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Renato Maurino: una figura storica dell’occitanismo del secolo scorso

Renato Maurin: una fegura istòrica de l’occitanisme dal sècle passat

di Ines Cavalcanti

italiano

Renato Maurino, “l’architetto della montagna” se ne è andato domenica scorsa in una grigia giornata autunnale. La maggior parte della gente conosceva Renato Maurino per il suo operato di architetto della montagna, per il suo sguardo visionario, anticipatore di un’architettura che si è diffusa ed è diventata patrimonio collettivo nelle valli occcitane.

Non molti conoscono la versione Maurino in chiave occitanista. E’di quella che vorrei parlare nel mio breve e non certamente esaustivo ricordo. E voglio dire che Renato era un amico, un caro amico, lo era e lo è rimasto anche se negli ultimi anni si era sempre di più ritirato in se stesso ed era diventato sempre più scontroso. Era però rimasto intatto il suo attaccamento alla montagna, alla lingua occitana e alla cultura alpina.

Ho conosciuto Renato Maurino agli albori del mio impegno occitanista, nella primavera del 73 a Pradleves. Ero appena entrata a far parte del Movimento Autonomista Occitano e, colta dall’ardore di salvare le valli occitane dalla speculazione edilizia che imperava ovunque, per non sbagliarmi, frequantavo tutte le assemblee publiche di cui venivo a conoscenza. Così mi sono recata a Pradleves per assistere ad un dibattito sul futuro della montagna e sono stata folgorata dal discorso di Rento Maurino. L’ho avvicinato, ho sentito che parlava bene la lingua occitana e gli ho chiesto se ci aiutava a preparare per la parte grafica un convegno al quale stavamo lavorando come Movimento Autonomista Occitano che si sarebbe tenuto a Cuneo presso il Palazzo della Provincia. Lui diede subito la sua disponibilità e questa fu la prima azione che realizzai con lui. Per concordare il manifesto da realizzare andai in autostop a Crissolo e lui mi portò a visitare una borgata che aveva ristrutturato, della cui realizzazione era molto orgoglioso. Era in completa e assoluta controtendenza rispetto a tutto quanto succedeva intorno a lui: la gente abbandonava la montagna per andare a lavorare per le grandi fabbriche della pianura e le valli erano preda della più becera speculazione edilizia. Di tutto questo proprio ora ne stiamo ancora pagando il conto.

Mi raccontò che non era nuovo all’interesse verso la lingua occitana, che negli anni 60 era stato uno dei fondatori dell’Escolo dou Po. Da una festa dedicata alla poesia - Concorso di poesia Monviso 1961- che si svolse il 14 agosto del 1961 a Crissolo, i padri fondatori, tra i quali Renato Maurino, diedero vita al primo organismo che in Italia ebbe il merito di iniziare un percorso, che continua ancora oggi, volto alla presa di coscienza di una comunità che affonda le sue raadici nella storia dell’Europa.

Il suo spirito ribelle, solitario e divergente non gli permise mai di fare gruppo stabile con nessun movimento occitano, frequentava il Movimento Autonomista Occtiano, partecipava con il suo contributo di idee e di proposte e poi faceva scelte anche contradditorie rispetto alla sua visione a al suo operato. Come quella che ha compiuto alle elezioni europee del 3 e 4 giugno del 1979 dove per la lista presentata dall’Union Valdotaine denominata “Autonomia-Federalismo”, che vedeva la partecipazione di quattro candidati delle valli occitane lui si presentò con Sergio Arneodo di Coumboscuro. Non si capì mai il ragionamento che aveva messo in atto per fare quella scelta. Ovviamnte ci rimanemmo male, ma con lo sguardo di oggi posso dire che anche in questo caso diede il suo generoso contributo alla causa.

Già solo queste azioni che ho narrato brevemente valgono un ricordo, non erano anni facili e ci voleva coraggio ad andare contro corrente.

Un’azione compiuta con Renato Maurino, che non si può propriamente definire occitanista, ma che voglio ricordare perchè è stata pioniera di una visione sull’architettura che è ancora valida oggi, risale agli anni ottanta quando sono stata Assessore alla cultura in Comunità Montana Valle Maira, ed è la pubblicazione del libro, scritto a due mani con Giacomo Doglio ed edito dall’Arciere: “Recupero come fare? Appunti sul problema delle ristrutturazioni della casa alpina”. Per rendere ancora meglio l’idea di cosa bisogna o non bisogna fare nella ristrutturazione di una casa alpina avevamo realizzato una video-cassetta nella quale si facevano vedere esempi positivi ed esempi negativi relativi alla ristrutturazione.

Grandi passi avanti sono stati fatti in questo campo e sono contenta di aver potuto contribuire con questo lavoro pionieristico di Renato che è servito al territorio e l’ha aiutato a crescere.

Ho visto l’ultima volta Renato Maurino alla “Porta di valli di Brossasco” per la presentazione del libro di Marinella Peyracchia, edito da Fusta editore “Pionieri d’oc – Gli anni 80 nelle valli del Viso”, un bel lavoro di racconto di quegli anni. Tra le persone intervistate c’ero io e c’era anche Renato Maurino. Al termine della serata ci siamo bevuti insieme una birra e ci siamo salutati in amicizia.

Renato, ovunque tu sia riposa in pace. Nella vita pubblica quello che potevi fare l’hai fatto, il tuo contributo l’hai portato. Di questo ti ringrazio e ti sono grata.

occitan

Renato Maurin, “l’arquitet de la montanha” s’en es anat diamenja passaa dins una jornada d’autorn. Lo mai d’la gent conoissia Renato Maurin per son trabalh d’arquitect de la montanha, per son esgard visionari, a l’avangarda per un’arquitectura que despuei s’es espanteaa dins las valadas occitanas.

Ben gaire conoisson Maurin l’occitanista. E ben d’aquò voleriu devisar abo aqueste miu pichòt recòrd. Maurin era derand de tot un amís, un char amís, l’es estat e al es restat bèla que, dins lhi darriers ans, se foguesse artirat en solituda e devengut de mai en mai bistorn. Fai pas ren, son restats tals e quals son liam a la montanha, a la lenga occitana, a la cultura alpina.

Ai conoissut Ranato Maurin al començament de mon empenh occitanista, vèrs la prima dal 1973 a Pradièvi en Val Grana. Ero da gaire intraa dins lo Moviment Autonomista Occitan e, tota pilhaa da la vuelha de salvar las nòstras valadas da l’especulacion edilícia que d’en pertot la fasia da padrona, anavo d’aici e d’ilai per mielh conoisser la situacion. Siu anaa a Pradièvi ente lhi avia un rescontre sal futur de la montanha e siu restaa basia da las paraulas de Renato Maurin. Lhi ai parlat, devisava ben nòstra lenga, e lhi ai demandat un ajut per parear la stampa d’un manifèst per un rescontre que coma M.A.O. auríem tengut a Coni a la Província. M’a dich que bò e d’aquí tot a tacat. Per se butar d’acòrdi siu partia en autostòp per Criçòl e nele m’a fach veire una ruaa qu’avia arranjaa, era plen d’orguelh d’aquel trabalh. Era completament a l’envèrs d’aquò que se passava ent’aquilh temps: la gent abandonava la montanha per anar ganhar-se lo pan dins las usinas de la plana e las valadas eron basacaa da l’especulacion edilícia. D’aquò se berliquem ancà las ferias al jorn d’encuei.

Renato m’a dich que son enterès per la lenga occitana era ja tacat ental passat quora ental 1961, a l’ocasion d’un Concors de poesia a Criçòl, era estat un di fondator del l’Escolo dou Po. D’aquí era partit lo premier grop, entre aquesti Maurin, qu’avia tacat a boligar per una pilhaa de consciença d’una comunitat richa d’estòria e de cultura, la nòstra.

Son esperit bistorn, solitari e còntraman lhi avia pas laissat s’abaronar a un grop precís, frequentava lo M.A.O., donava son ideia e après fasia de chausias que de vincas eron un pauc en contradiccion. Un exemple: per las premieras eleccions europeas de lo 3-4 junh dal 1979, s’erem presentats dins una lista presentaa da l’Union Valdotaine. Quatre candidats per las Valadas occitanas e Maurin avia fach cobla abo Sergio Arneodo per Coumboscuro que nos avia sempre fach contra. S’es ja mai compresa aquela chausia. D’en premier sem istats un pauc basits, mas après a donat son generós contribut.

Chal lo navisar per çò que era. Era un òme qu’anava contraman e ent’aquilh temps ailai fasia mal far.

Un siu contribut que me plai enavisar, bèla se ren propriament occitanista, l’a donat dins lhi ans otanta. Ero enlora Assessora en Comunitat Montana Val Maira e Renato, abo la collaboracion de l’arquitect Giacomo Doglio, nos a donat un jòli libre da publicar “Recupero come fare? Appunti sul problema delle ristrutturazioni della casa alpina” e una video-caisseta abo d’exemples positius e negatius dins las restructuracions.

D’aquel moment se son fach de pas anant ent’aquel champ e siu ben aurosa d’aver polgut contribuir abo aquela iniciativa a espantear l’intuicion de Renato per lo ben dal territòri.

Lo darrier bòt qu’ai vist Renato Maurin es a la “Porta di Valle” de Brossasc per la presentacion dal libre de Marinella Peyracchia “Pionieri d’oc – Gli anni 80 nelle valli del Viso” publicat da Fusta editore. Un bèl trabalh de racònt d’aquilh ans ente eron entrevistat decò mi e Renato. A la fins avem begut ne bira ensem e se sem donats un benvengut amistós.


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