Quando parlo di vivre francoprovensal penso a questo, con infinita nostalgia per quel mondo passato dove la parola data aveva valore, la stretta di mano era un contratto, la comunità viveva di solidarietà ed unione.
Non scordiamoci le sofferenze del passato, le difficoltà di una vita montanara dura ed a volte ai limiti della sopravvivenza però nelle foto ingiallite dal tempo scorgiamo sempre nei volti di quelle persone la dignità, l'orgoglio!
Ricordando queste persone ed essendo consapevole delle loro condizioni di vita io credo che dobbiamo a loro il nostro modo di vivre francoprovensal.
Oggi puoi dire tutto ed il contrario di tutto, non cambia nulla! Non perdi credibilità, una prova lo sono i nostri politici. Le passioni passano in secondo piano, se hai qualche obiettivo non conta come lo raggiungi ma solo lo scopo finale.
Potremmo continuare all'infinito, apparire piuttosto che essere.
Se vivi francoprovensal quando sei in discesa su una ripida strada di montagna e vedi una vettura che sale, ti fermi e la fai passare, questa è una delle regole non scritte ma sempre rispettate! Oggi purtroppo la fretta di chi fa la gita domenicale di sicuro non ha pensieri o conoscenze in merito.
Il vivre francoprovensal, non parla di etnia, non ha bisogno di simboli o bandiere, non ha paura dell'alterità ,purtroppo non basta una forte identità culturale e l'amore per il proprio territorio senza un reddito adeguato per viverci!
L'indirizzo dell'Unesco negli aiuti ai paesi del terzo mondo parla di utilizzare la cultura e la tradizione per creare lavoro e reddito, possiamo sicuramente farlo a casa nostra!
L'etica del vivre francoprovensal parte dal concetto di conoscere il passato per vivere il presente immaginando un futuro possibile a casa nostra.
Le tracce dei nostri antenati sono visibili e sempre presenti, ci hanno consegnato la nostra terra, non dobbiamo lasciarla scivolare a valle! Ci hanno insegnato a vivere con la natura e non della natura.
Il vivre francoprovensal è ambientalista, non in teoria, ogni volta che si abbatte un albero secolare, si soffre gli si chiede perdono e sempre si programma l'esistenza e la messa a dimora di un suo erede.
Le grandi opere moderne, dighe, trafori e strade sono state sempre e solo speculazioni, hanno seccato le sorgenti, prosciugato i corsi d'acqua, hanno desertificato la nostra valle!
Il vivre francoprovensal è no tav, consapevole che il progresso non è da condannare!
Non per mera difesa del proprio giardino ma con coscienza e giusta informazione.
Conoscendo poi le passate vicende della ferrovia Fell, traforo Frejus e autostrada abbiamo ben chiara la questione svantaggi e benefici.
Solo la perfetta conoscenza del territorio ne permette una giusta gestione e solo il vecchio contadino conosce i segreti della sua terra e vuole il suo bene.
Il vivre francoprovensal ama il vecchoi termine contadino, non ha poesia il recente" imprenditore agricolo", siamo orgogliosi della nostra tradizione gallo-celtica e la viviamo ancora nel quotidiano, i riti pagani e le antiche credenze con le adorazioni della natura si mescolano ai riti religiosi.
Da noi esistono ancora ed evocano tutta la magia ed il forte legame con la terra, spadonari, priore, bran..
Vivre francoprovensal vuole dire camminare piano, rispettare i ritmi della natura e riflettere! Rompere la frenesia dei ritmi moderni, la competitività esasperata e l'esteriorità.
Le conoscenze di un mondo rurale con valori forti aiutano a combattere la frenesia e la follia della vita attuale.
Vuole dire vivere in pace con se stessi in teoria essere sereni e stare bene!
Scrivo queste righe da montanaro, da quale voglio continuare ad essere, a vivere dove sono radicato, con la mia dignità culturale, la mia lingua. Ma voglio vivere da montanaro del 2009 con un reddito confacente ai bisogni moderni, ed usufruire di tutto quello che la società odierna offre, voglio vivere nel mio territorio ma non nel mondo dei vinti e senza discriminazioni di sorta ,qui è tutto più difficile, le comunicazioni, internet, la vita normale di tutti i giorni.
Il vivre francoprovensal vede l'agricoltura diventare indispensabile per la manutenzione del territorio e giusta integrazione di reddito ma servono ulteriori risorse, è indispensabile uno status giuridico nuovo per il montanaro,che gli permetta la pluriattività, possiamo essere muratori, artigiani, allevatori, guide alpine, scrittori, impiegati, operai e dall'insieme di queste attività avere un reddito confacente per presidiare e vivere nella nostra montagna.
Ma non inventiamo nulla di nuovo, già i nostri antenati vivevano così, la globalizzazione, la specializzazione indispensabile nel mondo tecnologico ha portato a queste scelte che però non sempre valgono per il nostro mondo alpino.
La mancanza di servizi, le difficoltà odierne per gli spostamenti, mandare a scuola i figli e l'elenco sarebbe lunghissimo richiederebbe una più equa tassazione e aiuterebbe a vivere sul territorio.
Gli anni del miracolo economico hanno creato una spersonalizzazione nei rapporti dell'individuo col territorio, volta solo allo sfruttamento, dobbiamo identificarci con l'ambiente che ci circonda così preserviamo anche abitudini e tradizioni.
Non dobbiamo dimenticare che la montagna a noi pervenuta è stata conservata da tutte quelle persone che dopo il turno di lavoro in fabbrica faticavano ancora il tempo restante, i sabati e domenica, le ferie alla coltivazione dei terreni di famiglia, alla manutenzione dei muretti a secco, dei sentieri, dei boschi. Queste fatiche ci hanno preservato la montagna!
Lo strapotere dei media il crollo dell'economia agricola montana e la velocità dei cambiamenti hanno disorientato il nostro sistema di vita, il passaggio da un'economia rurale a quella industriale ed il recente ridimensionamento e crisi di quest'ultima ci obbligano a riflettere sulle nostre opportunità.
La nostra montagna ha ancora possibilità concreta di creare economia, abbiamo tutti gli ingredienti, riappropriamoci della nostra cultura, utilizziamo la nostra lingua, riconvertiamo i saperi contadini ed adattiamoli alle esigenze turistiche.
Abbiamo le possibilità e necessità concrete di rientrare in gioco, abbiamo un bagaglio culturale inestimabile ricordiamoci del nostro passato e viviamo francoprovensal.
commenta