Obiettivi politici:
I)possedere uno strumento funzionale allo sviluppo di una autentica cultura occitana nelle valli e al tempo stesso un mezzo idoneo ad avvicinare tra di loro i nostri compatrioti rafforzando la loro coesione etnica. La sopravvivenza dei dialetti locali non è in contraddizione con questo obiettivo.
II)possedere uno strumento capace di permettere a breve scadenza (soprattutto in rapporto ad una prospettiva di regione autonoma) l'insegnamento, l'amministrazione, l'editoria... in lingua d'oc.
III)possedere un sistema linguistico che, oltre ad avvicinare gli occitani d'Italia fra di loro, li avvicini quanto più possibile ai loro compatrioti dello stato francese e dello stato spagnolo.
Considerazioni linguistiche:
I)l'adozione di una scrittura alfabetica è scontata. L'adozione di una grafia fonetica (o meglio, fonematica) è la più razionale, la più democratica e la più anti-autoritaria delle posizioni.
II)qualsiasi unificazione suppone una conoscenza approfondita delle diverse varianti dialettali locali. È inoltre auspicabile una conoscenza, quanto più approfondita possibile, delle realtà dialettali dell'intera occitania (delfinese, provenzale, guascone, etc...).
III)i lavori di F.Fontan per l'elaborazione di una unificazione di tutti i dialetti occitani dovrebbero costituire un punto di riferimento. Le sue ricerche riguardano: la fonetica, la morfologia, una parte del lessico (verbi, aggettivi, nomi delle piante, della casa, del corpo umano, degli animali...). La sintassi non è stata affrontata.
IV)i suoi criteri di unificazione possono essere così riassunti:
-necessità di privilegiare il carattere specifico, propriamente occitano, dei trattamenti fonetici, dei caratteri morfologici, sintattici e lessicali.
-adozione del dialetto centrale integrato e modificato mediante prestiti equilibrati a carico dei dialetti periferici.
-la diffusione delle parole e delle forme dovrà essere oggetto di attenta verifica, in modo da privilegiare parole e forme più diffuse.
-ricerca di chiarezza: evitare gli omónimi, la confusione tra le coniugazioni. La grafia fonematica non permette di "barare".
-favorire l'eufonia della lingua (la sua bellezza) ricercando un giusto equilibrio fra vocalismo e consonantismo.
V)propongo che, adottando questi criteri di unificazione, si consideri come "parlata centrale", quella costituita dai dialetti delle alte valli Stura, Maira, Varaita.
VI)propongo parimenti che, in funzione dei punti I) e III), l'unificazione dei caratteri fonetici e morfologici sia quanto più possibile vicina a quella messa a punto da F.Fontan. Credo invece che sarebbe opportuno avere un lessico più specificamente locale. Ciò allo scopo di assicurare un giusto equilibrio fra lingua occitana nel suo insieme e dialetti del Delfinato orientale, fra caratteristiche comuni a tutta l'Occitania e caratteristiche locali, fra nazionalismo linguistico (e politico) e particolarismo locale.
VII)tengo a ricordare che, per quanto riguarda l'elaborazione pratica, il rigore scientifico si impone, il che significa che si impongono l'imparzialità e la coerenza.
Si dovrà, per esempio, trattare caso per caso ciascuna evoluzione fonetica:
-/dj/ = /dz,j,d/ in /djalino/
-/dj/< /ly/ in /fidjo/
Oppure, per esempio, considerare separatamente ogni persona di ciascuna coniugazione in ciascun modo e tempo: -I, II, .... persona del presente indicativo dei verbi in -A (/tsonta/), etc.... Non si prenderà mai da uno stesso dialetto una coniugazione tutta intera, per valido che possa essere quel dialetto. A meno che, ben inteso, quel dialetto non cumuli tutti i criteri.
commenta