In un tempo oramai antico, quando i boschi erano pieni di mistero e i pascoli ricchi di animali mitici, la notte era qulche cosa che incuteva timore.
In un vallone dell’Escarton di Oulx, in un povero casolare sulla collina, viveva una giovane ragazza chiamata Maddalena.
Era sola, senza marito né famiglia, ma con un neonato nato in primavera, al mulinare dei torrenti.
Ogni mattina portava le pecore sui pascoli attraversando il lariceto, e cantava canzoni nella lingua antica del suo paese, con il suo bambino sovente in braccio, sempre avvolto in fasce di tela bianca.
Ma la gente del villaggio diceva che quel bambino era “forestiero”, che aveva occhi troppo profondi, troppo sapienti per appartenere a quella comunità.
Una sera d’autunno, quando il sole si nascose dietro la Rognosa e la nebbia saliva come un’onda stanca, Maddalena prese il neonato e si mise in cammino per tornare al villaggio, attraverso il bosco.
Strada facendo, nel silenzio malinconico della sera, di colpo, la ragazza si accorse di essere seguita da un’oscura presenza.
Più di una volta un'ombra si era allungata su di essa e sul suo bambino.
Grande come un lupo, con ali larghe e piume più brune del tramonto un gufo volava intorno a lei e al suo bambino, e ogni volta che le passava vicino, faceva un verso spaventoso., non come quello di un animale, ma con la voce fredda di uno spirito antico che sembrava le dicesse:
«Dammelo… Dammelo…»
Maddalena, prigioniera della paura, iniziò a correre, il bambino stretto al petto, le gambe tremanti correvano all’impazzata nel nero del bosco.
Gli alberi sembravano piegarsi dietro di lei, e l’uccello gridava sempre più forte:
«Dammelo… Dammelo... »
Quando finalmente arrivò davanti alla vecchia porta della stalla, dove tutta la comunità si riuniva per le veglie serali, sentendosi al sicuro, alzò lo sguardo verso il cielo e gridò:
«eh ben… vieni a prendertelo!»
Poi entrò immediatamente nella stalla. Tutti si zittirono restando pietrificati dall’entrata impetuosa della ragazza.
Si sedette un momento sul fieno tutta trafelata, respirò a lungo e a pieni polmoni, ma quando aprì le fasce ebbe una tragica sorpresa…
Il bambino non c’era più!
Nulla, non ve n’era traccia.
Solo un pugno di piume nere, soffici e fredde come la notte.

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