Literatura occitana    Tresòr de lenga - Corpus Testuale

GUIDA ALLA LETTURA

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Viene qui di seguito riportata integralmente la tabella delle corrispondenze tra grafemi e pronunce come è stata pubblicata dall'autore nella sezione introduttiva. La variante dialettale occitana è quella di Roure (valle Chisone); la grafia adottata è quella dell'Escolo dóu Po (con l'eccezione di ö - che in EDP è oe oppure eu -, secondo l'uso inaugurato sulla rivista "La Valaddo" della quale Ugo Piton è attivo collaboratore da molti anni).


è: e tonica aperta nell'italiano «terra»;

é: e tonica chiusa nell'italiano «pena»;

ë (raro): e semimuta nel francese «de»;

ò: o tonica aperta nell'italiano «costa»;

ö: oe oppure nel francese «bleu»;

ou: u nell'italiano «luna»;

u: u nel francese «lune» (fuorché nei dittonghi au e in cui si pronuncia come in italiano);

^ l'accento circonflesso e la doppia vocale indicano una vocale prolungata;

ch: italiano c (i);

j: italiano g (i);

que, qui: italiano che, chi;

gue, gui: italiano ghe, ghi;

s: sempre come s nell'italiano «sacco»;

z: sempre come s nell'italiano «rosa»;

lh: gl nell'italiano «egli»;

gl: sempre come gl nell'italiano «glicerina»;

nh: gn nell'italiano «ogni»;

th: t finale schiacciata, più o meno come nel gruppo ti dell'italiano «tiara»;

n finale è velare (italiano «anche») se preceduta da vocale breve: ben «bene»; dentale (italiano «fieno») se preceduta da vocale lunga: bieen «molto», î soûn «(essi) sono», il ân «(essi) hanno».

Le parole che finiscono in consonante sono normalmente accentuate sull'ultima sillaba, per esempio countrariament; fanno eccezione le terze persone del plurale, accentuate sulla penultima: ì tournan «(essi) tornano».



Setà decaire la flammo dei fouìe

Setà decaire la flammo dei fouìe

GUIDA ALLA LETTURA

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Viene qui di seguito riportata integralmente la tabella delle corrispondenze tra grafemi e pronunce come è stata pubblicata dall'autore nella sezione introduttiva. La variante dialettale occitana è quella di Roure (valle Chisone); la grafia adottata è quella dell'Escolo dóu Po (con l'eccezione di ö - che in EDP è oe oppure eu -, secondo l'uso inaugurato sulla rivista "La Valaddo" della quale Ugo Piton è attivo collaboratore da molti anni).


è: e tonica aperta nell'italiano «terra»;

é: e tonica chiusa nell'italiano «pena»;

ë (raro): e semimuta nel francese «de»;

ò: o tonica aperta nell'italiano «costa»;

ö: oe oppure nel francese «bleu»;

ou: u nell'italiano «luna»;

u: u nel francese «lune» (fuorché nei dittonghi au e in cui si pronuncia come in italiano);

^ l'accento circonflesso e la doppia vocale indicano una vocale prolungata;

ch: italiano c (i);

j: italiano g (i);

que, qui: italiano che, chi;

gue, gui: italiano ghe, ghi;

s: sempre come s nell'italiano «sacco»;

z: sempre come s nell'italiano «rosa»;

lh: gl nell'italiano «egli»;

gl: sempre come gl nell'italiano «glicerina»;

nh: gn nell'italiano «ogni»;

th: t finale schiacciata, più o meno come nel gruppo ti dell'italiano «tiara»;

n finale è velare (italiano «anche») se preceduta da vocale breve: ben «bene»; dentale (italiano «fieno») se preceduta da vocale lunga: bieen «molto», î soûn «(essi) sono», il ân «(essi) hanno».

Le parole che finiscono in consonante sono normalmente accentuate sull'ultima sillaba, per esempio countrariament; fanno eccezione le terze persone del plurale, accentuate sulla penultima: ì tournan «(essi) tornano».