In questo articolo vogliamo parlare di tre montagne dell’area francoprovenzale italiana note per alcune caratteristiche salienti: il Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa, il Rocciamelone, montagna sacra e dalla storia antica, e l’Uia di Ciamarella, gioiello incastonato tra le Valli di Lanzo e la Savoia.
Il Monte Bianco
Il Monte Bianco è situato sulla linea dello spartiacque tra la Valle d'Aosta (val Veny e val Ferret in Italia) e l'Alta Savoia (valle dell'Arve in Francia) nei territori comunali di Courmayeur e di Chamonix. Con i suoi 4.808 metri d'altezza è la montagna più alta delle Alpi e in generale d'Europa. La sua struttura composita, ricca di guglie, creste, valloni e ghiacciai, ha da sempre sollecitato il desiderio di scoperta dell’uomo. Risale infatti all’8 agosto 1786 la prima ascensione.
Altrimenti detto il “Tetto delle Alpi”, esso è visibile addirittura dal Massiccio Centrale francese e si trova al centro di un importante sistema montuoso che conta più di quaranta cime poste al di sopra dei 4.000 metri, ricordiamo il famoso Dente del Gigante e la catena delle Grandes Jorasses.
Il francoprovenzale è parlato sia sul versante valdostano che sul versante savoiardo. Mentre a Chamonix la situazione linguistica risulta essere purtroppo compromessa, a Courmayeur le politiche di tutela della Regione Valle d’Aosta hanno consentito una buona conservazione e una alta vitalità della varietà locale.
Il Rocciamelone
Il Rocciamelone è una montagna delle Alpi Graie alta 3.538 metri, situata in Piemonte al confine tra la Valle di Susa e la Valle di Viù. Sulla vetta convergono i territori comunali di Mompantero, Novalesa e Usseglio. Nel medioevo era considerata la più alta cima delle Alpi, perché assai ben visibile dalla pianura piemontese con la sua forma piramidale. Furono molti i tentativi di ascesa, ma il primo e più noto, considerato il battesimo di quanto noi oggi chiamiamo alpinismo, risale al 1º settembre 1358. In questa data il crociato Bonifacio Rotario portò in vetta un trittico in bronzo raffigurante la Vergine.
Con questo gesto prese avvio un’importante devozione popolare mariana che si mantiene ben radicata ancora ai giorni nostri. Oggi la vetta del Rocciamelone è frequentata da escursionisti e pellegrini, specie in occasione della festa della Madonna della Neve che si svolge ogni anno il 5 agosto. Sulla sua sommità sorge il santuario più alto d’Europa con un’imponente statua della Madonna realizzata nel 1899.
Il francoprovenzale è parlato da tutte le comunità poste alle sue falde. Mentre gode di buona salute a Usseglio, la situazione della Val Cenischia è ha visto una perdita delle varietà locali tra i giovani. Bessans, paese della Moriana (Savoia) posto sul versante francese, conserva un francoprovenzale molto interessante.
L’Uia di Ciamarella
L'Uia di Ciamarella, o più semplicemente Ciamarella, è una montagna delle Alpi Graie alta 3.676 metri e situata tra le Valli di Lanzo e l'Alta Moriana (Savoia). Il nome Uja deriva dal francoprovenzale locale e significa "ago, punta aguzza", mentre Ciamarella potrebbe essere il risultato di Cià (jas, in francoprovenzale è la zona per il ricovero degli animali) e Marella, probabile patronimico.
La vetta è situata interamente in Italia in quanto il confine con la Francia passa ad ovest della cima. Dalla parte italiana sono interessati i comuni di Balme e Groscavallo; dalla parte francese i comuni di Bessans e Bonneval-sur-Arc. È la più alta montagna che fa da corona alle Valli di Lanzo. In vetta alla montagna è collocato un busto di san Leonardo Murialdo che salì sulla vetta nel 1867. La prima ascensione è avvenuta il 31 luglio 1857 mentre la prima ascensione invernale risale al 23 gennaio 1877 ad opera di Luigi Vaccarone, Boggiatto, Nigra e della celebre guida alpina Antonio Castagneri di Balme.
Il francoprovenzale è molto vitale nei comuni di Balme e di Groscavallo, dove troviamo bambini e adolescenti che lo parlano correntemente, mentre la situazione morianese di Bessans e Bonneval-sur-Arc è più simile a quella della Valle di Susa dove i giovani hanno perso la competenza attiva della lingua.
commenta