Valada per valada
Zona del Brigasco
Zòna dal brigasc
di Roberta Ferraris

commenti
Alessio
3 anni fa
"Senso di appartenenza": Retaggio storico o.. MALAFEDE? (PARTE 1)
Parto dal Giudizio di NINO LANTERI che riportate alla vostra pagina ZONA DEL BRIGASCO: http://www.chambradoc.it/zonaDelBrigasco.page
Mi permetto di scrivere in quanto sono originario di Torria (frazione di Chiusanico, IM) da parte di madre; per di più, ho vissuto coi nonni "materni" fino a 16 anni, in un paese che dista appena 50 minuti di auto da Piaggia.
L'affermazione di Nino Lanteri in cui dichiara che «il brigasco NON possa essere considerato PRETTAMENTE ligure, come lo sono, per fare degli esempi, il triorese, il bordigotto e il sanremasco»..
Ha qualcosa di BUROCRATICO, quasi UNA SUPERCAZZOLA degna del "Latinorum" di manzoniana memoria.
Intanto pongo dei seri dubbi sulla "professionalità" della FONTE che permette a Nino Lanteri di giungere alle suddette "conlusioni", il sig. Franco Bronzat, che addirittura sbaglia il nome della "Association Internationale d’Études Occitanes" facendola diventare "Association INTERNATIONAL d’ETUDE OCITANS" (https://www.vastera.it/rivista/44/pagine%2044/44_posizione_linguistica.htm)
come ben ricorda Fiorenzo Toso in un articolo che avete "dimenticato" di citare, facilmente scaricabile dal web in formato PDF («L'occitanizzazione delle Alpi liguri e il caso del Brigasco» in "Quem Tu Probe Meministi" Torino, CENTRO STUDI PIEMONTESI, 2009).
Per la cronaca, la RISPOSTA di BRONZAT a Fiorenzo Toso, per aver addirittura sbagliato il nome della PRINCIPALE associazione al Mondo di STUDI OCCITANI, è stata – oltra ai possibili errori di stampa – che comunque il nome della AIEO «era scritto in maniera QUASI corretta»!!! (non sto scherzando)
Mi permetto di scrivere in quanto sono originario di Torria (frazione di Chiusanico, IM) da parte di madre; per di più, ho vissuto coi nonni "materni" fino a 16 anni, in un paese che dista appena 50 minuti di auto da Piaggia.
L'affermazione di Nino Lanteri in cui dichiara che «il brigasco NON possa essere considerato PRETTAMENTE ligure, come lo sono, per fare degli esempi, il triorese, il bordigotto e il sanremasco»..
Ha qualcosa di BUROCRATICO, quasi UNA SUPERCAZZOLA degna del "Latinorum" di manzoniana memoria.
Intanto pongo dei seri dubbi sulla "professionalità" della FONTE che permette a Nino Lanteri di giungere alle suddette "conlusioni", il sig. Franco Bronzat, che addirittura sbaglia il nome della "Association Internationale d’Études Occitanes" facendola diventare "Association INTERNATIONAL d’ETUDE OCITANS" (https://www.vastera.it/rivista/44/pagine%2044/44_posizione_linguistica.htm)
come ben ricorda Fiorenzo Toso in un articolo che avete "dimenticato" di citare, facilmente scaricabile dal web in formato PDF («L'occitanizzazione delle Alpi liguri e il caso del Brigasco» in "Quem Tu Probe Meministi" Torino, CENTRO STUDI PIEMONTESI, 2009).
Per la cronaca, la RISPOSTA di BRONZAT a Fiorenzo Toso, per aver addirittura sbagliato il nome della PRINCIPALE associazione al Mondo di STUDI OCCITANI, è stata – oltra ai possibili errori di stampa – che comunque il nome della AIEO «era scritto in maniera QUASI corretta»!!! (non sto scherzando)
Alessio
3 anni fa
"Senso di appartenenza": Retaggio storico o.. MALAFEDE? (PARTE 2)
Riguardo alla "buona fede" di Nino Lanteri.. intanto vi ricordo che lo stesso COMUNE di TRIORA chiese nei primi anni '80 delle precise «CONSULENZE LINGUISTICHE» ad alto livello sulla presunta "OCCITANITA' del dialetto" parlato nelle 2 frazioni di Realdo e Verdeggia, e quando gli studiosi interpellati diedero PARERE NEGATIVO a tale quesito – come ricorda Sandro Oddo nel 2005, sul numero primaverile del periodico «Le stagioni di Triora» – GLI STESSI PARERI (richiesti dal Comune!) vennero puntualmente IGNORATI.
In quegli anni era consigliere e poi Sindaco di Triora lo stesso Lanteri.. vedi il numero 18 di A VASTERA (aprile-luglio 1995).
Mi chiedo su che basi Nino Lanteri (consigliere e poi sindaco di TRIORA) abbia scelto il parere AMATORIALE di Franco Bronzat, e non quello di altri due appartenenti alla stessa "Associazione Internazionale di Studi Occitani" come Werner FORNER e Jean Philippe DALBERA – con ben altra esperienza e ben altri curricula universitari – che riguardo all'appartenenza del dialetto ROIASCO (e quindi Brigasco) all'area LIGURE non avevano MAI si erano già ampiamente espressi.
Il loro parere è lo stesso del noto poeta e scrittore provenzale LOUIS FUNEL, grande amico di MISTRAL che già nel 1897 pubbicò la presente cartina sui "confini linguistici" fra Val Roya e Nizzardo: https://it.wikipedia.org/wiki/File:ArticleSalatProven%C3%A7al.png
Insomma.. se le presunte «Tradizioni Occitane» della Terra Brigasca erano già cosi "ovvie", per quale motivo i suoi «promotori» hanno cercato con tanto impegno di mostrarne anche l'APPARTENENZA LINGUISTICA ?
In quegli anni era consigliere e poi Sindaco di Triora lo stesso Lanteri.. vedi il numero 18 di A VASTERA (aprile-luglio 1995).
Mi chiedo su che basi Nino Lanteri (consigliere e poi sindaco di TRIORA) abbia scelto il parere AMATORIALE di Franco Bronzat, e non quello di altri due appartenenti alla stessa "Associazione Internazionale di Studi Occitani" come Werner FORNER e Jean Philippe DALBERA – con ben altra esperienza e ben altri curricula universitari – che riguardo all'appartenenza del dialetto ROIASCO (e quindi Brigasco) all'area LIGURE non avevano MAI si erano già ampiamente espressi.
Il loro parere è lo stesso del noto poeta e scrittore provenzale LOUIS FUNEL, grande amico di MISTRAL che già nel 1897 pubbicò la presente cartina sui "confini linguistici" fra Val Roya e Nizzardo: https://it.wikipedia.org/wiki/File:ArticleSalatProven%C3%A7al.png
Insomma.. se le presunte «Tradizioni Occitane» della Terra Brigasca erano già cosi "ovvie", per quale motivo i suoi «promotori» hanno cercato con tanto impegno di mostrarne anche l'APPARTENENZA LINGUISTICA ?
Alessio
3 anni fa
"Senso di appartenenza": Retaggio storico o.. MALAFEDE? (PARTE 3)
La risposta è che la presunta "questione Linguistica" serviva a Lanteri e Bronzat come semplice «cavallo di Troia» per ottenere un riconoscimento "ufficiale" (con conseguente ARRIVO di DENARO PUBBLICO) che altrimenti non sarebbe mai arrivato: la legge nazionale 482/1999 sulle Minoranze infatti, pone proprio l'ASPETTO LINGUISTICO come UNICO CRITERIO per identificare una data "Minoranza".
Senza questo, tutte le "tradizioni" e le memorie "agro-pastorali" di questo mondo non sarebbero servite a niente, e men che mai «la consegna della bandiera Occitana dalle mani del Presidente del CAI (il Club Alpino Italiano !?)».
Senza disturbare un etno-antropologo come MASSAJOLI (che come dite voi nel presente articolo, sono ben 31 anni che ormai si è RICREDUTO, sostenendo l'appartenenza del Brigasco all'area LIGURE) avreste fatto meglio a puntare su una più onesta "valorizzazione delle Tradizioni Locali"..
Sarebbero arrivati meno soldi, certo, che al comune di Triora fanno sempre bisogno (https://www.riviera24.it/2017/06/amministrative-2017-a-triora-riconfermato-sindaco-angelo-lanteri-256878/)
MA ne avreste guadagnato in ONESTA'.
Senza questo, tutte le "tradizioni" e le memorie "agro-pastorali" di questo mondo non sarebbero servite a niente, e men che mai «la consegna della bandiera Occitana dalle mani del Presidente del CAI (il Club Alpino Italiano !?)».
Senza disturbare un etno-antropologo come MASSAJOLI (che come dite voi nel presente articolo, sono ben 31 anni che ormai si è RICREDUTO, sostenendo l'appartenenza del Brigasco all'area LIGURE) avreste fatto meglio a puntare su una più onesta "valorizzazione delle Tradizioni Locali"..
Sarebbero arrivati meno soldi, certo, che al comune di Triora fanno sempre bisogno (https://www.riviera24.it/2017/06/amministrative-2017-a-triora-riconfermato-sindaco-angelo-lanteri-256878/)
MA ne avreste guadagnato in ONESTA'.
Alessio
3 anni fa
"Senso di appartenenza": Retaggio storico o.. MALAFEDE? (PARTE 4)
Posso capire che sentirsi "Liguri della Montagna", quasi "di periferia" non sia gratificante.. Tanto più che Realdo e Borniga fino al 1947 erano parte del comune unificato di BRIGA (provincia di CUNEO, e quindi Piemonte!).
Ma davvero il modo migliore per distinguersi dai "figun" giù al mare, era di «riscoprirsi» OCCITANI!?
Come "prova", i ricordi di chi emigrava per lavoro in Francia, e poi tornava indietro, creando un dialetto "misto".. Mah: anche al mio paese emigravano verso Nizza, e spesso imparavano il francese (e forse un po' di nizzardo).. ma non per questo si sentivano poi "Occitano-Liguri", una volta tornati a casa!!
Quanti albanesi o rumeni emigrano in Italia, e ci stanno per anni? ma quando tornano a casa – pur avendo con sé un "bagaglio enorme" di termini italiani che faranno confluire nella lingua materna, come molti "Studi di settore" dimostrano – non per questo si identificano dal quel momento come "italo-rumeni" o "italo-albanesi" !!
Il SENSO DI APPARTENENZA è una cosa delicata, lo posso ben immaginare.. basta seguire i ragionamenti di un grande storico marxista come Eric HOBSBAWM quando parla di «invenzione della tradizione», oppure lo splendido saggio di Benedict ANDERSON sulle «Comunità Immaginate» per trovare comunque un senso di "dolorosa dignità" nella vostra spasmodica ricerca di un «fratello maggiore», di una Comunità più grande, più attraente e più "esotica" della quasi anonima eredità Ligure-Alpina..
Ma davvero il modo migliore per distinguersi dai "figun" giù al mare, era di «riscoprirsi» OCCITANI!?
Come "prova", i ricordi di chi emigrava per lavoro in Francia, e poi tornava indietro, creando un dialetto "misto".. Mah: anche al mio paese emigravano verso Nizza, e spesso imparavano il francese (e forse un po' di nizzardo).. ma non per questo si sentivano poi "Occitano-Liguri", una volta tornati a casa!!
Quanti albanesi o rumeni emigrano in Italia, e ci stanno per anni? ma quando tornano a casa – pur avendo con sé un "bagaglio enorme" di termini italiani che faranno confluire nella lingua materna, come molti "Studi di settore" dimostrano – non per questo si identificano dal quel momento come "italo-rumeni" o "italo-albanesi" !!
Il SENSO DI APPARTENENZA è una cosa delicata, lo posso ben immaginare.. basta seguire i ragionamenti di un grande storico marxista come Eric HOBSBAWM quando parla di «invenzione della tradizione», oppure lo splendido saggio di Benedict ANDERSON sulle «Comunità Immaginate» per trovare comunque un senso di "dolorosa dignità" nella vostra spasmodica ricerca di un «fratello maggiore», di una Comunità più grande, più attraente e più "esotica" della quasi anonima eredità Ligure-Alpina..
Alessio
3 anni fa
"Senso di appartenenza": Retaggio storico o.. MALAFEDE? (PARTE 5)
Eppure, sono convinto che possiate ancora «salvare Capra e Cavoli»: pensate al caso dell'ALSAZIA.
Da secoli la regione Alsaziana appartiene allo Stato francese (pace di Westfalia, 1648) ma la "lingua madre" dei suoi abitanti è da sempre un «idioma germanico» strettamente legato alle parlate circostanti del Baden-Wurttenberg e di tutta la Svizzera tedesca.
La fedeltà dell'Alsazia verso Parigi è fuori di ogni dubbio; ma non per questo qualcuno a Metz o Strasburgo ha mai sentito il bisogno - per giustificare la propria «identità di frontiera» - di comprovare l'appartenenza del Dialetto Alsaziano a un qualsivoglia gruppo di origine Latina, adducendo la (pur massiccia) presenza di termini francesi nella moderna parlata regionale.
Riescono insomma a mantenere un "equilibrio dinamico" fra un retaggio «culturale» chiaramente germanico (di cui vanno fieri) e la loro fedeltà istituzionale alla Francia..
In sostanza NON devono RINNEGARE la NATURA NON-LATINA della propria «lingua madre» per sentirsi comunque parte del Mondo e della cultura Francesi nel suo insieme.
Ora, LA MIA DOMANDA E' SEMPLICE: davvero c'era bisogno di NEGARE la natura NON-OCCITANA (anzi: LIGURE!) del Brigasco per poter "abbracciare" LA CULTURA ALPINA che voi identificate dagli anni '60 nel «Revival Occitano»?
Questa "coscienza linguistica" creata EX NOVO serviva davvero, per mantenere PIU' viva e AFFASCINANTE la vostra tradizione?
Da secoli la regione Alsaziana appartiene allo Stato francese (pace di Westfalia, 1648) ma la "lingua madre" dei suoi abitanti è da sempre un «idioma germanico» strettamente legato alle parlate circostanti del Baden-Wurttenberg e di tutta la Svizzera tedesca.
La fedeltà dell'Alsazia verso Parigi è fuori di ogni dubbio; ma non per questo qualcuno a Metz o Strasburgo ha mai sentito il bisogno - per giustificare la propria «identità di frontiera» - di comprovare l'appartenenza del Dialetto Alsaziano a un qualsivoglia gruppo di origine Latina, adducendo la (pur massiccia) presenza di termini francesi nella moderna parlata regionale.
Riescono insomma a mantenere un "equilibrio dinamico" fra un retaggio «culturale» chiaramente germanico (di cui vanno fieri) e la loro fedeltà istituzionale alla Francia..
In sostanza NON devono RINNEGARE la NATURA NON-LATINA della propria «lingua madre» per sentirsi comunque parte del Mondo e della cultura Francesi nel suo insieme.
Ora, LA MIA DOMANDA E' SEMPLICE: davvero c'era bisogno di NEGARE la natura NON-OCCITANA (anzi: LIGURE!) del Brigasco per poter "abbracciare" LA CULTURA ALPINA che voi identificate dagli anni '60 nel «Revival Occitano»?
Questa "coscienza linguistica" creata EX NOVO serviva davvero, per mantenere PIU' viva e AFFASCINANTE la vostra tradizione?
Alessio
3 anni fa
"Senso di appartenenza": Retaggio storico o.. MALAFEDE? (PARTE 6)
Personalmente, sono convinto di NO.
Dopo 30 anni che fate parte della «famiglia allargata» di CHAMBRA D'OC, scommetto che questa grande Associazione continuerebbe a ospitarvi alle sue manifestazioni e sul proprio sito web, COME GIA' FA con i Walser (germanici!) e con le "parlate del Kyè", e voi continuereste a COLTIVARE i PROFONDISSIMI LEGAMI con la LIGURIA "Profonda" che da sempre AVETE:
Oltre ad avere la «Direzione, Redazione e Amministrazione» della rivista A VASTERA proprio a SANREMO in piena Riviera Ligure, infatti, stessa città dove risiede ufficialmente NINO Lanteri - mentre Carlo Lanteri vive addirittura ad ALBENGA, provincia di Savona - scopriamo che l'Assemblea annuale di A VASTERA è ospitata regolarmente presso la sede della "Cumpagnia de L'Urivu", ubicata a IMPERIA, e sul cui stendardo appare scritto bello chiaro «ET NOS LIGURES SEMPER».. la stra-grande maggioranza dei concerti del Gruppo musicale de I CANTAUU avviene sempre in Terra Ligure, come si evince dalle foto su Facebook e dal sito web di A VASTERA; cito da quest'ultimo Carlo Lanteri: «I Cantaùu [...] Sono stati presenti nel 2007 al Festival internazionale “Musiche della terra” di CERIANA (IM); nel 2009 hanno vinto il terzo premio per la Sezione Gruppi al “FESTIVAL della CANZONE DIALETTALE LIGURE” di San Giorgio d’Albenga (Sv) e si sono esibiti nel Teatro “Rina e Gilberto Govi” di GENOVA Bolzaneto; hanno cantato in diverse località, PERLOPIU' LIGURI».
Dopo 30 anni che fate parte della «famiglia allargata» di CHAMBRA D'OC, scommetto che questa grande Associazione continuerebbe a ospitarvi alle sue manifestazioni e sul proprio sito web, COME GIA' FA con i Walser (germanici!) e con le "parlate del Kyè", e voi continuereste a COLTIVARE i PROFONDISSIMI LEGAMI con la LIGURIA "Profonda" che da sempre AVETE:
Oltre ad avere la «Direzione, Redazione e Amministrazione» della rivista A VASTERA proprio a SANREMO in piena Riviera Ligure, infatti, stessa città dove risiede ufficialmente NINO Lanteri - mentre Carlo Lanteri vive addirittura ad ALBENGA, provincia di Savona - scopriamo che l'Assemblea annuale di A VASTERA è ospitata regolarmente presso la sede della "Cumpagnia de L'Urivu", ubicata a IMPERIA, e sul cui stendardo appare scritto bello chiaro «ET NOS LIGURES SEMPER».. la stra-grande maggioranza dei concerti del Gruppo musicale de I CANTAUU avviene sempre in Terra Ligure, come si evince dalle foto su Facebook e dal sito web di A VASTERA; cito da quest'ultimo Carlo Lanteri: «I Cantaùu [...] Sono stati presenti nel 2007 al Festival internazionale “Musiche della terra” di CERIANA (IM); nel 2009 hanno vinto il terzo premio per la Sezione Gruppi al “FESTIVAL della CANZONE DIALETTALE LIGURE” di San Giorgio d’Albenga (Sv) e si sono esibiti nel Teatro “Rina e Gilberto Govi” di GENOVA Bolzaneto; hanno cantato in diverse località, PERLOPIU' LIGURI».
Alessio
3 anni fa
"Senso di appartenenza": Retaggio storico o.. MALAFEDE? (PARTE 7)
Io apprezzo davvero molto questo «pragmatismo nelle relazioni» che A VASTERA e I CANTAUU intrattengono in maniera salda e costante con il Territorio Ligure "nel suo complesso".
Critico invece i discorsi di stampo "proto-razzista" (quasi da "GENETISTA convinto"?) che ha fatto Nino Lanteri per ricordare che
«la secolare comunità brigasca, costituitasi a Briga, nella Valle Livenza-Roja, e successivamente estesasi nell’alta Valle Argentina [...] è stata creata da gente GIUNTA dalla MONTAGNA, con storie, radici e tradizioni FRANCO-PIEMONTESI, diverse da quelle della gente ligure PROVENIENTE dal MARE.»
Intanto, come ricorda Fiorenzo Toso, i «dialetti LIGURI si parlano fino a prova contraria ANCHE IN MONTAGNA, non certo per importazione DALLA COSTA»..
e POI, come direbbe sempre Toso: CHE C'ENTRANO LE «TRADIZIONI FRANCO-PIEMONTESI» col dimostrare che QUINDI a Briga si parla un dialetto «OCCITANO»??
Partendo dall'antica famiglia Lanteri-Lascaris (CONTEA di TENDA e Briga) passando per la Contea di Nizza (dal 1388 un dominio "fedelissimo" ai SAVOIA) arrivando alle fasi finali del REGNO di SARDEGNA.. ma quando mai, PRIMA DEL 1860, la Valle Livenza-Roja ha avuto modo di sentirsi anche solo "Provenzale" - figurarsi Occitana?
Critico invece i discorsi di stampo "proto-razzista" (quasi da "GENETISTA convinto"?) che ha fatto Nino Lanteri per ricordare che
«la secolare comunità brigasca, costituitasi a Briga, nella Valle Livenza-Roja, e successivamente estesasi nell’alta Valle Argentina [...] è stata creata da gente GIUNTA dalla MONTAGNA, con storie, radici e tradizioni FRANCO-PIEMONTESI, diverse da quelle della gente ligure PROVENIENTE dal MARE.»
Intanto, come ricorda Fiorenzo Toso, i «dialetti LIGURI si parlano fino a prova contraria ANCHE IN MONTAGNA, non certo per importazione DALLA COSTA»..
e POI, come direbbe sempre Toso: CHE C'ENTRANO LE «TRADIZIONI FRANCO-PIEMONTESI» col dimostrare che QUINDI a Briga si parla un dialetto «OCCITANO»??
Partendo dall'antica famiglia Lanteri-Lascaris (CONTEA di TENDA e Briga) passando per la Contea di Nizza (dal 1388 un dominio "fedelissimo" ai SAVOIA) arrivando alle fasi finali del REGNO di SARDEGNA.. ma quando mai, PRIMA DEL 1860, la Valle Livenza-Roja ha avuto modo di sentirsi anche solo "Provenzale" - figurarsi Occitana?
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