Viene qui di seguito riportata integralmente la tabella delle corrispondenze tra grafemi e pronunce come è stata pubblicata dall'autrice nella sezione introduttiva del libro. La variante dialettale occitana è quella di Salbertrand (alta valle Susa).
L'autrice adotta una grafia personale.
Note di pronunzia
L'accento grave, es. martè (martello) indica suono vocalico aperto; è pure usato come accento tonico, es. pòu (paura).
L'accento acuto indica suono chiuso, es. mané (sporco).
Il trattino sulla vocale, es anā (andare) indica allungamento vocalico, nel caso si pronuncia "anaa".
Ä-ë, es. mëndiä (ragazza) corrispondono ad a-e sernimute (ä tende verso o)
ö, es. bör (burro) corrisponde al suono eu-oeu francese.
ü, es. lünä (luna) corrisponde alla vocale u francese.
j, es. jàunë (giallo) si pronuncia come in francese.
ŕ [nei testi originali ŕ è r con accento circonflesso, che è stata sostituita per problemi di compatibilità con i caratteri previsti dal sistema informatico] es. Jaŕasä (Gravere) si pronuncia senza far vibrare la lingua.
ş, es. roşä (rosa) indica s sonora.
Per i digrammi italiani sci-sce, gn, gli, è usata la seconda consonante con l'aggiunta di h, per cui:
ch corrisponde a sc di scimmia,
nh corrisponde a gn di gnomo,
lh corrisponde a gl di foglia,
nnh, llh indicano raddoppiamento, es.vacchä (mucca), muntannhä (montagna).
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