Il percorso ideale sarebbe stato salire da Bobbio a Sibaud, al bellissimo prato dove si trova il monumento commemorativo del giuramento che vide protagonisti i superstiti del piccolo esercito valdese tornato nelle valli da Ginevra, con una marcia forzata di una dozzina di giorni. Giuramento di fedeltà e solidarietà tra soldati e condottieri, tra uomini di fede e pastori: con la promessa di non combattere mai tra uomini di uno stesso credo, tra abitanti delle stesse valli e paesi. Raggiungere quel prato, spesso pascolato dalle pecore, comporterebbe salire su sentieri poco segnati, poco puliti, così l'alternativa è una pista forestale, bella ma priva della suggestione della storia.
Il cammino è comunque piacevole, in compagnia di un atleta del luogo, che ricorda emozionanti episodi della sua vita di sportivo. Willy Bertin è di Angrogna, ha la montagna nel sangue e una collezione di successi nel fondo e nel biathlon. Ancora oggi ha un passo da fuoriclasse. Ricorda il suo scacco più doloroso, quel quarto posto alle olimpiadi di Sapporo. Ricorda anche, però, come lo sport gli ha aperto le porte del mondo, dovunque ci fosse neve per competere e per allenarsi. Ha calcato nevi della Russia e dell'America. Persino le inaspettate nevi del Libano, paese bellissimo per le sue foreste di cedri secolari.
Il cammino è impegnativo, la salita al col Giulian lunga ma piacevole per la bella giornata di sole. Ritroviamo su questo colle il percorso del Glorioso Rimpatrio, che affrontiamo a ritroso, e con una deviazione alla bella conca dei Tredici Laghi. L'incanto della bellezza del luogo è rotta dalla presenza degli impianti di risalita e, nella discesa verso la val Germanasca e Ghigo di Prali, delle piste per le mountain bike, interdette a chi va a piedi. Modellate con ruspe ed escavatori, dovrebbero dare un senso alle piste da sci inutilizzate in estate. Le percorriamo a nostro rischio, senza incontrare anima viva. Concludiamo la giornata con una ripida discesa su pista da sci, non il modo migliore per arrivare a Ghigo di Prali. A conferma che lo sci del circo bianco è di fatto incompatibile con l'escursionismo