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Testimonianze francoprovenzali

Testimonianze francoprovenzali

TESTIMONIAZE FRANCOPROVENZALI

TESTIMOUNIEUNSË FRANCOPROUVENSAL

A cura di Flavio Giacchero, traduzioni Teresa Geninatti Chiolero

italiano

Raccolta di memorie e di saperi delle Valli di Lanzo.

Dieci puntate che attraverso dei link ci conducono alla scoperta di testimonianze preziose, conoscenze e memorie tramandate oralmente attraverso dei video.

La lingua è quella madre dei testimoni, il francoporvenzale. 

Siamo nelle Valli di Lanzo, in particolare nella Valle di Viù. Giovanni Giacchero, conosciuto come Vanni, originario della frazione Fubina di Viù e Rosanna Moroni, originaria di Usseglio, frazione Villaretto, raccontano e descrivono elementi del loro mondo, bozzetti, frammenti che appartengono al loro sapere e al proprio vissuto e fanno parte di un cultura in cui la lingua nativa ne permette una maggiore comprensione. Ogni lingua offre infatti prospettive differenti sul reale e sull'immaginario.

Il filo conduttore è l'attenzione alla biodiversità, al mondo che ci circonda, la natura in tutte le sue forme che sempre più andrebbe tutelata, rispettata, conosciuta o riconosciuta. Si tratta dunque di saperi ed esperienze che descrivono la varietà della natura e della cultura che con essa ha interagito e continua a interagire. Un micro mondo che riflette il macro. Memorie e conoscenze che risultano essere coordinate, mappe per orientarsi in uno spazio e che permettono di vedere la ricchezza e l'importanza della biodiversità, nella dimensione materiale e immateriale, attraverso una decifrazione linguistica.

N.01

DALLA SEGALE AD ANTICHI FIENILI.

In questa prima puntata andremo a conoscere la coltura e la cultura della segale nelle Valli di Lanzo, l'alimentazione principale per lungo tempo in tanti paesi di montagna. Scopriremo inoltre l'architettura di antichi fienili con il tetto coperto tradizionalmente proprio con la segale, un'architettura dalle origini molto arcaiche, addirittura risalenti al neolitico, in uso fino a non molto tempo fa nella Valle di Viù.

https://youtu.be/LBcNZdwh4NE?si=PgOFJjgNAbtq2hAO

https://youtu.be/ct5sq4fNjWs?si=-rhcK67WLBRdarX2

N.02

UN RARISSIMO FIORE NASCOSTO E DELLE CAPRE BELLISSIME.

Una rarità botanica, la piccola e arcaica Euphorbia gibelliana, endemica in alcune zone della Valle di Viù che come l'araba fenice risorge sempre dalle proprie ceneri, un esempio di resilienza. E ancora, in questa puntata, un altro esempio di resilienza, tra natura e cultura: la passione e l'allevamento di una specie particolare di capra, esteticamente bella ma che produce poco latte rispetto ad altre razze. Molto amata nelle Valli di Lanzo, si tratta della capra camosciata delle Alpi.

https://youtu.be/6QixXEUBSD0?si=7J4j4hGp54SvmtZg

https://youtu.be/yRsZPXFsdCM?si=6PgFMKF7JE0okpG5

N.03

GALLI CHE COMBATTONO E GAMBERI AZZURRI NASCOSTI.

E' da tempi remoti che culture del mondo diverse tra loro, per gioco o economia, hanno strutturato e gestito il naturale confronto tra galli. Incontreremo in questa puntata particolari razze di galli che dalla Siberia arrivano nelle Valli di Lanzo e gli appassionati, ammirati dalla bellezza di questi animali, dicono di "specchiarsi dentro". E ancora, ricordi di bambini che scoprono e incontrano gamberi azzurri e si ritrovano adulti davanti alla minaccia dell'inquinamento e del cambiamento climatico.

https://youtu.be/-8AuY4OwfRM?si=UciVVXqtW9S_5RuL

https://youtu.be/IVcYz5G2w3Q?si=uwBa7eSfoCx2C3b-

N.04

MINERALI E TERRA ARGILLOSA.

La biodiversità coinvolge ogni forma esistente e le culture più connesse con la natura hanno un proprio rapporto con tali forme, un rapporto che produce narrazioni, tramanda conoscenze, si traduce in una propria lingua. In questi territori francoprovenzali montani è profondo il rapporto con le pietre, sono terre rocciose, sono le Alpi e la fascinazione sui minerali è ancestrale. La terra stessa è fonte conoscitiva, ogni tipo di terreno ha una propria storia individuale e collettiva, una propria funzione.

https://youtu.be/A87062wGNME?si=RyiV897BNYAlDn8X

https://youtu.be/__up0OuLMLc?si=NcBH4he1JFaIqAOV

N.05

MAGGIOCIONDOLI E CORVI.

Una delle piante più belle che ci sia, a dire dei nativi valligiani, ma che a causa dei cambiamenti climatici e culturali è a rischio di estinzione e con essa non va a scomparire solo una parte della biodiversità ma anche una parte della storia e delle conoscenze di un territorio. Sopra i maggiociondoli, nel cielo, che osservano da tempi ancestrali gli uomini e le culture umane, volano i corvi, un genere di uccelli affascinate quanto intelligente e interattivo. In questo numero un caso esemplare di rapporto e relazione tra uomo e corvo.

https://youtu.be/7kKppypocwg?si=kkrTNnNAyW18kXU8

https://youtu.be/WGt9f2RTHF4?si=BwgflE5I0SUsB2U6

N.06

LO SPINACIO SELVATICO O ERBA DEL BUON ENRICO.

Lo spinacio selvatico è un’erba spontanea dai tanti nomi: lapato untuoso, spinacio di monte, crisolocano, peruc, colubrina. Il suo nome scientifico è “Chenopodium bonus-henricus” ma è conosciuto con il nome di “Buon Enrico”. Si tratta di una pianta erbacea perenne, molto apprezzata per il suo valore nutritivo, consumata in vari modi. Considerata alimento povero, oggi è molto ricercata come sostituto dello spinacio comune. Il termine “Bonus Henricus” ricorda Enrico IV, re di Navarra,  protettore dei botanici e dell’agricoltura. Nel 1600 decise di aprire i cancelli del suo castello per permettere ai poveri di sfamarsi con le erbe dei suoi giardini e così gli dedicarono questa erba. Si cucina lessa o soffritta, si scelgono i germogli o le cime immature; le foglie giovani si usano crude per ottime insalate. Si trovano presso le malghe in terreni molto concimati.

https://youtu.be/jLctTjT3Y6s?si=0rrijFDaoYTuJRP-

N.07

CRESCIONE.

Il crescione dei giardini o crescione inglese è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Brassicacee, facile da coltivare e di sapore gradevole; gli steli sono alti e le foglie sottili a forma ovale. Conosciuto fin dall’antichità. Era molto apprezzato dai Persiani poiché giovava alla crescita dei bambini. I Romani invece gli attribuivano proprietà afrodisiache. Il crescione è molto aromatico, ha un sapore acidulo e piccante.  Ricco di vitamine (soprattutto la C) e di Sali minerali, tra cui  calcio, ferro magnesio e zolfo.  Ha proprietà diuretiche, digestive e cardiovascolari ed è anche definito pianta medicinale. In cucina è usato per insalate, antipasti, piadine. 

     

https://youtu.be/tCgOXWop34g?si=hq5ruH9tx_B5bEgu

N.08

LA TROTA.

Trota è il nome comune che accomuna vari pesci della famiglia delle Salmonidae. Hanno il corpo allungato, rivestito di piccole scaglie, capo a forma conica, occhi di colore dorato e grande bocca; presentano pinna adiposa, pinne ventrali e pinna caudale. La livrea cambia a seconda dell’ambiente in cui il pesce vive, in montagna sono più vivaci nel colore con sfumature dorate sui fianchi. La trota è un predatore molto vorace, si nutre di insetti, crostacei, pesci, vermi, rane. Grazie alla bontà delle sue carni è molto utilizzata in cucina, soprattutto nel Nord Italia.

https://youtu.be/7xFWPO_LRAk?si=DuDJ72OZrn_ruQt_

N.09

L’ACQUA.

L’acqua, praticamente la cosa più importante per la vita. A Usseglio l’acqua è ovunque. Praticamente tutte le frazioni hanno una fontana un po’ speciale. C’è una storia legata a una fontana, all’inizio del novecento...

https://youtu.be/7uaP2f6JDSM?si=8zTjoxIj4AMvSeeU

N.10

LA RANA.

Generalmente le rane sono anfibi appartenenti all’ordine degli Anuri, vivono principalmente in acqua, hanno zampe posteriori adatte a saltare, pelle liscia giallo-verde, occhi sporgenti; il vocabolo risale al latino “rana” voce onomatopeica imitante il verso gracidante dell’animale. Mentre il rospo è più terricolo, la rana predilige l’acqua, infatti ha zampe palmate ed è più snella; entrambi si riproducono in acqua. Le varietà della rana sono tantissime, le nostre appartengono alla categorie della Rana Appenninica o Italica Dubois.

https://youtu.be/ZMid8qT3C_4?si=0X3l5cDcK60gJ3vx

franco-provenzale

Savé é biodiversità ënt ël Valadë ëd Leun.

Des pountatë quë, travè ëd link, ou nou portount a la desuerta ëd testimounieunsë presiouzë, counousensë é memorië treumeundaië meuc a veus, travè ëd video.

La lenga è i eust seulla mari ‘dli testimoun, lou francoprouvensal.

Sen ënt ël Valadë ëd Leun, ën peurticoulà ënt la Valada ëd Viù. Giovanni Giacchero, counusù coumë Vanni, ouriginari ‘dla freusioun Fubina ëd Viù é Rosanna Moroni, ouriginaria d’Useui, freusioun ëd Vilareut, ou countount é ou descrivount elemeunt doou soun moundou, cueurtë countë, toc qu’ou font part doou soun savé é ‘dla soua esperensi é qu’ou font part ëd ‘na coultura eundoua la lenga d’ourigin n’eun peurmetët ‘na coumprensioun majour. Onhi lenga è dounët difati prouspetìë diferentë soou real è soou l’imaginari.

N.01

DA LA SEILA (a la moda ëd Viù “LA SOILA”)  A LH’EUNTIC SOULÉ (a la moda ëd Viù “LI BENÀL”)

Ënt eusta pruma poutata dj’alen a counuistri la coultivasioun é la coultura ‘dla seila ënt ël Valadë ëd Leun, l’alimentasioun princhipala për gro ëd ten ën tenti pais ëd mountanhi.

Sescruven ëd co l’arquitetura ëd lh’euntic soulé ato lou cuert fait treudisiounalmeunt propi ato la seil, n’arquitetura ato reis bin eurcaiquë, adiritura riasleunt aou neolitic é druvà finha a nhint gro ët ten feu ënt la Valada ëd Viù.


https://youtu.be/LBcNZdwh4NE?si=PgOFJjgNAbtq2hAO

https://youtu.be/ct5sq4fNjWs?si=-rhcK67WLBRdarX2

N.02

‘NA FIEU RAR STREUMÀ É ËD CHIEUVRË BIN BELË

‘Na reurità boutanica, la quitiva é euntica “Euphorbia gibelliana”, queureteristica ëd queurqui post ‘dla Valada ëd Viù, quë coumë l’araba fenis è tournët a neuva vita da la soua sindra, n’ezempi ëd rezistensi. É euncoù, ënt eusta pounta, n’aoutrou ezempi ëd rezistensi, tra natura é coultura: la peusioun é l’alevameunt ëd ‘na spechë peurticoulà ëd chieuvra, bela esteticameunt, ma qu’è dount poc lait rispet a d’aoutrë rasë. Bin apresiàia ënt ël Valadë ëd Leun, è s’ tratët ‘dla chieuvra chëmousìa.

https://youtu.be/6QixXEUBSD0?si=7J4j4hGp54SvmtZg

https://youtu.be/yRsZPXFsdCM?si=6PgFMKF7JE0okpG5

N.03

GAL QU’OU S’ BATOUNT É GUEUMBËR BIO STREUMÀ

È i eust da li ten più euntic quë diferentë coulturë doou moundou diferentë tra leu, për geu o ecounoumìi, ou i ont struturà é gestì lou nourmal counfrount tra gal. Euncountren ënt eusta pountata peurticoulà rasë ëd gal quë da la Siberia ou aruvount ënt ël Valadë ëd Leun é lh’apasiounà, zbeuruà da la belussi ëd ‘stë bestie, ou diount ëd spechase deudìn. É euncoù, eurcord ëd manhàqu’ou descruvount é ou euncountrount li gueumbër bil é ou s’ treuvount grant eudvant a la minasi dl’incouinameunt é doou queumbiameunt climatic. 

https://youtu.be/-8AuY4OwfRM?si=UciVVXqtW9S_5RuL

https://youtu.be/IVcYz5G2w3Q?si=uwBa7eSfoCx2C3b-

N.04

MINERAL É TERA D’ARGILA

La biodiversità è rigouardët toutë ël foueurmë ezistent é ël coulturë più groupaië a la nutura ou i ont ën soun raport ato ‘stë foueurmë, ën raporto qu’ou portët a countë, qu’ou trameundët counousensë, qu’ou s’ traduit ënt ‘na propria lenga. Ënt eusti teritori francoprouvensal mountan ou i eust proufound lou raport eunsembiou al perë, ou sount terë ëd roc, ou sount ërz’Alp é l’atrasioun për li mineral è i eust vieui parei lou moundou. La tera medema è i eust magistra, ogni tipou ëd teren ou i eu ‘na soua storia eundividouala é couletìa, ‘na soua funsioun.  

https://youtu.be/A87062wGNME?si=RyiV897BNYAlDn8X

https://youtu.be/__up0OuLMLc?si=NcBH4he1JFaIqAOV

N.05

BEUNDÉ É COURBAS.

‘Una ‘dlë pieuntë più belë ëd toutë, për li natìou veuligeun, ma qu a caouza ‘dli quembiameunt climatic é coultural, è i eust a risquiou d’estindioun é eunsembiou è spereit nhint meuc ‘na part ‘dla biodiversità, ma ër co ‘na part ‘dla storia é ‘dlë counousensë d’ën teritori. Dzeuri a li beundé, ënt ‘oou chel, qu’ou vardount da sempër om é coulturë di om, ou volount li courbas, ën tipou d’uzel afasinant, eunteligent é boun a intrà ën relasioun. Ënt eustou noumër ën cazou ezemplar ëd raport é relasioun tra om é courbas.

https://youtu.be/7kKppypocwg?si=kkrTNnNAyW18kXU8

https://youtu.be/WGt9f2RTHF4?si=BwgflE5I0SUsB2U6

N.06

LOU VERQUEUNH O ERBA DOOU BOUN ENRICOU.

Lou verqueunh ou i eust n’erba ‘dli prà ato tenti noum: “lapato untuoso”, “spinas ëd mountanhi”, “crisolocano”, “peruc”, “coulubrina”. Lou soun noum sientific ou i eust “Chenopodiunm bonus henricus », ma ou i eust counusù ato lou noum ëd “Boun Enricou”. È s’ tratët ëd ‘na pieunta erbachea perpetoua, bin apresiàia për lou valour noutritiv, mingìa eun tentë manerë. Counsideràia mingì da povrou, euncui è i eust gro eurchercàia për sustituì lou spinas coumun. Lou noum “Bonus Henricus” ou arcordët Enricou IV, re ëd Navara, proutetoù ‘dli boutanic é dl’agricoultura. Ënt ‘oou 1600 ou i eu dechidù ëd duertà li quenchel doou soun queustel për permetri a li povrou ëd gavase la fam ato ërz’erbë ‘dli soun geurdìn é parei ou lh’ont dedicà st’erba. È s’ cuzinët buìi o friquesià, sëreneunt li but  o ël pountë euncoù nhint meourë; ël fouië più joueun ou s’ dreuvount cruë për saladë galupë. Ou s’ treuvount ënt lh’alp eundoua li teren ou sount bin dru.

https://youtu.be/jLctTjT3Y6s?si=0rrijFDaoYTuJRP-

 

N.07

L’ERBA CHÒRNHI o LOU GUËRSOÙN (a la moda ëd Viù).

Lou guërsoùn ‘dli prà o guërsoun eungleis ou i eust ‘na pieunta anoual qu’è fait part ‘dla famìi ‘dlë “Brassicacee”, adoueurna da coultivà é ato ën boun gust; la cheumba è i eust aouta é ël foië soutilë a foueurma ouvala. Counusù finha da l’euntiquità, ou i erët bin apresià da li Persian daou moumeunt qu’ ou aidët a fa creiri li manhà. Li Roumeun, envechë ou li dounavount prouprietà stimulant ënt li raport d’amour. L’erba chòrnhi è i eust bin aroumatic, ou i eu ën savour brusc é picant. Ric ëd vitaminë (più ëd tout vitamina C) é ëd sal mineral, coumë lou calcho, lou fer, lou manheziou é lou souifrou. Ou i eu ëd co prouprietà diouretiquë, digestivë, qu’ou font bin aou queur é a la presioun, për soun ou i eust ëd co counsiderà ‘na pieunta curatìa. Ën cuzina ou s’ dreuvët për saladë, euntipast é “piadinë”.

https://youtu.be/tCgOXWop34g?si=hq5ruH9tx_B5bEgu

N.08

LA TRUITA.

Truita è i eust lou noum coumun qu’ou butët eunsembiou peus diferent ‘dla famìi ‘dlë “Salmonidae”. Ou i ont lou corp aloungà, eurcuert ëd quitivë scaië, la testa loungi a foueurma d’ën triangouò, lh’ueui sount d’ën couleù dourà è la bouchi greunda; ou i ont ‘na pinna ëd grasi, pinnë zla peunsi é ‘na pinna zla coua. La “livrea”, lou couleù, ou queumbiët a scounda dl’ambient eundoua ou istët loup eus: ën mountanhi ou sount più coulourà ato sfumadurë douraië zli fieunc. La truita è i eust ën predatour bin galup, è migët boië (più ëd tout mouschë) gueumbër, peus, verm, ranë. Grasië a la bountà ‘dla soua carn è vint druvaia ën cuzina, più ëd tout ënt ‘oou Nord Iteulia. 

https://youtu.be/7xFWPO_LRAk?si=DuDJ72OZrn_ruQt_

N.09

L’AIVA.

L’aiva è i eust la choza più eumpourtanta për la vità. A Useui l’aiva è s’ treuveut da toutë ël part. Cazi toutë ël freusioun ou i ont ‘na fountàna ën poc peurticoulà: è i eu ‘na counta groupaia a ‘na fountana, a l’inisi doou neuouseunt… 

https://youtu.be/7uaP2f6JDSM?si=8zTjoxIj4AMvSeeU

N.10

LA RANA.

Ën general ël ranë ou sount anfibi qu’ou font part dl’ourdinn ëd li “Anuri”, ou istount più ëd tout ënt l’aiva, ou i ont piòtë pousteriour bounë për saoutà, la pel seulia jaoun-veurt, ueui spourgent; la parola è vint daou latin “rana” parola “onomatopeica” qu’ è arcordët lou vers grachidant ‘dla bestia. Mentrë lou babi ou i istët più zla tera, la rana è prefereit l’aiva, difati è i eu ël piotë peulmaië é è i eust più soutila; tui’ li dui ou s’ moultilpicount ënt l’aiva. Ël varietà ëd ranë ou sount verameunt tentë, ël nostrë ou font part ‘dla categourìi ‘dla “Rana Appenninica” o “Italica Dubois”.  

https://youtu.be/ZMid8qT3C_4?si=0X3l5cDcK60gJ3vx