Annunciati i premiati e il programma completo
della XVII edizione del Premio delle lingue madri dal mondo
Ostana (CN), da venerdì 27 a domenica 29 giugno 2025
Lingua: cerma (Burkina Faso); curda (Siria); malagasy tsimihety (Madagascar); croata (Italia); bretone (Francia); galiziana (Spagna); irlandese (Irlanda) e come sempre occitana
“Sensa raïtz pas de flors”
“Senza radici non ci sono fiori”
Il “Premio Ostana: scritture in lingua madre” è l’evento internazionale dedicato alle lingue madri che ogni anno riunisce a Ostana (CN), borgo occitano ai piedi del Monviso, autori di lingua madre da tutto il mondo per una celebrazione della biodiversità linguistica attraverso parole, musica, cinema, all’insegna dello spirito della convivenza tipico della cultura occitana.
Il Premio torna per la sua XVII edizione da venerdì 27 a domenica 29 giugno, come sempre nel centro polifunzionale della borgata Miribrart. Nella sua storia, il festival ha dato voce a 96 autori di 50 lingue da tutti e 5 i continenti, consolidando una vera e propria rete internazionale di autori, appassionati e sostenitori della diversità linguistica che fanno di Ostana un appuntamento di riferimento in tutto il mondo, riconosciuto anche dall’Unesco, che ha proclamato il “Decennio Internazionale per le lingue indigene 2022-2032”, e da due network internazionali fondamentali per la difesa della diversità linguistica come ELEN (European Language Equality Network) e NPLD (Network to Promote Linguistic Diversity). Le sinergie che si creano anno dopo anno tra i Premiati, gli invitati e i collaboratori del Premio fanno nascere collaborazioni uniche, che hanno consolidato il Premio Ostana non solo come un’istituzione per la difesa delle lingue madri, ma anche un luogo di creazione artistica collettiva internazionale che perdura oltre gli appuntamenti del Festival.
“Sensa raïtz pas de flors” - senza radici non ci sono fiori – è il motto che guida lo spirito degli incontri di questa edizione, e che ha ispirato il Collettivo Premio Ostana nella composizione dell’omonima canzone-inno che accompagnerà le celebrazioni del festival. Si tratta di un verso antico, nato nella poesia dei trobadors e delle trobairitz dell’Occitania medievale. Un’immagine semplice e potente: senza radici, nessun albero cresce, nessun fiore sboccia, nessun colore accende il mondo. Così sono le lingue madri: radici profonde che nutrono le identità, che danno forma ai pensieri, che raccontano visioni del mondo irripetibili. Ogni lingua porta con sé la memoria di un popolo, il cammino di una cultura viva, capace di incontrare, contaminare, trasformare e così facendo proiettarsi nel futuro. Preservare una lingua significa non lasciare appassire quel fiore unico che essa rappresenta. Il Premio Ostana nasce da questa consapevolezza: celebrare le lingue come semi di futuro, come gesti di cura verso ciò che ci rende umani, diversi e insieme parte dello stesso giardino. In questo spirito nasce la canzone ideata dal Collettivo Premio Ostana, il gruppo di lavoro che anima e segue il Premio Ostana nella sua parte performativa (Paola Bertello, Flavio Giacchero, Luca Pellegrino, Marzia Rey). Il testo prende ispirazione dalla canso “Can vei la flor” di Bernart de Ventadorn, uno dei più grandi trovatori del XII secolo. Le prime due strofe originali sono state intrecciate a un refrain di nuova composizione che si innesta sulle parole del trobador. Il canto vuole costruire un ponte: tra poesia e contemporaneità, tra le radici della cultura occitana e l’urgenza del nostro tempo. Un inno alla cura, all’amore e alla convivenza, contro i venti di guerra e divisione.
Il video della canzone è disponibile su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=T42_gqJbBEU
Il Premio Ostana è un premio letterario, di traduzione, di musica e di cinema dedicato alle lingue madri, senza distinzione di numero dei parlanti o ampiezza del territorio. Gli autori e le autrici premiati nella XVII edizione saranno:
Kristian Braz (lingua bretone, Francia) - Premio speciale; Soulama Maténé Martine "Téné Tina” (lingua cerma, Burkina Faso) - Premio internazionale; Francesca Sammartino (lingua croata, Italia) - Premio minoranze linguistiche storiche in Italia; Berta Dávila (lingua galiziana, Spagna) - Premio giovani; Éamon Ó Ciosáin (lingua irlandese, Irlanda) - Premio traduzione; Estelle Ceccarini (lingua occitana, Francia) - Premio lingua occitana; Marie Olga Sohantenaina, in arte “Olga del Magascar” (lingua malagasy tsimihety, Madagascar) - Premio musica; Mano Khalil (lingua curda, Siria) - Premio cinema. Otto categorie per otto artisti che, accompagnati da un tutor, trascorreranno a Ostana le giornate del 27-28-29 giugno in compagnia del pubblico in un clima di scambio e di convivéncia.
Commenta Ines Cavalcanti, Direttrice Artistica del Premio Ostana: “Tutti gli artisti invitati al Premio Ostana sono caratterizzati da una poliedrica personalità che li porta ad agire in un campo specifico ma nel contempo a essere riferimenti importanti per la loro comunità, promotori di un vero e proprio risveglio della coscienza linguistica dei luoghi che abitano. Abbiamo voluto evidenziare la loro forza e consapevolezza linguistica e sociale, legando i loro nomi a caratteristiche specifiche che ben rappresentano. Ecco che quindi la lingua può essere vista come istinto, condivisione, autodeterminazione, casa, difesa, memoria storica, responsabilità e paesaggio. Testimonianze autentiche di un pensiero che ha fiducia nella ricchezza della diversità umana e che si oppone all'omologazione culturale oggi imperante”.
Il racconto del programma e delle storie dei Premiati 2025
Lingua come istinto: Berta Dávila
“Il linguaggio è il luogo da cui ogni scrittore scrive, il luogo da cui osserva la realtà, il luogo da cui si relaziona con la memoria e con l’immaginazione, con il pensiero e con gli altri.”
In un’edizione guidata dal motto “Sensa raïtz pas de flors” è naturale pensare alle lingue madri come forze istintive, che tendono sempre al futuro se messe nelle condizioni di fiorire. Il Premio giovani di questa edizione, Berta Dávila, incarna perfettamente questo spirito. Classe 1987, nata a Santiago de Compostela, Berta è poetessa e narratrice, autrice di romanzi e di albi illustrati per ragazzi. Con la raccolta “Raíz da fenda” ha vinto il Premio Johán Carballeira per la poesia, successivamente il Premio della critica spagnola e il Premio dell'Associazione degli scrittori in lingua galiziana nella categoria poesia. Ha scritto diversi romanzi, tra i quali "L'ultimo libro di Emma Olsen" - vincitore di numerosi riconoscimenti e pubblicato in italiano nel 2022 da Aguaplano – e varie opere rivolte al pubblico più giovane, anch’esse vincitrici di numerosi premi, dimostrando un costante riconoscimento da parte della critica. Tutta la sua opera, seppur fortemente radicata nella tradizione letteraria galiziana, ha raggiunto un pubblico ampio grazie alle traduzioni in castigliano, catalano e italiano, confermando la sua capacità di trasformare la letteratura in un ponte culturale fra generazioni e territori, coniugando memoria e innovazione. Il Premio giovani le viene conferito per l’eccezionale traiettoria come scrittrice e poetessa, per la capacità di rinnovare il linguaggio letterario con una voce autentica e originale e per il contributo alla diffusione della letteratura in lingua galiziana oltre i suoi confini naturali. Berta Dávila sarà protagonista di una conversazione con Guglielmo Diamante intitolata “Nuove tecnologie e mondi virtuali nella letteratura di una giovane scrittrice galiziana”, in programma sabato 28 giugno alle 11:30.
Lingua come condivisione: Éamon Ó Ciosáin
“Non ho fatto questo lavoro da solo. Ho sempre lavorato seguendo l’esempio del “meitheal”, la cooperazione comunitaria che fa parte della cultura irlandese. Siamo più forti quando lavoriamo insieme. Per questo credo che la ricchezza delle lingue madri debba essere promossa condividendola, e per questo mi occupo di tradurle.”
La traduzione e la condivisione sono alleati fondamentali per la sopravvivenza delle lingue madri e la missione del Premio Ostana è proprio quella di creare spazi di collaborazione e contaminazione positiva, mescolando radici per rinvigorire la biodiversità linguistica che rischia di perdersi, schiacciata dalla globalizzazione. Per questa ragione, il Premio traduzione è da sempre un riconoscimento fondamentale nella storia del Premio e quest’anno ad essere premiato sarà il lavoro prezioso e unico di Éamon Ó Ciosáin. Cresciuto in una famiglia in cui si parlava la lingua celtica ancestrale d’Irlanda, il gaelico, Éamon scopre il bretone negli anni dell’università, dove si è laureato in inglese e francese antichi. Affascinato dal bretone, ne approfondisce lo studio in Bretagna, dove ha l’opportunità di conoscere l’opera di diversi poeti. Da questo incontro nasce l’ispirazione di creare un ponte tra lingue minoritarie, ed è così che Éamon intraprende un grande lavoro di traduzione delle poesie bretoni in gaelico irlandese e viceversa, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico verso la letteratura gaelica contemporanea, pressoché sconosciuta in Francia, e far conoscere la letteratura in lingua irlandese ai bretoni, pubblico ricettivo e spesso entusiasta. Oltre ad aver collaborato alla realizzazione del Dizionario irlandese-bretone, Éamon è membro fondatore della stazione radio comunitaria in lingua irlandese “Raidió na Life” e collabora con riviste, giornali e programmi in lingua bretone su radio locali e Radio France di Bretagna, per commentare le politiche linguistiche in entrambi i paesi. Nel 2024 è stato insignito dell’Ordine dell’Ermellino come riconoscimento del suo contributo alla promozione della lingua bretone e della Bretagna. Il Premio Ostana vuole a sua volta riconoscere il suo impegno unico e fondamentale nel costruire ponti tra due lingue di straordinario potenziale culturale. La sua opera dimostra che nella difesa delle lingue madri, piú che mai, l’unione fa davvero la forza. Éamon Ó Ciosáin si racconterà sabato 28 giugno, alle 16:30, in una conversazione a cura di Teresa Geninatti Chiolero.
Lingua come autodeterminazione: Kristian Braz
"Come diceva un mio amico di Brest: la mia lingua materna non è la lingua di mia madre."
Fin da quando era bambino Kristian Braz ha inseguito la sua lingua. Classe 1949, nato sui Monts d'Arrée, Kristian è il più giovane in una casa in cui i genitori, seppur entrambi madrelingua bretoni, decidono di parlare solo francese coi figli. Sono tempi in cui bisogna parlare il francese se si vuole sperare di avere successo nella vita. Negli anni Settanta, però, Kristian frequenta l’Università di Rennes e lì riscopre una passione istintiva per la lingua bretone, che inizia a studiare con tutti i mezzi possibili: dal cinema alla poesia, dalla traduzione all’attivismo. È l’inizio di un lungo viaggio di riappropriazione culturale e personale di una lingua madre ma non materna, una missione che si fa ancora più militante quando, nel 1992, diversi bretoni vengono arrestati per aver ospitato dei ricercati baschi: Kristian si adopera per raccogliere più di cinquanta testimonianze, così da esporre chiaramente i fatti, restituendo dignità e diritti agli attivisti arrestati. Il film che ne è nato è diventato un’opera di riferimento, così come fondamentale diventerà anche il suo lavoro di traduzione di grandi autori della letteratura dall’inglese al bretone (tra i quali, John Steinbeck, Jack London, JD Salinger, Jack Kerouac). Kristian si dedica alla scrittura in bretone con pubblicazioni per bambini e giovani, che hanno ricevuto numerosi riconoscimenti per il loro valore didattico e formativo. Grazie alla sua personalità poliedrica, Kristian Braz ha dedicato al bretone l’intera vita: il Premio Ostana gli conferisce il Premio speciale 2025 per l’impegno a tutto campo e la forte determinazione nel promuovere la propria lingua madre, toccando ogni aspetto della cultura, dalla scrittura alla ricerca, dalle trasmissioni radio all’insegnamento, dalla traduzione alla divulgazione. Braz converserà con Bernez Rouz sull’importanza di creare letteratura, sabato 28 giugno alle 14:30.
Lingua come casa: Mano Khalil
“Come tutti i bambini curdi ho avuto un’infanzia difficile. Parlare curdo a scuola era proibito e per noi era normale che fosse cosi; però a casa i nostri genitori ci raccontavano storie curde, ascoltavamo musica curda. Ricordo nitidamente di aver pensato: perché una canzone curda mi tocca l’anima in modo così profondo, mentre una araba no? La canzone curda risuonava profondamente nel mio cuore. Come mai? Perché ero diverso, il mio cuore aveva colori diversi. Per questo ho deciso che nella mia vita avrei fatto qualcosa per consegnare le storie curde al mondo.”
Per un popolo, parlare la propria lingua è un modo per sentirsi a casa anche quando è lontano da casa, o persino quando a casa proprio non ci può tornare. Lo sa bene Mano Khalil, Premio cinema della XVII edizione. Nato nel Kurdistan siriano, obbligato a frequentare le scuole arabe, studia Storia e Giurisprudenza all'Università di Damasco ma nel 1987 si trasferisce nell'allora Cecoslovacchia per studiare cinema, spinto dall’impulso di cercare una forma di resistenza alternativa alle armi, che potesse difendere i diritti, preservare l’identità e sostenere la dignità umana, e dalla convinzione che il cinema fosse (e sia tuttora) uno dei mezzi più potenti per esprimere sogni, speranze e umanità. Lavora per la televisione slovacca fino al 1996, anno in cui gira un film in Siria sui curdi, “The place where God sleeps” (Dove Dio dorme), e dopo aver ricevuto minacce dal regime è costretto a lasciare il paese. Si trasferisce in Svizzera, dove consolida la sua carriera di regista di fiction e documentari. Nel 2012 fonda la sua casa di produzione, la Frame Film, e nel 2021 “Neighbours” (Vicini) viene presentato in anteprima mondiale in oltre duecento festival cinematografici, tra cui il Festival di Locarno, ricevendo settanta premi a livello mondiale. Nel film, il popolo e la cultura curda sono soffocati e smembrati in quattro nazioni che ne vogliono cancellare la storia: la lingua costituisce il terreno politico e centrale della sopravvivenza e della lotta per l'autodeterminazione di un intero popolo. Il Premio Ostana vuole riconoscere la grande capacità di Mano Khalil di rendere universale la storia del popolo curdo, che incarna appieno il valore della lingua non solo come strumento di resistenza, ma anche come casa. Mano Khalil racconterà “Il cinema, l’identità e il paradosso dell’esilio” in una conversazione con Antonello Zanda del Babel Film Festival, venerdì 27 giugno alle 20:45. Seguirà la proiezione del film Neighbours.
Lingua come strumento di difesa: Soulama Maténé Martine "Téné Tina"
“Una delle mie sorelle ha quasi perso la vita in una storia di matrimonio forzato. A quel punto ho sentito la necessità di impegnarmi nella difesa della condizione femminile. Ho scelto come mezzo di comunicazione la musica e la scrittura nella nostra lingua, per raggiungere il maggior numero di persone possibile nella nostra comunità e sensibilizzare le donne su queste pratiche nefaste con un linguaggio che fosse loro famigliare.”
Soulama Maténé Martine è nata nella regione detta “delle Cascate”, nel sud-ovest del Burkina Faso, dove è diffusa la lingua cerma, parlata da cinquecentomila persone tra Burkina Faso e il nord della Costa d’Avorio. È autrice poliedrica - interprete, compositrice, drammaturga, attrice e scrittrice – fortemente impegnata nella difesa della donna, attività che l’ha portata ad essere segretaria generale dell’Associazione Culturale Femminile “Le amazzoni di Santa”. Gran parte dei suoi testi difendono le cause della donna rurale, delle giovani ragazze e denunciano le violenze troppo spesso perpetrate nei loro confronti. Temi come i matrimoni forzati, l’escissione, l’assenza di scolarità per le ragazze, la stigmatizzazione della donna, le violenze coniugali sono al centro della sua scrittura e l’essenza della sua ispirazione. Ha deciso di scrivere in cerma, la sua lingua madre, per farsi capire dalla società che la circonda e guida svariate attività di promozione del cerma, rivolte soprattutto alle nuove generazioni. La lingua madre, dimostra Tené Tina, può davvero diventare uno strumento di difesa. A Ostana le verrà conferito il Premio internazionale di questa edizione, per la sua dedizione nella difesa dei diritti delle donne e nella promozione delle lingue madri, nella speranza che tale riconoscimento internazionale possa aiutarla a raggiungere un pubblico sempre più ampio, nella sua lotta per l’eliminazione di ogni violenza e discriminazione. “Lingue madri, diritti delle donne e culture materiali” è il titolo della conversazione con Oliviero Vendraminetto in programma domenica 29 giugno alle 10:00.
Lingua come memoria storica: Francesca Sammartino
“La nostra lingua e la nostra identità sono sopravvissute così a lungo anche grazie alle tante persone che hanno lottato e lottano per non far dimenticare chi siamo e mantenere viva la nostra parola. Dobbiamo lasciare tracce del nostro presente per il nostro futuro. Fra 500 anni, quando probabilmente la nostra lingua non sarà più parlata, qualcuno potrà conoscere la nostra storia, le nostre origini e la nostra cultura.”
Francesca Sammartino (classe 1994) è nata e cresciuta a Montemitro, un piccolo borgo del Molise, in una famiglia della minoranza croata, molto attiva nella promozione e salvaguardia della lingua (il na-našo) e della cultura croato-molisana, eredità di un grande flusso migratorio che risale al 1500. Sin da bambina Francesca è stata immersa nelle tradizioni della sua comunità, che ha contribuito a difendere e promuovere con grande passione. Attraverso la sua formazione accademica a Zagabria, che l'ha portata a ottenere prestigiosi premi e una cattedra di Italianistica, e la sua ricerca sul contatto linguistico tra croato e italiano, ha contribuito in maniera significativa alla comprensione e valorizzazione della lingua croato-molisana, un patrimonio culturale che rischiava di scomparire. Oltre all’ambito accademico, come presidente della Fondazione “Agostina Piccoli”, Francesca ha dato nuova linfa a progetti di tutela e promozione linguistica, tra cui la raccolta di testi letterari e l’organizzazione della “Večera Na-Našo” (Serata croato-molisana). A parte continuare l’impegno e scrupoloso lavoro dei suoi genitori con tenacia e pazienza, Francesca è diventata una figura di riferimento per le nuove generazioni, riuscendo a coniugare tradizione e innovazione. Il Premio Ostana le viene conferito per il suo lavoro straordinario di ricercatrice, attivista culturale, musicista e leader di fortissima determinazione e dedizione nel rivitalizzare e preservare il na-našo, memoria storica di un popolo e un vero miracolo linguistico che viene portato avanti come faro di speranza per le lingue madri per il presente e per il futuro. Francesca racconterà il suo impegno, sabato 28 giugno alle 10:00, in un incontro curato da Mariona Miret e intitolato “Custodi di una lingua vivente: il na-našo in Molise”.
Lingua come responsabilità: Olga del Madagascar
“La perdita di due miei nipoti nel naufragio di una nave carica di tronchi di palissandro del Madagascar, illegalmente tagliati, è stata una tragedia che mi ha fatto capire come ambiente e umanità siano strettamente collegati: salvando l’uno si salva anche l’altra. Così, ho deciso di usare la mia voce e la lingua rappresentativa della mia cultura per sostenere questa missione. In Madagascar si dà più ascolto ai cantanti piuttosto che ai politici e ai giornalisti, per questo motivo credo che il mio lavoro possa essere utile.”
Marie Olga Sohantenaina – in arte Olga del Madagascar – vive da anni in Italia ma è nata ad Andapa, nel nord-est del Madagascar, un paese unico al mondo, ricco di una biodiversità straordinaria, abitato da un popolo dalle molteplici origini. Spinta da una grave tragedia famigliare, con la sua voce denuncia la minaccia verso questi tesori naturali, a rischio a causa della deforestazione e della perdita di habitat. Mediante la sua musica, basata sui ritmi tradizionali e su testi in lingua malagasy, Olga lancia un accorato grido d'allarme per la conservazione dell'ambiente e la salvaguardia di ecosistemi tra i più ricchi e vulnerabili al mondo. Ha scelto di cantare prevalentemente nella sua lingua madre perché il malagasy incarna perfettamente la sua missione: appartiene alla famiglia delle lingue austronesiane, essendo in pratica un dialetto originario del Borneo meridionale, a dimostrazione di come le culture si arricchiscano – proprio come la biodiversità – quanto più hanno occasione di mescolarsi e contaminarsi. Difendere una lingua significa difendere un habitat, un mondo unico e irripetibile che non possiamo permetterci di perdere. Il Premio Ostana le conferisce il Premio musica 2025 per il suo impegno nella difesa e nella tutela della biodiversità linguistica, culturale, biologica. Per aver mantenuto viva, usando la sua voce unica, l’attenzione su questi temi e per promuovere il cambiamento. Il canto in lingua madre, che parla della terra, delle discriminazioni, della salvaguardia della biodiversità in ogni sua forma, è un canto che parla alla nostra contemporaneità. Olga converserà con Flavio Giacchero sabato 28 giugno alle 21:00. A seguire, il Collettivo Premio Ostana sarà protagonista di una serada en convicéncia, all’insegna della creazione artistica condivisa e della contaminazione positiva.
Lingua come paesaggio: Estelle Ceccarini
“Mi sembra importante la scelta dei luoghi del Premio: le montagne oggi sono un riparo per la natura e la biodiversità, e in modo naturale Ostana è un rifugio per la biodiversità linguistica e culturale.”
La lingua madre ospita in sé un mondo intero, e spesso i vocaboli necessari per descrivere i paesaggi – reali e immaginari – che ci circondano vengono proprio forniti dalla nostra lingua materna. Estelle Ceccarini, classe 1978, figlia di allevatori cresciuta tra Nîmes e la Piccola Camargue, ha trovato nella lingua della terra, dei cavalli, delle piante la poesia necessaria a raccontare i suoi luoghi, sin dall’infanzia. Da adolescente approfondisce la sua conoscenza della lingua attraverso la lettura dei grandi autori provenzali (Mistral, D’Arbaud) e parallelamente apprende la grafia classica, che le dà accesso ai grandi nomi della letteratura occitana (Max Roquette, Robert Lafont). Prosegue, poi, i suoi studi all’École normale supérieur di Fontenay-Saint-Cloud, ottenendo un dottorato in studi romanzi. Attualmente è docente di studi italiani all’Università di Aix-Marseille e abilitata in lingue minoritarie dal Conseil national des universités. Cofondatrice dei Rencontres de Salinelles, dedicati alla creazione letteraria in occitano, ha sempre affiancato agli studi un grande impegno letterario, pubblicando diverse raccolte di poesie, coronato nel 2023 con il prestigioso Prix Mistral. Il Premio Ostana ha scelto Estelle Ceccarini come Premio lingua Occitana 2025 per la sua straordinaria capacità di incarnare nella sua opera la luce delle vaste distese camarghesi e la magia della sua terra, capace di ispirare poesia e arte: una lingua-paesaggio che mette le sue radici nella grande tradizione occitana e che, grazie al lavoro e all’impegno di autori e autrici contemporanee di cui Estelle è indubbia referente, si tramanda di generazione in generazione, come un prezioso tesoro.
“Dal paesaggio dell’infanzia al soffio della poesia” è il titolo dell’incontro che vedrà dialogare Estelle Ceccarini con Corinne Lheritier, venerdì 27 giugno alle 16:00, dopo la cerimonia di apertura della XVII edizione del Premio Ostana.
La Cerimonia di premiazione della XVII edizione del Premio Ostana si terrà domenica 29 giugno a partire dalle 14:00. Nel corso della premiazione – che sarà presentata da Paola Bertello – si alterneranno diverse performance artistiche con gli autori, a cura del Collettivo Premio Ostana. Quest’anno, per la prima volta, la cerimonia di premiazione sarà trasmessa in diretta streaming e radio grazie alla collaborazione con Radio Beckwith. Sul canale YouTube del Premio Ostana è disponibile una playlist con le video-dichiarazioni dei premiati dell’edizione 2025: PLAYLIST
Il programma completo di tutti gli incontri del Premio è disponibile e costantemente aggiornato sul sito www.premiostana.it. Gli incontri saranno come sempre a ingresso libero e gratuito.
Comitato organizzatore
Giacomo Lombardo / Presidente
Ines Cavalcanti / Direttrice artistica
Con Peyre Anghilante, Paola Bertello, Andrea Fantino, Teresa Geninatti, Matteo Ghiotto,
Flavio Giacchero, Mariona Miret, Luca Pellegrino, Marzia Rey, Fredo Valla.
Viso a Viso - Cooperativa di Comunità e Associazione Chambra d’Oc
Per informazioni:
chambradoc@chambradoc.it - tel: 328.3129801 - www.premioostana.it
Per richieste della stampa:
premioostana@gmail.com - +39 3395252749
Il “Premio Ostana: scritture in lingua madre – escrituras en lenga maire” è ideato da Chambra d’oc, promosso e sostenuto da: Regione Piemonte, Comune di Ostana, Fondazione CRC, Fondazione CRT, ATL Cuneo, Babel Film Festival, CIRDOC, Pen club Occitan, Cooperativa di Comunità Viso a Viso, Uncem. In collaborazione con Radio Lenga d’Oc, Jornalet, Radio Beckwith, Nethics.
Albo d’oro delle lingue premiate a Ostana nelle precedenti edizioni:
Dall’Europa: occitano (Francia - Italia), friulano (Italia), Cimbro (Italia), ladino (Sud Tirolo), sardo (Italia), romanì (Romania), sloveno (Slovenia, Italia), aragonese (Spagna), galiziano (Spagna), basco (Spagna), catalano (Spagna) e la variante di Alghero (Italia), maltese (Malta), frisone (Olanda), griko (Italia), bretone (Francia), romancio (Svizzera), nynorsk (Norvegia), sami (Lapponia: Norvegia, Svezia), letgallo (Lettonia), gaelico (Scozia), gallese (Regno Unito), cornico (Regno Unito), irlandese (Irlanda), albanese (Kosovo – ex Jugoslavia), ciuvascio ed even (Russia), Walser (Svizzera, Germania, Italia), uralico (Europa orientale e settentrionale), arbëreshe (Italia, Albania), romani (Romania); dall’Africa: yoruba (Nigeria), amazigh-kabilo (Algeria - Marocco), tamajaght (Sahara), capoverdiano (Capo Verde), dioula (Burkina Faso); dall’Asia: armeno (Armenia), tibetano (Cina), curdo (Turchia), ebraico (Israele), karen (Thailandia - Myanmar); dalle Americhe: huave (Messico), mazateco (Messico), tutunaku (Messico), cheyenne (USA), navajo (USA), shuar (Ecuador), innu (Canada), guaranì (Paraguay) e infine dall’Oceania: lingua maori (Nuova Zelanda).
Info canzone della XVII edizione:
Testo: Bernart de Ventadorn e Collettivo Premio Ostana
Musica: Collettivo Premio Ostana
Produzione: Chambra d’Oc, XVII edizione Premio Ostana
Registrazione, mix e master: Kalakuta ReCpublic Studio, Enrico Arnolfo
Videoclip: Bruno Genotti
Collettivo Premio Ostana: Paola Bertello (voce), Flavio Giacchero (clarinetto basso), Luca Pellegrino (chitarra, voce), Marzia Rey (violino, voce)
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