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Come si parla

C A R N I N O

(Carnìn)

di Edilio Boccaleri

 

Posizione

La Valle di Carnino. Essa è ubicata al centro delle Alpi Liguri, ad altitudine compresa fra i 1200 e 2600 m, in Alta Val Tanaro.

Dati amministrativi

Fino al 1947 è stato frazione dell’ex comune di Briga Marittima. Oggi, insieme a Piaggia e Upega, è frazione del Comune di Briga Alta, in provincia di Cuneo, Regione Piemonte.

Abitanti

Dopo il definitivo abbandono del villaggio da parte degli ultimi Carninesi (Carninée in Brigasco), avvenuto nel 1956, parte della popolazione ha preso dimora in località vicine alla costa marina come: Piani di Imperia, Leca, Salea, Peagna, Santa Libera, Verzi, Diano Castello; o di fondo valle come Pieve di Teco e Ortovero.

Ma ha continuato a risalire ogni anno nel mese di giugno con gli armenti bovini, facilitata dalla nuova strada, dapprima a fondo battuto poi asfaltata, in partenza dal bivio per Upega.

A partire degli anni ’60 dello scorso secolo si sono aggiunte famiglie provenienti dalla Liguria e dal Piemonte, le quali hanno provveduto, imitate dai discendenti dei nativi, a ristrutturare le case di proprietà. Questa attività edilizia continua tutt’oggi, per cui ogni anno si aggiungono al villaggio edifici abitabili e nuova popolazione stagionale.

Origini

Quando l’uomo mise piede nella valle di Carnino trovò una fitta foresta di abeti che dovette in parte tagliare per liberare un suolo, nel quale, sotto un esile strato di terra apparve una voluminosa distesa di sassi. Il luogo fu denominato "Carnin" ossia: "luogo delle pietre" dalla base linguistica celtica "Karn" = "pietra" e dal suffisso aggettivale "ino" = luogo in cui vi sono".

Qui, con lo spirito di risorsa ed adattamento che caratterizza i migliori della nostra specie, le particolarità negative sono trasformate in positive con l’intelligenza e col lavoro.

Scelto il sito sul contrafforte che fiancheggia il rio delle Saline, in posizione esposta a S e defilata rispetto alla possibile discesa di valanghe e slavine, via via sorsero le capanne, furono riattati i sentieri di collegamento con il Colle dei Signori e con Briga, loro città d’origine, e quello con la Colla di Carnino per Viozene.

Contemporaneamente si mise mano alla costruzione del più vistoso adattamento dell’ambiente alle necessità della dimora e della vita in quota. I ripidi pendii non adatti alle coltivazioni sono foggiati a "fasce" pianeggianti, disegnando un paesaggio che nessun topografo ha mai rilevato.

L’archeologia ci informa che il villaggio fu due volte abbandonato ed altre due riabitato, ed anche se giunse sotto i nostri occhi a metà del secolo scorso, quando l’esodo finale era quasi compiuto, lasciò intatti e leggibili i caratteri originali della cultura che rappresentava.

Tipologia dell'abitato

Questi caratteri si possono leggere ancora con l’aiuto dell’archeologia osservando la particolare tipologia delle dimore. Singolari quelle d’alta quota, abitate solo in estate per custodire gli armenti al pascolo ed attendere alle attività della pastorizia. Sono denomiate "ciabòt", hanno il tetto smontabile e sono adatte per una o due persone. Ma si rinvengono anche semplici "ricoveri" sotto roccia, riparati da muretti a secco. Esistevano, inoltre, le "sèle" ancor oggi usate per lavorazioni casearie e per la conservazione dei prodotti derivati. Erano costruite con la caratteristica volta a botte e con perimetro di muretti a secco. Erano parte integrante dell’insediamento d’alta quota ampi spazi cintati anch’essi con muretti a secco denominati "vaštére", usati per il ricovero degli animali ovini.

Le case entro il villaggio, denominate "", abitate in permanenza, erano caratterizzate da perimetro in muratura, con timpani rialzati protetti sul muro da "ciàpe" di spessore notevole. Il tetto racchiuso nella muratura aveva copertura in paglia di segale. Le aperture erano contenute per evitare eccessiva dispersione del calore.

Generalmente si costruivano con piano terra diviso in cucina e stalla. Il primo piano veniva usato come camera da letto, sopra la cucina divisa dal fienile; quest’ultimo soprastante la stalla.

L’arredamento era semplice e funzionale, quasi sempre con esemplari autocostruiti, talvolta decorati con i caratteristici segni dei pastori.

Il villaggio consisteva in tre nuclei: Soprano, di Mezzo e Sottano. Come mostra una carta settecentesca disegnata dal topografo Matteo Vinzoni e come confermano i documenti d’archivio; la chiesa parrocchiale era al centro del nucleo Superiore, mentre al Nucleo di Mezzo sorgeva la cappella intitolata a S. Rocco.


Carnino suran Carnino sutan

Ciascun nucleo, ad esclusione di Carnino Sottano, era dotato di mulino e di forno comune.

Come si può dedurre da quanto sopra esposto, l’uso attento delle risorse del luogo consentiva d’improntare l’economia alle attività agro-pastorali con la pratica della transumanza ovina e dell’alpeggio bovino, unitamente alla coltivazione di cereali, legumi, ortaggi e all’impianto di alberi da frutta.

Centro delle attività estive e luogo d’altura della transumanza erano le Selle di Carnino a 1909 m. di altitudine.

Ivi, provenienti dai villaggi di Briga, Morignolo, Carnino, Upega, Piaggia e Realdo, numerose famiglie di pastori con le loro greggi convenivano nel "compascuo" delle Selle e lassù fra gli alti appicchi del Marguareis, la Compagnia dei Pastori assegnava e divideva i pascoli secondo gli usi in vigore. Si celebravano anche i riti consueti. A tale scopo era usata la Cappella delle Alpi dedicata a S.Erim.

Si ripeteva, in sostanza, quanto avveniva da secoli tra le popolazioni dell’antica società dei Liguri formata da "vici", "pagi", federati in conciliaboli, sul terreno del pascolo comune.

Oggi l’abitato di Carnino è costituito, non più da tre nuclei come in passato, ma da due: Superiore (I Suràn) e Inferiore (I Dë mégë). Il Carnino Sottano (I Sutàn) è completamente diruto.

Turla, particolare

Da vedere

Molte caratteristiche abitazioni in pietra con balconi in legno e tetti "racchiusi".
A Carnino Superiore:
La Chiesa Parrocchiale, dedicata alla Madonna della neve e i ruderi del mulino comune, al limitare dell'abitato, verso il Rio della Soma.
A Carnino Inferiore:
La Cappella di San Rocco e il forno comune.

Piatti tipici

Ci limitiamo a segnalare che alcune famiglie sanno cucinare le antiche specialità come i "sugeli" di farina di frumento, i ravioli di patate e le "torte verdi", soprattutto in occasione delle feste della Madonna della Neve il 5 agosto e dell’Assunta e S. Rocco il 15 e 16 agosto, rispettivamente.

Associazioni e attività

Tra gli edifici del paese è da segnalare la Casa del Parco Alta Valle Pesio e Tanaro (vedi foto). Proprio l’Ente Parco ha provveduto a realizzare una estesa area attrezzata per la sosta diurna dei turisti ed ha allestito un interessante sentiero naturalistico dotato di un’ottima segnaletica e di efficaci quadri esplicativi delle rilevanze naturalistiche e storiche della valle. Carnino è punto di partenza delle più ambite escursioni delle Alpi Liguri ben descritte dalle diverse "Guide" alle quali si è aggiunta una nuova meta: la Cappella delle Alpi di S. Érim protettore dei Pastori, recentemente ristrutturata.

Ma Carnino è rinomato anche come base di partenza di numerose spedizioni speleologiche nelle grotte del grande sistema carsico di Piaggia Bella con appoggio alla Capanna Saracco Volante.

La valle è visitata anche da numerosi escursionisti non solo italiani, ma anche francesi, tedeschi, svizzeri. Questi ultimi sono molto ben informati dalle loro riviste escursionistiche come ad esempio la Bergwelt di Monaco, la quale ospita articoli sulle Alpi Liguri e su Carnino.

A Carnino non sono ancora presenti strutture turistiche ricettive e organizzazioni "Pro Loco". Oggi a Carnino si giunge da Ceva per Ormea, Viozene, oppure da Albenga per il Colle di Nava, Viozene.

La festa patronale della Madonna della Neve, a Carnino Superiore, ricorre il 5 Agosto; quella di San Rocco, a Carnino Inferiore, il 16 Agosto (caratterizzata da una suggestiva processione notturna "aux flambeaux").


Casa Giusè Gallo di pietra