Testimonianze e interviste
Vieleut è Muleut
Vieleut è Muleut
di Marco Rey - www.barbamarc.it

A fianco di ogni qualità di finimento troviamo collane, basti, morsi e staffe e sul ripiano fanno da ringhiera quattro carri senza ruote.
E’ casa di carrettieri, gli antenati hanno da sempre lavorato con muli e cavalli.
Da sempre in famiglia: gli uomini seguivano lavori ed imprese e le donne accudivano la campagna e le mucche.
Agostino Barbamarc, mio nonno, ha vissuto una vita degna del più bel libro di avventure trascorsa lavorando duramente sulla nostra bella montagna.
Quando in valsusa non esistevano le strade odierne i muli erano l’unica possibilità di trasporto, la forza di questo animale è incredibile e non esiste sentiero o mulattiera per quanto ripido che lo spaventi.
Tutte le fortificazioni in quota e la viabilità del vallo alpino occidentale si deve alla forza di questi animali.
Dalla val Clarea salivano sino ai duemilaquattrocento metri del Colle Clapier con centocinquanta chili sul dorso, caratteristica del mulo e dell’asino è quella di portare il piede allineato uno dietro all’altro così da percorrere anche il sentiero più stretto a differenza del cavallo che cammina più largo.
Quando si lavorava alle dighe del Moncenisio il nonno gestiva trenta muli ed utilizzava quattro cavalli per gli spostamenti veloci, o con la slitta sulla neve o con la vetturina sulle strade.
Sono cresciuto con storie di cavalli e muli, con i nomi di Cito, Gris, Fulmin compagni di cammino per lungo periodo di vita.
Gli insegnamenti del nonno parlavano di doma dolce non brutalità e costrizione con gli animali, mi ha insegnato che è sono la pazienza e la dolcezza che forgiano buoni compagni di lavoro fidati; anche se mi raccontava che a quei tempi non era scontato per tutti.
Quando si è realizzata la possibilità ho comprato il mio cavallo, un cavallo di montagna!
Un bellissimo esemplare di cavalla Merens.
Le comuni passioni culturali e le frequentazioni occitane mi portarono a conoscenza della storia di Moro, capostipite dei cavalli neri delle valli occitane italiane, dei suoi estimatori e di quanti lavorarono per il grande progetto di allevamento nelle valli.
Dopo Moro ne arrivarono altri e la lungimiranza dei pionieri ha riempito le valli di cavalli neri, belli, forti e resistenti alle nostre condizioni ambientali.
Nelle prime esplorazioni mi seguiva anche il nonno, allora quasi novantenne, a Sampeyre, Acceglio, Bellino.. sono stati grandi momenti trascorsi sulle montagne a parlare di cavalli ed identità culturale con gli amici occitani.
Allora sono rientrato con tre cavalli, Champagne, Oustalot, Bisturn.. avevo anche l’approvazione del nonno, mi ripeteva che non era più tempo di cavalli, ma dentro era felice!
Altri tre rinforzarono le file più tardi e partì l’avventura.
Ormai la “ mèizoun de Barbamarc “ organizza trekking ed escursioni someggiate da quindici anni, solamente in quota ed il cavallo Merens passa dove solo i muli osano.
L’escursione classica è il tour del monte Giusalet, un’escursione di quattro giorni con campi allestiti sotto i cieli stellati a duemila metri di quota, esperienza indimenticabile.
La mèizoun pratica rigorosamente la monta Caprilliana, nel totale è più il tempo che si cammina che non quello che si monta, la parte pregnante è la conoscenza dell’animale, la convivenza, e la condivisione dei valori e sensazioni che la natura ci regala.
La cultura del cavallo è la parte principale, la prima giornata prevede l’accudienza dell’animale assegnato, il brusca striglia e la conoscenza è reciproca.
È basilare la capacità di monta, ma serve anche la conduzione del cavallo a mano.
La vigilia della partenza ci si prepara alla conoscenza del territorio e all’importanza del binomio uomo cavallo indispensabile per la sopravvivenza, poi il nostro modo di camminare; ascoltare la montagna, il silenzio che ti parla, riconoscere la storia dalle tracce presenti ai tuoi occhi.
I tramonti, le notti stellate, le albe si raccontano e si svelano da loro.
Benito e Camilla invece sono due piccoli asini marsicani, loro portano l’occorrente per un’escursione di dieci persone, sul dorso portano le tende e l’attrezzatura necessaria.
È molto importante il contatto e la perfetta conoscenza dell’animale al suo conduttore.
Contrariamente all’associazione comune del nome l’asino è molto intelligente, non è mai ripetitivo come il cavallo, ma purtroppo usa l’intelligenza per se stesso allora bisogna per forza conoscerlo e capirlo per riuscire a trovare un punto di incontro comune.
Il trekking someggiato con gli asini è molto apprezzato dalle famiglie e molto didattico per i bambini.
Tutte le escursioni hanno una base culturale, camminiamo sui sentieri che hanno visto la storia: Insediamenti preistorici, Annibale, Carlo Magno, il rientro valdese, Napoleone si cammina tra le incisioni rupestri e gli affreschi, le grotte e i castelli, le piccole chiese e le Abbazie e tutto condito dalla nostra lingua madre.
Ogni curva del sentiero, ogni roccia ci racconta di pastori, cacciatori, contrabbandieri e guardie. Approdando agli spiriti e al diavolo! Che in montagna troviamo dappertutto.
Un sogno, invece, sarebbe realizzare due stazioni di posta ai piedi del valico Clapier, una in val Clarea ed una a Bramans con dieci muli per affrontare ed utilizzare il valico.
Ricordiamo che il Clapier è stato il primo passaggio attraverso le alpi occidentali ed è tuttora selvaggio ed inavvicinabile come ad un tempo.
Arrivare con il treno a Susa e poi dopo il pernottamento in Val Clarea valicare il colle a dorso di mulo per rifocillarsi nella stazione di Bramans dove si ricoverebbero i muli per ripartire in treno dalla stazione ferroviaria di Modane.
Forse un domani.. ma per il momento pensiamo alla “mèizoun de Barbamarc”!
I cavalli e gli asini da noi non lavorano molto e mentre si riposano ci mantengono i terreni puliti, non hanno bisogno di una grande alimentazione e si possono mantenere in terreni poveri, sono anche molto utili per la pulizia dei terreni marginali e ci forniscono anche il concime per le coltivazioni.
Quando Sali su sentiero con il cavallo a mano il suono dei ferri al suolo ti ritma il passo, i polmoni respirano l’aria sottile e veramente ti rendi conto che non vuoi nient’altro!
Solo il desiderio di condividerlo con chi ti accompagna ti riporta a terra e allora parli di passioni e sentimenti.
Speriamo di riuscire a trasmettere anche solo una piccola parte di quello che in realtà noi viviamo tutti i giorni!
Bibliografia utile: Trekking a cavallo di Mauro Ferraris Mursia editore1988
La mèizoun di Barbamarc a la Vilò lhot ina granta coort e dezot lou benal tot la louèindzou dla muřalha lhet catsa da finimeun d’onhi sort.
Iot onhi calitaa de finimeun, baat, coulauneus, mors è stafeus; desu lou benal fan da clinda catro cartoun dèimountaa.
Et la mèizoun d’in cartounie, li vielh ian deloun travalha ave li muleut e li chuval.
Et dai tèin coutuma de la familha barbamarc: lh’omeun travalhavoun de imprèiza mentre le fumèleus acudioun la campanha è le vatseus.
Guestin Barbamarc, moun nono, ou l’ot aieu ina vita denha dou pi bél lèivro de aveuntuřa è ou l’ot deloun trebula tsu notra bèla mountanha.
An valsouiza iavet pa la gran part di tsamin que iot ařò è li muleut ieřoun l’unica pusibilitaa de trasport, la forsa de se bete lhet esadzeřa è iot pa dzin tsamin dla lèia o vieuleut per dreet que ou fuse que lou vezise peu.
Tot le fourtificasioun e li tsamin dou vallo alpino soun ita fèt grasie a se bete.
Pouiavoun fin anout aou Clapie ave seuntasincanta quilo tsu lou baat, è l’ano è lou muleut peioun tsamine anque tsu li vieuleut pi èitret aperque bitoun in clapin apree l’autro a difeureunse dou chuval que ou tsamine pi lardzo.
Nono, can travalhavoun a le digues dou Mounsenii ou l’avet trenta muleut è catro chuval per mèiřese pi lesto o avé lou trèino desu la nèi o la vetuřina per li tsamin, iei deloun seuntu couèinte de muleut è chuval, se damandavoun Cito, Gris, Barich… è ieřoun li coumpanh de fatiga è aventuřa per deloun.
Nono ou l’ot deloun mountrame que et pa avé la forsa que te coumandeus le bete ma et la pasieunsa è lou save tratelis bèin que te don de boun coumpanh de travalh fia; anque se a seuntre couèintee alouřa ieře pa pařie per touit.
Can iei aieu la pousibilitaa iei tsitame in chuval, ma in chuval de mountanha! Counhèisò de dzeun an val Varaita è me bardzacavoun de Moro lou pèrmie chuval de merens arivaa d’in le valades uzitaneus, apre de moro iot arivaneun d’aoutris fin a impli le valadeus è le mountanheus, de bèl chuval neř foort que patisoun pareun.
Iei menaa nono, è ou l’eře papi dzuveun, a Sampeire, Acceglio, Blins.. aieun pasa de bel moumeun a bardzaque de chuval, mountanha è identita cultuřal ansèin lh’amis uzitan.
Iei pourtame a mèizoun tre chuval, Bisturn, Oustalot, Champanhe.. aio anque l’aprouvasioun de nono, ou me dezet quei eře papì tèin di chuval ma ou l’eře counteun.
Dunca iei coumansa l’aventuřa avé sis chuval.
La Mèizoun de barbamarc lhe fèt de trekking è escursioun a baat ormai da quinze an, lou Merens et in chuval de mountanha de origine di Pirenei è ou porte le ploteus queme li muleut; ou pase d’apertot.
Lou trekking clasic et lou tort dou Dsuzaleut, catro dzort a dremi dezot lez-èitèileus arivan fin ai duemilecatroseun mètre dou Clapie, qui iot prouvavo se n’ansevien per deloun.
La mèizoun lhe pratique la monta Caprilliana, et coumee seun que te tsamineus que seun que te va a chuval, la tsoza pi ampourtanta et ampařee a counèitre lou chuval, vivreie ansèin, è partadze ave louè li sentimeun que la natura è la mountanha te regaloun.
Onhi cool la part pi ampourtanta et acudi lou chuval è counhèitrelò, lou pèrmie dzort ou se pase ansèin lou chuval asenha, te lou bruseus è te lou viteus vèiřo de cool pařie louè ou se abitue. Foot èitre boun a mountee ma foot ampařee a menalo a man.
Lou vepro devan la parteunse se travalhe touit ansèin e se spiegue que et maque lou binomio omeun-chuval que ou peut arivè a la fin de l’itineřare è se te fa mal aou chuval aou mielh de la mountanha te arbateus papi!
Apre mountreun lou bèl de acoutee la mountanha, lou silenzio que ou te couèinte, avèitee la storia e lou pasaa da le traseus que soun devan ai notris ouilh è apree li spetacolul de l’ambernii, lou sie èiteilaa è la leva dou souluelh se aspigoun da souleut!
Benito è Camilla anvetse soun douè petseut ano marsican, lou portoun lou netsesaře per sortre dis personeus, portoun le tendeus è l’atresatuřa per lou trekking, a turno le dzeun peuioun mene llh’ano è counhèitrelis.
Per countra a seun que se deut l’ano ou l’et bien antelidzeun, ou l’et mai ripetitiv queme lou chuval però ou l’anovre l’intelidzeunse per si anteřes, alouřa foot arive a capilis è trouve lou punto de discusioun!
Lou trekking de lh’ano ou l’et pi pourtaa per le familheus, li mèina amparoun bien da in’espeřieunse pařie.
Tot li toort que vezeun soun a sfoun didatic, tsamineun desu li vieuleut pi ric de storia que iot, Annibale, Carlo Magno, il rentree valdeiza, Napouleoun se tsamine tra le pitureus è le inchisioun preistoriques, tra le bouèireus è le fourtificasion, le tsapeleus è li counveun; è tot seun couèinta an lèinga francoprovensal.
Onhi tort dou vieleut, onhi barma lhe deut de bergioueřeus, tsaseu, countrabandie, parpouse fin a lhi spiri fouleut è lou diablo! Que an mountanha ou l’et deloun d’apertot.
In souèindzo seřit de avee ina stasioun de posta da in ařie e l’aoutro dou Clapie, Vertsaouře è Bramans ave ina diezeina de muleut per faře vivre veřameun a le dzeun la vita dou col.
Lou pèrmie valic de le Alpi ouchidental, atraversa queme in tèin, teni meun que et ioun di post pi servadzo è fořa di tsamin que peieun trouvee.
Arivee an trein fin a Souiza e apree pasè lou Clapie ave li muleut, dermi a Bramans lou vepro lèise li muleut a la stasioun de posta è partre ave lou trèin da Moudaouna.
Forse in deman.. ma per lou moumeun travalheun a la Meizoun de Barbamarc!
Li chuval è lh’ano travalhoun pa deloun è mentre s’arpozoun me chenoun poulid li pra è li terèin è matsoun onhi sort de vegetasioun, ian pa besouèin de gran alimentasioun, anque li terein pi pořo lou van bèin, alouřa et asè in adzut per manteni la mountanha poulida e nou rendoun anque lou lham per bitee le tartifleus.
Can te poieus in vieleut a toun chuval a la man, lou soun di clapin te don lou pas, li poulmoun se ioumplun de aria fina è ta pa bezouèin de niente d’aoutro, te vou partadzeus a sit que ta ansèin, te couèinteus de vita e de sentimeun e se maque in pooc de seun que te viveus ou l’arive a qui acoute: alouřa aieun dounaa carcareun!
Bibliografia utile: Trekking a cavallo di Mauro Ferraris Mursia editore1988
commenta