“Daniel è molto sintetico, dice che questa cosa che ha detto va bene”: così Marco Ghezzo al momento della premiazione di Daniel Petrilă, Premio Giovani 2024. In quel momento il giovane poeta e traduttore di lingua romanì (classe 1993) è seduto di fronte al pubblico e alle spalle ha il collettivo artistico Premio Ostana impegnato nell’accompagnare gli artisti premiati con dei sentiti omaggi musicali. Alla sua destra la direttrice del Premio Ostana, Ines Cavalcanti, in uno dei suoi classici vestiti dalle fantasie afro, a lei il compito della consegna del Premio “materiale”, la scultura di Michelangelo Tallone. Alla sua sinistra sta proprio Marco Ghezzo, tutor e amico del premiato, conosciuto nei dintorni di Bucarest. Non sempre (noi che ci occupiamo del Premio Ostana e della sua comunicazione) riusciamo a trasmettere al pubblico l’importanza dei tutor per il Premio Ostana. Il tutor non è un semplice accompagnatore. Il tutor è spesso la persona che ha scovato e ha candidato un autore al Premio Ostana, è praticamente l’ombra del premiato durante le giornate di Ostana (dato che in molti casi ne è anche il traduttore e interprete) e inoltre è colui o colei che prepara tutto il materiale necessario per poter approfondire l’opera dell’artista e intellettuale sulle pagine dell’antologia – il libro cartaceo che ogni anno raccoglie biografie, motivazioni, interviste e opere scelte dei premiati – e durante un incontro con il pubblico, incontro che prende il nome di “Conversazione”, perché di questo si tratta, di uno scambio tra tutor e premiato. La conversazione tra Marco e Daniel è stata a dire poco vivace, scoppiettante, alcuni hanno parlato anche di vera e propria “performance”, e forse il termine non è del tutto abusato, dato che Marco, violinista che sa e ama stare sul palco e intrattenere il suo pubblico, ha esordito con una sfida che ha preso un po’ i colori di una scommessa. Petrilă parla romanì, e il romanì è la sua lingua madre, dato che la madre è rom e il padre è romeno. Marco mastica il romanì da quando ha iniziato a frequentare la Transilvania, da quando si è innamorato della musica rom romena e ha iniziato a studiarla con assiduità e un pizzico di ossessione. Eppure il suo romanì non va così “liscio” come il suo romeno. Certe parole non sono sempre chiare, e in più va evidenziato che il romanì di Petrilă è una variante dialettale diversa da quella transilvana di Csavas, che Ghezzo pratica. Per queste ragioni Marco ha esordito prendendo in mano una sorta di asciugamano e promettendo di buttarlo per terra ogni qualvolta la lingua di Petrilă diventasse per lui incomprensibile. Insomma, valeva la pena ascoltare il premiato nella sua lingua madre, ma era necessario veramente “gettare la spugna” e passare al romeno se quella lingua fosse stata troppo ostica. Alla fine dell’incontro la spugna-asciugamano è rimasta nelle mani di Marco, la conversazione è filata rapida, il pubblico ha potuto assaporare l’intesa tra i due, un’intesa che nasce dalla cultura e lingua rom per poi diventare anche artistica, personale. Le poesie di Petrilă sono molto brevi, a volte quasi una sola frase, una sola idea, un solo concetto, in generale presentano poche righe. Petrilă non si perde in lunghi giri retorici, non ha bisogno di tante immagini, piuttosto lavora su una sorta di ermetismo che porta il lettore a farsi alcune domande in più. Ghezzo lo sa, apprezza la sua poesia, la traduce in italiano per l’antologia, la legge di fronte al pubblico, sa che Petrilă ama la brevità, e così non può che evidenziarlo al momento della premiazione, con ironia. Buona parte dei premiati si lasciano andare a discorsi lunghi e articolati, dove ripercorrono le proprie carriere, esaltano gli incontri avuti al Premio Ostana, parlano del futuro delle lingue di minoranza, ringraziano le famiglie e i loro collaboratori. Non è il caso di Petrilă. Una prima frase, per esprimere la sua felicità nell’essere ad Ostana a portare la propria lingua madre. Una seconda frase, per augurarsi che quel premio possa essere vinto tra vent’anni dalla figlia Miriam, presente in sala con la moglie di Daniel. Niente di più. Petrilă sorride, intenerisce il pubblico, parte l’applauso. È qui che Marco Ghezzo si fa ironico e insieme dà anche valore ad una delle migliori qualità dell’autore, è qui che il tutor dice: “Daniel è molto sintetico, dice che questa cosa che ha detto va bene”, ovvero, in altri termini “Non c’è niente di aggiungere, non perdiamoci in fronzoli, leggiamo le poesie e portiamo a compimento la celebrazione”. Petrilă è poeta ma anche scienziato, la sua formazione in linguistica, i suoi studi, il suo dottorato lo hanno portato a distinguersi nella comunità rom, un giovane che ha visto nell’istruzione e nella formazione la chiave di volta per andare a parlare della sua gente, delle condizioni di vita non sempre facili di una minoranza linguistica e culturale che da sempre è vittima di discriminazioni e stereotipi, e che poco più di un secolo e mezzo fa in Romania era ancora sotto il giogo della schiavitù.
Petrilă inserisce la propria autobiografia nelle sue poesie, si dedica poi alla traduzione in romanì, è attivo come mediatore linguistico e culturale, sembra che si dedichi completamente ad una causa, e forse la sua causa è quella che dà il titolo all’intervista che Marco Ghezzo ha curato per l’antologia: “Quando la lingua scritta porta con sé la speranza di miglioramento sociale di una minoranza discriminata”. Fa bene Daniel a dedicarsi – più o meno direttamente - a questa causa, fa bene a lavorare alla variante dialettale di Bucarest e insieme alla standardizzazione della lingua romanì. Si sa, credere in una causa può portare molto lontano, e noi lo auguriamo, con tanto affetto, a Daniel Petrilă, Premio Giovani al Premio Ostana 2024.
Ps: questo è l’ultimo articolo della serie di articoli dedicati agli autori premiati al Premio Ostana 2024 e ai video che li hanno visti protagonisti di un’intervista e di una premiazione (si vedano qui sotto i link relativi a Daniel Petrilă). Segnatevi le date del Premio Ostana 2025: 27-28-29 giugno 2025.
Intervista a Daniel Petrilă - Premio Ostana 2024, Lingua Romanì (Romania)
Daniel Petrilă riceve il Premio Ostana 2024, Premio Giovani
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