Questo libro, con la delicatezza della narrazione dell’autore Pierangelo Chiolero, presenta la ricchezza e la cultura di un territorio ben definito, quello dell’Unione montana Alta Valle Susa. Ente erede prima della Comunità Montana Alta Valle Susa e successivamente della Comunità Montana Valle Susa. Iter di assestamento complesso all’interno della valle più estesa del Piemonte e sicuramente una delle più importanti vie di comunicazione delle Alpi. Questo progetto segue ed integra la ricerca finanziata dalla Città metropolitana di Torino, per l’Unione montana Alta Valle Susa in collaborazione con L’Unione Valle Susa. La pubblicazione on line delle feste di sei Comuni della media Valle. https://www.valdisusaturismo.it/riti-alpini-valsusa/ . Diversamente ma con le stesse finalità di divulgazione l’autore ci porta in viaggio nell’alta valle Susa ed il cammino ci viene descritto da un curioso fotografo viaggiatore. Personaggio che ci ricorda il viandante, il cammino, la riflessione. Racconta di chi attraversa un territorio, di come lo guarda e cerca di coglierne tutti gli aspetti nascosti. Un libro nuovo. Insieme un romanzo, un saggio, una ricerca antropologica. Stemmi, Santi e paesi. Una narrazione accattivante che alleggerisce la ricerca antropologica e stimola il lettore a seguire la traccia del racconto. Nelle prime pagine il viaggiatore si dirige a Bardonecchia, in treno, comodo. Nella festa Patronale di Bardonecchia conosce costumi bellissimi, grande fermento. Bardonecchia non è solo il centro cittadino, il viaggiatore scopre la comunità, le frazioni, si apre un mondo, per lui nuovo, intorno al sacro ed alle feste di collettività. Si imbatte in lemmi che non conosce, scopre lingue antiche. Come possibile, in una unica valle trovare tanti varianti linguistiche? Sì, nell’Unione Montana Alta Valle Susa convivono da sempre tre minoranze linguistiche storiche, tutelate oggi dalla legge 482 del 1999. Francese, Occitano e Francoprovenzale; lingue vive che animano il fermento culturale del territorio. Il viaggiatore si appassiona, raccoglie dati. Si scoprono aneddoti che rivelano i luoghi. L’autore introduce il viaggiatore in un mondo sconosciuto, diverso e questi appunta tutto sul suo taccuino di viaggio. Il taccuino del viaggiatore insolito. Nello scorrere delle pagine, per ogni paese dell’Unione montana la struttura sarà la stessa, festa patronale, storia, cultura, curiosità e lingua. Più libri in uno. Tutte le realtà dei paesi dell’Unione montana hanno delle peculiarità, il viaggiatore scopre che le feste patronali hanno un valore simbolico, sono fatte da persone, gesti, ritualità. Riaffermano i valori delle comunità dove si svolgono: si riconoscono in una cultura comune, occitana, francoprovenzale. In una fede comune nelle cappelle, nelle chiese, nel nome del Santo Patrono.
Il viaggiatore si trova catapultato nel periodo delle feste che sono il tempo della tradizione. Negli antichi calendari contadini scanditi dai nomi dei Santi. Fuori dal tempo senza tempo della società moderna. Il viaggiatore si ritrova in un mondo, non legato alla società maggioritaria ma ad una tradizione che continua. Che si perpetua. Così l’autore ci porta a scoprire tutti i riti alpini che a turno animano il ricco mondo dell’Unione montana ma non solo, scopre paesi che hanno lingue diverse, scopre aneddoti e divulga storie locali. Il viaggiatore descrive puntualmente feste dove si celebrano ancora rituali agresti di provenienza lontana. Scrupolosamente annota tutto nel suo taccuino di viaggio e ci narra il persistere del paganesimo alpino integrato nelle feste cristiane. Ci descrive le origini di provenienza arcaica, tratti molto forti. Significato propiziatorio, fallico, esorcizzante, ritualistico. Sia per la danza delle spade sia per l’albero fiorito di Giaglione, attorno al quale la popolazione compiva riti di propiziazione per stimolare la fertilità della terra. Nelle sue righe scopriamo i riti di virilità, di iniziazione con i Bran di Meana. I fiori, i frutti, i colori sulla pouénto di Chiomonte. Nel suo taccuino insolito annota di fiori, di nastri colorati che volano nel tempo.
Lo studio delle tradizioni popolari difficilmente perviene a risultati di sintesi perché i temi trattati sono continuamente esposti alle variazioni e alle influenze trasmesse o subite da infinite generazioni. Tenendo conto di questa considerazione l’autore ci avvicina alle feste patronali estrapolando ogni peculiarità dal contesto “totem “della festa patronale o nelle collocazioni temporali dove essa si è ritrovata e ci aiuta a leggere tutti gli strati che il tempo ha sovrapposto. Dai Ran ai Chantel, dalla Pouènto di Chiomonte ai Branc, Bran di Giaglione e Meana sono giunti a noi solo spezzoni, solo alcune parti di riti antichi molto più complessi. Nelle foto originarie a corollario dei testi potete constatare che ritroviamo gli stessi simboli anche nei paesi dove ormai solo le antiche foto ne svelano la traccia. Questo libro, dalle parole del nostro viaggiatore, vuole essere un regalo ad un territorio vivo. Vuole contribuire al perpetuare di tali tradizioni e spera di destare interesse verso quell’esperienzialità in grado di far scoprire e vivere la vera essenza di un luogo.
Ringrazio l’autore per la disponibilità e passione con cui ha affrontato il progetto, nato per caso, nelle lunghe chiacchierate in una trasferta in Sardegna, in occasione della presentazione del suo ultimo libro: La scelta di un uomo. Ringrazio gli sportelli linguistici che hanno contribuito alla ricerca e raccolto il materiale. Tutti gli archivi ed i proprietari delle foto che ne hanno concesso la pubblicazione. Il Presidente, i Comuni dell’Unione che hanno sostenuto l’iniziativa, la Segretaria e le maestranze degli uffici. Tutti quanti hanno partecipato alla riuscita di questa importante opera. Auspico che questo libro diventi il compagno di viaggio per quanti vogliano entrare nel vivo delle nostre comunità dell’Unione Montana Alta Valle Susa. Per un turismo sostenibile, per le lingue minoritarie e per la nostra cultura. Niente fiori senza radici, buona lettura e buon cammino!
Assessore minoranze linguistiche, tradizioni e cultura.
Marco Rey
commenta