Viene qui di seguito riportata integralmente la tabella delle corrispondenze tra grafemi e pronunce come è stata pubblicata dall'autore nella sezione introduttiva. La varietà dialettale occitana è quella di Elva (valle Maira); la grafia adottata è quella mistraliana.
P. A.Bruna-Rosso ha adottato la grafia mistraliana. È una grafia modellata su quella francese, in parte fonematica e in parte etimologica. Ne consegue che a grafemi diversi possono corrispondere fonemi identici (col caso limite della s aspra che può avere ben cinque grafie diverse: s, ss, c, ç, sc) e che grafemi identici possono avere pronuncia diversa.
Ecco le principali norme di pronuncia della grafia mistraliana:
ch = c palatale come in «ciliegia»
ç = s aspra
ce = s aspra
ci = s aspra
é = e tonica chiusa
è = e tonica aperta
gue = ghe
gui = ghi
j = g palatale come in «fagiano»
lh = l palatale come in «paglia»
ou = u
qua = ca
que = che
qui = chi
quou = cu
s = s dolce come in «rosa». Ma è s aspra se preceduta da consonante
sce = s aspra
sci = s aspra
u = u francese
z = s dolce
h = non ha valore fonetico. Indica la caduta di l palatale o accompagna le esclamazioni.
Di regola, l'accento tonico cade sulla penultima sillaba. Cade sull'ultima nelle parole terminanti con consonante (diversa dalla s del plurale) oppure in a, i, u. L'accento grafico sta ad indicare un'alterazione della naturale tonicità (ma per la e anche l'apertura o la chiusura). La dieresi ha l'effetto di separare nella pronuncia due vocali che costituirebbero altrimenti dittongo.
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