Come nella maggior parte delle società agricole tradizionali, anche nelle nostre valli la donna aveva una «capacità» ridotta rispetto a quella dell'uomo. Era (ed è sovente ancora) destinataria di decisioni prese da altri, oggetto più che soggetto di scelte. A partire dalla scelta matrimoniale.
I numerosi proverbi che al matrimonio si riferiscono si rivolgono sempre all'uomo. Vogliono essere consigli ma hanno quasi sempre la forma dell'imperativo:
PRENTE NA BONO MASIERO / E LAISO LA GROSSO ARTIERO - prenditi una brava massaia e lascia la ricca ereditiera.
CHI VOL NA BRAVO FIO / DE SUN VEZIN LA PIO -chi vuole una brava ragazza la chiede in sposa al vicino di casa.
Anche gli attributi fisici, positivi o negativi, possono ispirare una scelta:
FREMO BURÜO / FREMO ENTURSÜO- donna pelosa ha cattivo carattere.
ES DESÙT LA LENTÌO / CH'ESTO LA BELO FIO- sotto le lentiggini troverai la bella ragazza.
DE LA FEO LANÜO CIÀ SE PARAR / DE LA FREMO BARBÜO CIÀ SE MESFIAR- bisogna guardarsi dalla pecora che ha troppa lana e diffidare della donna barbuta.
In altri proverbi c'è soprattutto il gusto della polemica campanilistica:
SE VOS NA FIO NETTO / VAI PAPÌ A LA TURETTO se vuoi una ragazza pulita non devi davvero andare alla Torretta (Casteldelfino).
E il campanilismo può giungere al paradosso:
L'ÜVERN I A PA DE SULEI, L'ISTÀ I A PA DE LÜNO / ES FIES DE L'IBAC POIUN PA FAR SA FURTÜNO -d'inverno non c'è sole, d'estate non c'è luna, le ragazze dell'opaco non possono trovar fortuna.
Un solo proverbio si rivolge ad entrambi i sessi ma ha un sapore ironico che è fin troppo evidente:
PRE SON CHENTÌN / TU CRÜBESEL TROBO SUN TÜPIN- per San Quintino ogni coperchio trova la sua pignatta.
Sergio Ottonelli
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