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Luoghi dell’Infinito: “Piccoli popoli, grandi anime”.

Luecs de l’Infinit: “Pichòts pòples, grandas ànimas”

di Andrea Fantino

Luoghi dell’Infinito: “Piccoli popoli, grandi anime”.
italiano

In edicola il mensile dell’Avvenire offre uno speciale dedicato alle lingue e alle culture minoritarie in Italia.

Se c’è un quotidiano italiano che nel tempo è andato affermandosi come vera e propria “cassa di risonanza” del Premio Ostana, ebbene, quel quotidiano è L’Avvenire. Da anni le sue pagine culturali offrono ritratti e interviste degli autori che vengono premiati davanti al bel Monviso per le attività e l’impegno che dedicano alla propria lingua madre. Nel 2020, in piena pandemia, un articolo aveva segnalato la conferenza online di Maurizio Gnerre dedicata ad autori sudamericani premiati in passate edizioni, come Maria Clara Sharupi (lingua shuar) e Davi Kopenawa (lingua yanomami). Nel 2021 il titolo era “Se parlarsi è “partatge”” e le interviste erano a Oliver Loode e Davith Hicks, attivisti della diversità linguistica, ospiti della 13.ma edizione della manifestazione. Nel 2022 gli articoli erano dedicati ai premiati Bhuchung D. Sonam e Paulina Kamakine, rispettivamente di lingua tibetana e lingua occitana. Nel 2023 le pagine del giornale cattolico erano state dedicate alla lingua tamajaght di Hawad e al basco dello scrittore Bernardo Atxaga. Nel 2024 l’attenzione era focalizzata su Daniel Petrila, giovane poeta rom. Lo scorso anno la voce è stata data a Kristian Braz, Premio speciale, lingua bretone. 

Dal breve elenco fatto si può notare la costanza e la dedizione verso un tema, quello della difesa e della promozione delle lingue madri, che non si è ancora affermato del tutto nell’immaginario e nella sensibilità dell’opinione pubblica italiana e internazionale. Il breve elenco può dare un’idea della costanza, come detto, ma non della qualità degli interventi, che si possono ben apprezzare anche a distanza di anni. Ma perché tutta questa attenzione? Sicuramente il merito va a Greta Messori, responsabile dei rapporti con la stampa del Premio Ostana, capace di far “risuonare” l’eco del Premio Ostana al di là dei confini valligiani-provinciali-regionali. Ma in questo caso specifico, il merito è giusto darlo anche al giornalista Eugenio Giannetta, che ad Ostana è venuto anche personalmente, ha compreso appieno gli obiettivi e la natura della manifestazione e ha deciso di raccontarla ogni anno, con passione. Forse è per questa ragione che Ines Cavalcanti non si è così sorpresa quando Giannetta l’ha chiamata al telefono informandola della futura pubblicazione di un vero e proprio speciale dedicato alle lingue minoritarie d’Italia. Oggi quello speciale è uscito, lo si trova in edicola, si tratta del mensile dell’Avvenire, si chiama “Luoghi dell’Infinito” e questo mese ha in copertina una bella fotografia di un costume walser di Valsesia. All’interno il titolo dello speciale “piccoli popoli, grandi anime” si accompagna alla fotografia di tre ragazze avvolte da una bandiera occitana, ritratte di schiena, probabilmente ad una manifestazione. Un testo spiega come “il nostro Paese ha una visione di sé monolitica” anche se in realtà “è costellato da minoranze che raccontano storie diverse”, “esempi di una biodiversità culturale spesso ignota ma soprattutto incompresa”. 

Ilaria Fiorentina, docente di sociolinguistica all’università di Pavia, traccia un quadro generale delle “lingue altre” sul territorio italiano, con attenzione ai dialetti e alle minoranze linguistiche storiche e un discorso generale sullo stato delle lingue oggi. A seguire l’articolo di Ines, il cui titolo “Il difficile cammino della coscienza d’oc” sicuramente permette al lettore di Nòvas di immaginarsi i contenuti, una carrellata storica che parte dalla scoperta dell’ “essere occitano” negli anni ‘60 alla presenza sul territorio di tante iniziative culturali (compresa il Premio Ostana) senza dimenticare l’abbandono delle istanze politiche nate negli anni ‘70. 

Alcuni di voi ricorderanno Anna Maria Bacher, poetessa in lingua walser, Premio Ostana nel 2019. A lei il compito di tuffare il lettore nella cultura walser, con particolare attenzione alla dimensione religiosa. Stefano Fabris racconta il mondo dei cimbri, dalla prospettiva di chi è arrivato da lontano ed è stato accolto in una piccola comunità di cui presto ha sentito la necessità di apprenderne la lingua. “Incensi e murales. Ecco la Calabria albanese” è il viaggio di Massimiliano Rella nella Calabria Arbëreshe, alla scoperta della storia della minoranza albanese a partire dall’arte pubblica e religiosa. Chiude lo speciale lo stesso Eugenio Giannetta, con un’intervista al musicista Santino Spinelli, di lingua e cultura rom. Un nome importante, autore di libri e grande divulgatore, recentemente ha suonato anche al Teatro alla Scala come solista, in un concerto che ha avuto un forte senso simbolico per una minoranza da sempre oggetto di discriminazioni sociali e razzismo. Discriminazioni che non l’hanno risparmiata neppure quando è stata concepita e poi approvata in parlamento la legge 482/99 che tutela le dodici minoranze linguistiche storiche in Italia. Con malincuore scopro sulle pagine de “Luoghi dell’infinito” che la lingua romanì era la tredicesima lingua prevista, “eliminata dal testo finale per soddisfare le richieste dei partiti di opposizione dell’epoca (Forza Italia e Allenza Nazionale), evitando così di comprometterne l’approvazione”. Credo che sia un’ingiustizia nel senso più stretto del termine, mi pare assurdo che la lingua romanì (per chi non lo sapesse è lingua che appartiene al gruppo neoindiano, come il punjabi o il kashmiro) non possa avere la tutela e la promozione che merita. Come tutte le altre lingue madri. Come tutti gli altri “piccoli popoli, grandi anime”.

occitan

En edícola lo mensil de l’Avvenire òfr un especial dedicat a las lengas e a las culturas minoritàrias en Itàlia.

Se lhi a un quotidian italian que ental temp s’es afermat coma una vera e pròpia “caissa de ressonança” dal Prèmi Ostana, e ben, aquel quotidian es L’Avvenire. Despuei d’ans sas pàginas culturalas òfron de retrachs e d’entervistas de lhi autors que venon premiats derant al bèl Vísol per las activitats e l’empenh que dédicon a lor lenga maire. Ental 2020, en plena pandèmia, un article avia senhalat la conferença online de Maurizio Gnerre dedicaa a d’autors sudamericans premiats  dins d’edicions passaas, coma Maria Clara Sharupi (lenga shuar) e Davi Kopenawa (lenga yanomami). Ental 2021 lo títol era “Se parlarsi è “partatge”” e las entervistas eron a Oliver Loode e Davith Hicks, activistas de la diversitat linguística, òstes de la tretzena edicion de la manifestacion. Ental 2022 lhi articles eron dedicats a lhi premiats Buchung D. Sonam e Paulina Kamakine, respectivament de lenga tibetana e lenga occitana. Ental 2023 las pàginas dal jornal catòlic eron istaas dedicaas a la lenga tamajaght de Hawad e al basc de l’escritor Bernardo Atxaga. Ental 2024 l’atencion era istaa focalizaa sus Daniel Petrila, jove poèta rom. L’an passat la vòutz es istaa donaa a Kristian Braz, Prèmi especial, lenga bretona.

De la brèva lista facha se pòl notar la constança vèrs un tèma, aquel de la defensa e de la promocion de las lengas maires, que s’era pas encara afermat dal tot dins l’imaginari e dins la sensibilitat de l’opinion pública italiana e internacionala. La brèva lista pòl donar un’idea de la constança, coma dich, mas ren de la quantitat de lhi intervents, que se pòlon ben apreciar bèla a après d’ans. Mas perquè tota aquesta atencion? De segur lo mèrit vai a Greta Messori, responsabla de l’estampa dal Prèmi Ostana, capabla de far “ressonar” l’eco dal Prèmi Ostana al delai di confins valadencs-provincials-regionals. Mas dins aqueste cas específic, lo mèrit es just donar-lo decó al jornalista Eugenio Giannetta, que a Ostana es vengut decó de personalment, que a comprés plenament lhi objectius e la natura de la manifestacion e a decidat de contar-la chasque an, abo passion. Benlèu es per aquesta rason que Ines Cavalcanti s’es pas estonaa quora Giannetta l’a sonaa al telèfon en l’informant de la futura publicacion d’un ver e pròpri especial dedicat a las lengas minoritàrias d’Itàlia. Encui aquel especial es salhit, se tròba en edícola, se tracta dal mensil de L’Avvenire, se sòna “Luoghi dell’Infinito” e  aqueste mes en cubertina a una bèla fotografia d’un costum walser de Valsesia. Dedins lo títol de l’especial “pichòts pòples, grandas ànimas” s’acompanha a la fotografia de tres filhas envertolhaas da una bandiera occitana, pilhaas d’eschina, probabilment a una manifestacion. Un tèxt esplega coma “nòstre País a una vision de sé monolítica” bèla se en realtat “es constellat da de minoranças que racònton d’estòrias diferentas”, “exèmples d’una biodiversitat culturala sovent inhoraa mas sobretot incompresa”.

Ilaria Fiorentina, docenta de sociolingüística a l’universitat de Pavia, traça un quadre general de las “lengas autras” sal territori italian, abo un’atencion a lhi dialècts e a las minoranças linguísticas estòricas e un descors general sus l’estat de las lengas encui. A seguir l’article de Ines, dont lo títol “Lo difícil chamin de la consciença d’òc” de segur permet al lector de Nòvas d’imaginar-se lhi contenguts, una carrelaa estòrica que part da la descubèrta de l’ “èsser occitan” enti ans ’60 a la presença sal territòri d’un baron d’iniciativas culturalas (comprés lo Prèmi Ostana) sensa desmentiar l’abandon de las instanças políticas naissuas enti ans ‘70.

Quarqu’un de vosautri se navisarè de Anna Maria Bacher, poetessa en lenga walser, Prèmi Ostana 2019. A nilhi l’encharja de plonjar lo lector dins la cultura walser, abo un’atencion particolara a la dimension religiosa. Stefano Fabris racònta lo mond di cimbres, da la prospectiva de qui es arrubat de luenh e es istat aculhit dins una pichòta comunitat dont fito a sentut lo besonh d’aprene la lenga. “Incens e murales. Vaquí la calàbria albanesa” es lo viatge de Massimiliano Rella dins la Calàbria Arbëreshe, a la descubèrta de l’estòria de la minorança albanesa a partir da l’art pública e religiosa. Sèrra l’especial lo mesme Eugenio Giannetta, abo un’entervista al musicista Santino spinelli, de lenga e cultura rom. Un nom important, autor de libres e grand divulgator, recentment a sonat decò al Teatro alla Scala coma solista, dins un concèrt que a agut un fort sens simbòlic per una minorança da sempre objècts de discriminacions socialas e de racisme. Discriminacions que l’an ren esparmiaa nimanc quora es istaa concebua e après aprovaa en parlament la lei 482/99 que tutèla las dotze minoranças linguísticas en Itàlia. Abo desplaser descuerbo sus las pàginas de “Luoghi dell’infinito”  que la lenga romanì era la tretzena lenga prevista, “eliminaa dal tèxt final per sodisfar las requèstas di partits d’oposicion de l’època (Forza Italia e Alleanza Nazionale), en evitant de ne’n comprométer  l’aprovacion”. Creo que sie un’injustícia ental sens pus estrech dal tèrme, me semelha absurd que la lenga romanì (que per qui lo saubesse ren es una lenga que aparten al grop neoindian, coma lo panjabi e lo kashmir) pòle ren aver la tutèla e la promocion que mèrita. Coma totas las autras lengas maires. Coma tuchi lhi autri “pichòts pòples, grandas ànimas”.