Non è facile immaginare di crescere in un mondo a noi ostile per definizione; non ci è facile immaginare di crescere per combattere fisicamente per il nostro credo. Noi siamo figli dell’occidente cistiano, che da tempo ormai non sente che vergogna per le proprie guerre di religione. Ma l’Occidente non è che una piccola parte del mondo, e nel vicino Oriente la prospettiva non è certo la nostra.
Siobhan Nash-Marshall
È costruita di cipresso,
e con il sangue colorata:
vicino le gridano i gufi:
la dondola la tempesta inferocita.
Dalla volta pendono
perle¹, perle di turchese: -
sono e lacrime del cielo,
cadute, ghiacciate dal freddo.
Nell’umidità, nel fumo oscuro,
di cui la capanna è piena,
Si dondola piano una culla antica,
come l’antica vendetta della mia anima.
È l’abisso dove l’armeno
Partorisce i suoi draghi ribelli,
Dove i baci, le rose rossastre
Emanano odore di sangue.
Nessun delicato seno materno
Vi apre il suo cielo:
Là diventano madre le tenebre,
E i fulmini mammelle.
E in mezzo ai vagiti, al pianto
Il ragazzo pallido cresce
Tra le braccia dell’amico, del caso
cresce.
E forse domani egli sarà
Un guerriero dagli occhi di fuoco, nuvola fulminante:
- A noi la mangiatoria dà un Gesù,
invece la culla armena un Insorto...
¹ Grani di vetro trasparente contro il malocchio (in tutto l’Oriente la turchese è pietra – e colore – di buon auspicio)
commenta