In questo tempo ormai così interconnesso, in cui pare annullata la distanza che da sempre ha condizionato il vivere e di conseguenza l’agire dell’uomo, è sempre più facile ottenere conoscenze e creare legami. E così la passione per la musica ha condotto una persona a scoprire una piccola comunità alpina delle nostre valli attraverso il canto ostanese “Mendia”, interpretato dal gruppo dei cantori spontanei di Ostana. Nel testo una donna racconta la propria infanzia e adolescenza nello scenario tipico della vita nei nostri luoghi, un tempo dura, in cui si sapeva molto bene cos’erano le “ruidas”, ma forse più allegra, come recita il testo. È curioso sapere che oggi la sua eco risuoni nella città di Parigi, storico luogo dell’immigrazione ostanese così come di molti altri paesi delle nostre valli. Un fenomeno che purtroppo ha drammaticamente spopolato la montagna e infragilito sotto molti aspetti, non ultimo quello linguistico, le popolazioni che hanno continuato ad abitarla. Recentemente abbiamo ricevuto un caloroso messaggio da parte della persona in questione, Margherita Trefoloni, che riportiamo di seguito:
“Sono una cantante e attrice italiana, ma abito a Parigi da quindici anni. E proprio a Parigi ho potuto approfondire il mio interesse per i canti italiani di tradizione orale, attraverso gli incontri con cantanti formatesi con la grandissima musicista e etnomusicologa Giovanna Marini e in particolare con l'attrice e cantante Anna Andreotti, con cui collaboro da 10 anni (Passio, Sur les traces de l'immigration italienne, Et toute l'Italie se remet à chanter, E più non canto). Insieme a lei ho imparato a trasmettere i canti italiani di tradizione orale a cantanti francesi lavorando a orecchio, senza spartiti e con un uso più che parsimonioso del testo scritto.
Dirigo un coro a Parigi dal 2011 (A tout bout de chant, https://www.facebook.com/A-tout-bout-de-chant-157027271023802/, con cui fra l'altro ho fatto dei concerti questo fine settimana in Dordogne – una delle poche regioni in cui l'occitano è ancora presente in Francia – al seguito del festival occitano D'aqui o d'alai https://www.sudouest.fr/2018/09/10/d-aqui-o-d-alai-trois-jours-de-festival-occitan-5376769-1752.php) e tengo insieme ad Anna Andreotti un corso sempre di canto italiano di tradizione orale alla scuola di lingua e cultura italiana Polimnia. Francesca Perugini, direttrice di questa scuola, nonché cantante che interpreta con me il canto “Mendia”, ogni anno propone un pezzo d'Italia da esplorare attraverso il canto. L'anno scorso è toccato al corso del fiume Po. Mi sono quindi ritrovata a cercare canti che partivano dal Monviso per poi arrivare in Polesine passando dalla pianura padana. Ed è in questa occasione che ho scoperto su youtube la bellissima registrazione di Mëndio, che mi ha profondamente toccato. Le sonorità mi intrigavano molto, così dolci e aspre allo stesso tempo, come devono essere le vostre montagne. Quando poi ho domandato le parole e Giacomo Lombardo mi ha gentilmente inviato il testo con la traduzione sono stata ancora più convinta della mia scelta. Sotto le parole si potevano sentire i profumi e l'aria della vostra terra, di un tempo antico portatore di valori umani essenziali. Mi sono anche informata sul Comune di Ostana e ho trovato in effetti una vicinanza di idee... Ho deciso quindi di trasmettere questo canto agli allievi cantanti di Polimnia. Gli iscritti a questo corso parlano più o meno italiano, e quando si sono ritrovati davanti a questa lingua "straniera" erano, devo dire, un po' perplessi. Abbiamo lavorato molto per associare i suoni alle parole, le parole al significato, ma l'entusiasmo che siamo riusciti a creare ci ha portato abbastanza lontano, credo. Mi piacerebbe molto continuare la ricerca sul vostro territorio e poterla confrontare anche con i canti occitani francesi. Sarebbe bello poter condividere questo importantissimo patrimonio umano e musicale!”
È ciò che ci auguriamo anche noi, ringraziando Margherita Trefoloni per averci contattati, piacevolmente stupiti, benché consapevoli, di quanto la montagna, oltre e forse a causa della sua amenità, sia un luogo prezioso e la lingua e la musica, aiutate dai nuovi mezzi telematici, in questo caso davvero utili, veicoli d’incontro e di condivisione fra gli esseri umani.
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