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Edizione 2025

Edizione 2025

Dalla “Teoria delle finestre rotte” al “Paese della poesia”: l’impegno e la devozione alla lingua croato-molisana di Francesca Sammartino

Da la “teoria de las fenèstras brisaas” al “País de la poesia”: l’empenh e la devocion a la lenga croato-molisana de Francesca Sammartino

di Andrea Fantino

Dalla “Teoria delle finestre rotte” al “Paese della poesia”: l’impegno e la devozione alla lingua croato-molisana di Francesca Sammartino
italiano

Il Premio minoranze linguistiche storiche in Italia ricorda a tutti che la promozione di una lingua madre è anche una questione di mimesi.

Era il 1969 quando il professore Philip Zimbardo realizzò un esperimento di psicologia sociale per conto dell’Università di Stanford. Due automobili identiche, della stessa marca, modello e colore vennero abbandonate in strada, entrambe senza targhe e con il cofano alzato. Una venne lasciata nel Bronx, un quartiere di New York che negli anni è diventato il quartiere povero e pericoloso per eccellenza (ora si dice che sia più sicuro ma l’immaginario creato dal cinema statunitense è duro a morire e anche qui in Italia il termine Bronx è sinonimo di criminalità e conflittualità). L’altra fu abbandonata a Palo Alto, centro della Silicon Valley, una città ricca e tranquilla, a 50 km da San Francisco. 

L’automobile abbandonata nel Bronx cominciò ad essere smantellata in poche ore, perdendo le ruote, il motore, gli specchietti, e così via: tutto quello che poteva essere utilizzato venne rubato, il resto venne distrutto. Nel giro di una settimana l’auto era demolita, mentre quella in Palo Alto era ancora intatta. I ricercatori decisero allora di rompere un vetro dell’auto parcheggiata nella cittadina californiana. In breve tempo furti, saccheggi e vandalismo ridussero l’auto nelle stesse condizioni di quella parcheggiata nel Bronx. Quell’esperimento ha dato vita (insieme ad altre ricerche) alla cosiddetta “Teoria delle finestre rotte”: piccoli segni di disordine in aree urbane (finestre rotte, sporcizia, vandalismi) trasmettono l’idea che nessuno si prenda cura del luogo, favorendo comportamenti antisociali e criminali più gravi. 

La “Broken Windows Theory” negli anni fu criticata e messa in discussione, perché non sempre il disordine genera violenza… ma ovviamente ciò non le ha impedito di tornarmi in mente quando nella scorsa edizione del Premio Ostana Mariona Miret ha intervistato Francesca Sammartino, il Premio minoranze linguistiche storiche in Italia. Molisana, cresciuta a Montemitro in una famiglia attiva nella promozione e salvaguardia della lingua e della cultura croato-molisana, oggi è dottoranda in Linguistica presso il Dipartimento di Linguistica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Zagabria. Giovanissima, ha portato avanti i lavori e l’attivismo dei genitori (Agostina Piccoli e Antonio Sammartino), diventando un riferimento per tutto il suo territorio e la sua lingua (lingua che lì si chiama na-našo) con progetti come la web-radio in na-našo “Čujemo se” e il gruppo musicale KroaTarantata. 

500 anni fa in Molise sono arrivati dei croati dalla Dalmazia, quella regione che a Montemitro, ad Acquaviva Collecroce e a San Felice del Molise chiamano “dall’altra parte del mare”. Oggi il croato molisano è parlato da 1000 persone circa, ma la vitalità è intensa e le nuove generazioni sono protagoniste di un interesse e di un amore verso la lingua notevole, sorprendente. L’idea, dice Francesca nell’intervista che potrete vedere nel link qui sotto, è di “mantenere viva la nostra parola”, anche la parola scritta. Antonio Sammartino in uno scritto ricordava che vale la pena essere attivi e promuovere la propria lingua, anche se questa un giorno non si parlerà più, verrà persa: quel giorno, scriveva il padre di Francesca, “Qualcosa di noi sarà rimasto”. È importante proiettarsi nel futuro e immaginarlo, coltivando anche dei sogni. Dando spazio ai sogni. Oggi Montemitro, dice la nostra premiata, “è Paese della poesia, perché abbiamo tanti poeti, 58 poeti, veramente tanti per un paese che ha 200 abitanti. Perché? Perché qualcuno ha iniziato a scrivere, e qualcun altro lo ha seguito. Non è una cosa che si fa solo quando si è da soli, ma è una cosa che si fa anche quando si è insieme, magari al bar, mentre si beve qualcosa”. La Fondazione Piccoli ha indetto un concorso per nuovi versi e l’amore per la poesia ha fatto il suo corso. Sembra che ci sia stata una forma di contagio. Sembra che ci sia stato un processo di mimesi inarrestabile. Quando qualcuno inizia qualcosa, chi è al suo fianco non può fare altro che seguirlo? Francesca Sammartino la pensa esattamente così, e trova un esempio decisamente calzante, quello dei giovani ragazzi che iniziano a fumare sigarette semplicemente perché qualcun altro del loro gruppo ha iniziato a farlo. L’uomo non può fare a meno della mimesi, e questa aumenta quando si fa parte di un piccolo gruppo, come può esserlo un gruppo di ragazzi adolescenti. Oppure quando si fa parte di un piccolo paese come Montemitro, dove in molti si scoprono poeti ascoltando le poesie degli altri. E così Francesca Sammartino ci insegna che è possibile vedere la “Teoria delle finestre rotte” da un altro punto di vista, non meno interessante, anzi, decisamente più promettente e prolifico. Ad essere imitati non sono solo i gesti violenti e criminali. A essere imitati possono anche essere gesti di bellezza, e per certi versi di bontà. Se è vero che il furto e il saccheggio imitato e ripetuto possono portare un’auto ad essere demolita in una spirale verso il basso di violenza e aggressività, è altrettanto vero che azioni dedite al bello e alla poesia possono condurre ad un mondo un po’ meno buio e cinico, dove possiamo creare uno spazio per “mantenere viva la nostra parola”. Francesca Sammartino quasi ci lascia immaginare un paese in cui è più facile diventare poeti che iniziare a fumare sigarette. Un paese in cui ci si stringe attorno alla propria lingua, come se fosse una sorta di coperta. Quanto è lunga questa coperta? Quando durerà questa coperta? In fondo queste sono domande non così pertinenti. La vera domanda che ogni parlante e promotore della propria lingua madre può (anzi: deve) farsi è questa: ha senso “dare il la” ad un gesto di poesia e di bellezza anche se temo che non ci saranno grandi reazioni da parte della mia comunità? La risposta è senz’altro positiva. Ha senso eccome. È anche sulla base di questi gesti, di queste azioni, di questi attivismi, che si può dare vita ad un processo di mimesi tanto concreto quanto inarrestabile. Ad insegnarcelo è il professore di psicologia sociale Zimbardo dell’Università di Stanford, a insegnarcelo è Francesca Sammartino, che la domenica del 29 giugno 2025 ha ritirato il suo Premio Ostana per l’impegno e la devozione che ha dedicato in tutti questi anni alla sua lingua madre. 

Intervista a Francesca Sammartino, Premio Ostana 2025, Lingua croata, Italia

https://youtu.be/M91JenRhiXs

Francesca Sammartino riceve il Premio Ostana 2025, Premio Minoranze Linguistiche Storiche in Italia

https://youtu.be/GNowL2Zw_Wg

occitan

Lo Prèmi minoranças linguísticas en Itàlia navisa a tuchi que la promocion d’una lenga maire es decò una question de mimèsi

Era lo 1969 quora lo professor Philip Zimbardo realizet un experiment de psicologia sociala per l’Universitat de Standford. Doas màquinas idénticas, de l’estessa marca, modèl e color fogueron abandonaas per la via, totas doas sensa targa e abo lo còfre auçat. Una foguet laisaaa ental Bronx, un quartier de New York que dins lhi ans es devengut lo quartier paure e pericolós per excellença (aüra dison que sie pus segur mas l’imaginari creat dal cínema estatunitens es dur a murir e decò icí en Itàlia lo terme Bronx es sinònim de criminalitat e conflictualitat). L’autra foguet abandonaa a Palo Alto, centre de la Silicon Valley, una citat richa e tranquila, a 50 km da San Francisco.

La màquina abandonaa ental Bronx comencet a èsser desbelar dins gaire d’oras, en perdent las roas, lo motor, lhi espechets, e anant parelh: tot çò que polia èsser adobrat foguet raubat, lo rèst destruch. Ental vir d’una setmana la màquina era demolia, mentre aquela a Palo Alto era ençà entiera. Lhi recerchaors alora decideron de brisar un vedre de la màquina parquejaa dins la vileta californiana. Dins gaire de temp, furts, sacatges e vandalisme reduseron la màquina dins las mesmas condicions d’aquela parquejaa ental Bronx. Aquel experiment a donat vita (ensema a d’autras recèrchas) a la se disenta “Teoria de las fenèstras brisaas”: de pichòts senhs de desòrdre dins d’àreas urbanas (fenèstras brisaas, porqueria, vandalismes) transmeton l’idea que degun téner lo pòst, en favorent de comportaments antisocials e criminals pus graus.

La “Broken Windows Theory” dins lhi ans foguet criticaa e butaa en descussion, perqué ren sempre lo desòrdre crea de violença... mas clarament aquò lhi a ren empachat de far-me tornar en ment quora dins l’edicion passaa dal Prèmi Ostana Mariona Miret a entervistat Francesca Sammartino, lo Prèmi minoranças linguísticas estòricas en Itàlia. Molisana, creissua a Montemitro, dins una familha activa dins la promocion e salvagarda de la lenga e de la cultura croato-molisana, encui es doctoranda en Linguística al Departiment de Linguística de la Facoltat de Letras e Filosofia de Zagabria. Pro jove, a portat anant lhi travalhs e l’activisme de si gents (Agostina Piccoli e Antonio Sammartino), en devenent una referença per tot son territori e sa lenga (aquí dich na-našo) abo de projècts coma la web-radio en na-našo “Cujemo-se” e lo grop musical KroaTarantata.

500 ans fa en Molise son arrubats de croats da la Dalmàcia, aquela region que a Montemitro, Acquaviva Collecroce e San Felice del Molise sònon “da l’autre cant dal mar”. Encui lo croat molisan es parlat da environ 1000 personas, mas la vitalitat es fòrta e las nòvas generacions son protagonistas d’un interès e d’un amor vèrs la lenga important, sorprenent. L’idea, ditz Francesca dins l’entervista que polarètz veire ental link icí dessot, es de “manténer viva nòstra paraula”, decò la paraula escricha. Antonio Sammartino dins un escrich recordava que val la pena èsser actius e promòure sa lenga, bèla perqué un jorn se parlaré pus, venarè pèrdua: aquel jorn, escrivia lo paire de Francesca, “quarquaren de nosautri sarè restat”. Es important projectar-se ental futur e imaginar-lo, en coltivant tanben de sumis. En donant d’espaci a lhi sumis. Encui Montemitro, ditz nòstra premiaa, “es un País de la poesia, avem un baron de poètas, 58, da bòn tanti per un país de 200 abitants. Perqué? Perqué quarqu’un a encomençat a escriure, e quarqu’un autre l’a seguit. Es ren una causa que se fai masque quora un es da solet, mas es una causa que se fai bèla quora un es ensema, magara al bar, mentre se beu quarquaren”. La Fondazione Piccoli a endich un concors per de nòus vèrs e l’amor per la poesia a fach son cors. Semelha que lhi àbie agut una forma de contage. Semelha que lhi àbie agut un procès de mimèsi inarrestable. Quora quarqu’un encomença quarquaren, qui lhi es da cant pòl ren far d’autre que seguir-lo? Francesca Sammartino la pensa exactament parelh, e tròba un exèmple decisament chauçant, aquel di joves que tacon a fumar de cigarretas masque perquè quarqu’un autre de lor grop a encomençat a far-lo. L’òme pòl ren far a menc de la mimèsi, e aquesta aumenta quora se fai part d’un pichòt grop, coma pòl èsser un grop d’adolescents. O d’un pichòt país coma Montemitro, ente en tanti se descuerbon poètas en escotant las poesias de lhi autri. E parelh Francesca Sammartino nos mostra que es possible veire la “Teoria de las fenèstras brisaas” da un autre ponch de vista, ren menc interessant, ansi, decisament pus prometent e prolífic. A èsser imitats pòlon decò èsser de gèsts de belessa, e per cèrti vèrs de bontat. Se es ver que lo furt e lo sacatge imitat e repetut pòlon portar una màquina a èsser demolia dins un’espirala vèrs lo bas de violença e agressivitat, es decò ver que d’accions consacraas al bèl e a la poesia pòlon menar a un mond un pauc menc escur e cínic, ente polem crear un espaci per “manténer viva nòstra paraula”. Francesca Sammartino nos laissa esquasi imaginar un país ente es pus fàcil devenir poètas que tacar a fumar de cigarretas. Un país ente un s’estrenh a l’entorn de sa lenga, coma se foguesse una sòrta de cubèrta. Qué tant es lònja aquela cubèrta? Qué tant duraré? En fons aquestas son de demandas ren tant pertinentas. La vera demanda que chasque parlant e promotor de sa lenga maire pòl (e deu) far-se es aquesta: a sens “donar lo la” a un gèst de poesia e de belessa bèla se temo que lhi aurè pas de grandas reaccions da part de ma comunitat? La respòsta es sens autre positiva. A de sens e coma. Es decò sus la basa d’aquesti gèst, d’aquestas accions, d’aquesti activismes, que se pòl donar vita a un procès de mimèsi tan concret coma inarrestable. A mostrar-nos lo es lo professor de psicologia sociala Zimbardo de L’Universitat de Stanford, a mostrar-nos lo es Francesca Sammartino, que la diamenja dal 29 de junh 2025 a retirat son Prèmi Ostana per l’empenh e la devocion que a dedicat dins tuchi aquesti ans a sa lenga maire.

Entervista a Francesca Sammartino, Prèmi Ostana 2025, Lenga croata, Itàlia

https://youtu.be/M91JenRhiXs

Francesca Sammartino recèul Prèmi Ostana 2025, Prèmi minoranças linguísticas estòricas en Itàlia

https://youtu.be/GNowL2Zw_Wg