"Come diceva un mio amico di Brest: la mia lingua materna non è la lingua di mia madre."
Fin da quando era bambino Kristian Braz ha inseguito la sua lingua. Classe 1949, nato sui Monts d'Arrée, Kristian è il più giovane in una casa in cui i genitori, seppur entrambi madrelingua bretoni, decidono di parlare solo francese coi figli. Sono tempi in cui bisogna parlare il francese se si vuole sperare di avere successo nella vita. Negli anni Settanta, però, Kristian frequenta l’Università di Rennes e lì riscopre una passione istintiva per la lingua bretone, che inizia a studiare con tutti i mezzi possibili: dal cinema alla poesia, dalla traduzione all’attivismo. È l’inizio di un lungo viaggio di riappropriazione culturale e personale di una lingua madre ma non materna, una missione che si fa ancora più militante quando, nel 1992, diversi bretoni vengono arrestati per aver ospitato dei ricercati baschi: Kristian si adopera per raccogliere più di cinquanta testimonianze, così da esporre chiaramente i fatti, restituendo dignità e diritti agli attivisti arrestati. Il film che ne è nato è diventato un’opera di riferimento, così come fondamentale diventerà anche il suo lavoro di traduzione di grandi autori della letteratura dall’inglese al bretone (tra i quali, John Steinbeck, Jack London, JD Salinger, Jack Kerouac). Kristian si dedica alla scrittura in bretone con pubblicazioni per bambini e giovani, che hanno ricevuto numerosi riconoscimenti per il loro valore didattico e formativo. Grazie alla sua personalità poliedrica, Kristian Braz ha dedicato al bretone l’intera vita: il Premio Ostana gli conferisce il Premio speciale 2025 per l’impegno a tutto campo e la forte determinazione nel promuovere la propria lingua madre, toccando ogni aspetto della cultura, dalla scrittura alla ricerca, dalle trasmissioni radio all’insegnamento, dalla traduzione alla divulgazione. Braz converserà con Bernez Rouz sull’importanza di creare letteratura, sabato 28 giugno alle 14:30.
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