhi ingredients de nòstras recètas en Itàlia se tròbon tuchi - explica Fedora - e sovent son encara pus bòn. La soleta causa es lo vin. Aicí es tròp fòrt, aquel moldau m'agrada de mai». Regard a la fè, ortodòxa, las doas fremas an pas de problemas. Van a la gleisa dal país perque, ditz Fedora: «entre lhi dui rites lhi pas puei una granda diferença». Soleta pèca, explica Maria, l'aprendissatge de la lenga: «l'avem emparaa da soletas en trabalhant, mas seria bèl aver mai d'ocasions de conéisser la lenga e la cultura italiana. Magara embe de cors o frequentant un pòst ente encontrar la gent d'aicí». La senhora Fedora consentís e conclui: «penso que tornarei pus en Moldàvia. Ma vita aüra es aicí, embe mon òme». E Maria lhi fai da còr: «Avant de la Perestroika en Moldàvia vivíem tuchi ben, trabalhàvem e avíem la pension. Encuei dins nòstre país resta pas pus ren».
BOX La República de Moldova La Moldàvia (oficialament Republica Moldova) es un Estat de l'Euròpa orientala renclaus entre la Romania e l'Ucràina, sensa sortia a la mar. Es una República Parlamentara embe una populacion estimaa d'environ 4.320.490 abitants distribuïts sus un'espaci de 33.800 km2, sus una faissa de territòri larja environ 150 km en direccion est-oest e lònja 350 km. Lo territòri dal país coïncid mai o menc embe la region de la Bessaràbia, un airal planejant comprés entre lo flum Prut e lo Nistro. La plana es entremesaa da de colinas qu'en gaire cas sobron lhi 400 mètres d'autessa. La capitala se tròba a Chişinău, una vila en contínua creissença qu'ental 2007 comptava 610.946 abitants. Lo país, já part dal Principat de Moldova, intret ental 1812 a far part de l'Empèri Russe; après sa dissolucion, ental 1918, lo territòri foguet annèx a la Romania, tornant reünir la region geogràfica de la Moldàvia. Ental 1940 tornet a far part de la Rússia, mas l'an d'après foguet envaïa dai tedèscs e já mai annèxa a la Romania filo-nazista dal general Ion Antonescu. A la fin de la seconda guèrra mondiala la República de Moldova foguet "atribuïa" a l'Urss dal Congrés de Yalta e lhi demoret fins al 1991, quora, après lo lent chamin de la Perestroika de Michail Gorbaciov, lo país comunista mai pròche de l'Euròpa aguet l'indipendença da Mosca. Mas lo mesme an la region de la Transnístria, a est dal flum Dniestr, començava una guèrra civila per s'afranchir da Chişinău. Après qualque mes d'esparatòrias e passa 700 mòrts, lhi avions de l'areonàutica moldava s'eron já auçat en vòl quora l'enlora cap dal Cremlin, Boris Eltzin, ordinet a la 14ª armada russa de se plaçar entre lhi dui exèrcits en guèrra, aquel regular de Chişinău e aquel de la se-disenta República Socialista Moldava de Transnístria. Encuei, a 15 ans da la guèrra civila, per metz d'una operacion de patz sonaa "Mc", l'exèrcit russe manten "congelaa" la situacion dal 91', en permetent a l'auto-proclamaa república de sobreviure, sensa totun èsser estaa reconeissua da qual se sie país al mond. Compresa la Rússia. Mentretant la "jova" República de Moldàvia, a l'endeman de l'indipendença da l'Union Soviética ental 1991, s'es trobaa da súbit a afrontar una profonda crisi econòmica degua a sa precedenta dipendença totala da Mosca, qu'ental vir de gaire d'ans l'a transformaa dins lo país pus paure d'Euròpa. En consequença de la crisi, dal pichòt país son expatriaas passa un milion de personas, arramba a un quart de l'entiera populacion. En Itàlia, dai 4.200 dal 2001, lhi ciutadins moldaus residents a la fin dal 2005 son devenguts 55.800, en majorança de fremas (36.315) emplegaas coma cudeiras o en d'autri servicis a la persona.
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La comunità moldava di Garessio
"Vivem un novel país"
Inchiesta sulle comunità immigrate nelle Valli Occitane [continue]
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