Primo giono di cammino
La val Roja, terra di confine, paradiso degli stranieri
di Roberta Ferraris

Insomma, in val Roja, terra di confine e di contrabbandieri, agli stranieri si è abituati. Il lavoro in paese non è molto; si è obbligati a trasferte verso Ventimiglia e la costa, ma il ritorno al paese, dopo il caos del litorale, vale quei venti minuti di curve. A Olivetta si vive anche di agricoltura. Due aziende producono vino e olio. C'è anche un po' di turismo, un bed&breakfast e molte case da affittare. Alla domanda: come si vive a Olivetta? E' un coro che risponde: benissimo.
Il cammino, dopo le cerimonie e le foto e il taglio del nastro, ci porta su sentieri balcone sulla valle, tra ulivi e macchia mediterranea. Il sole esalta i profumi e mette a dura prova la nostra resistenza. Percorriamo anche un tratto dell'Alta Via dei Monti Liguri, sentiero tracciato negli anni '80 e su cui la regione Liguria ha investito e investe molto. Percorso tutto di crinale, di solitudine e isolamento. Faccio notare a Paola Lo Sasso, la funzionaria dell'Unioncamere Liguri che ci accompagna e che si occupa della via, che la ricettività è sempre stata inadeguata e insufficiente. Si sta lavorando proprio a questo - mi dice. Si stanno sensibilizzando gli operatori (alberghi, rifugi, bed&breakfast, agriturismi), per far capire quali sono le esigenze degli escursionisti, che sono in aumento. Vengono dal nord Italia, ma anche dall'Europa: ancora una volta ecco gli olandesi e i tedeschi. Per conoscere il flusso degli escursionisti, inoltre, sono anche stati installati due ecocontatori, rilevatori elettronici di passaggi, occultati sotto la sede del sentiero: escursionisti trattati alla guisa di una specie protetta?
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