Olivetta San Michele è un grazioso villaggio collinare, di circa 250 abitanti, che si trova nel limite estremo della parte italiana della Val Roia. Il suo attuale territorio si estende su una superficie di 13,84 km², in una fascia altimetrica che va dai 141 m di Giauma, piccolo gruppo di case situato in frazione San Michele, ai 1326 m delle balze rocciose del Monte Butetta. Il comune si configura come un insediamento sparso formato da tre frazioni principali, Olivetta, San Michele, e Fanghetto, cui un tempo si aggiungevano altri due nuclei, posti a altitudine più elevata, Piena e Libri, i quali, dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la definizione dei nuovi confini territoriali tra Italia e Francia fissati dal Trattato di Parigi del 1947, furono accorpati al comune francese di Breil-sur-Roya, prendendo il nome di Piene-Haute e di Libre.
Olivetta emerge da un’altura che si affaccia sul torrente Bevera (chiamato Beura o più genericamente Ribera), affluente di destra del Roia, e costituisce, con le sue caratteristiche borgate, il nucleo principale del comune. Risalendo ripidi tornanti che s’inerpicano tra rigogliosi uliveti si raggiunge Olivetta, il quale si sviluppa lungo la strada che costeggia il Bevera in cui appaiono le antiche borgate di Bossaré, Ciantri, Cartule, Torre, Cabana.Pilun, l’abitato più recente, sede del Palazzo Comunale, deve il suo nome alla presenza, lungo il sentiero che portava al Castello di Piena, di un pilone votivo dedicato a Sant’Antonio di Padova, trasformato in seguito in cappella e divenuto nel 1885 chiesa parrocchiale.
Percorrendo la strada statale che porta al Colle di Tenda si attraversa la frazione San Michele, che ospita la stazione ferroviaria e una cappella dedicata a Sant’Agostino. Infine, proseguendo e deviando dalla carreggiata principale si raggiunge Fanghetto, borgo rurale dall’impianto architettonico medievale, da cui è possibile ammirare scorci di incredibile bellezza.
Il comune di Olivetta San Michele ha subito nella storia recente delle trasformazioni non solo nella delimitazione territoriale ma anche nella denominazione. Il toponimo, infatti, è di origine assai recente (1889) e deriva dall’accostamento del nome di due frazioni, delle quali non esiste documentazione storica. Olivetta deriverebbe dal collettivo plurale neutro *oliveta, poi erroneamente interpretato come diminutivo femminile in -etta, ciò ad indicare la diffusa presenza di uliveti nella zona. San Michele prende il nome dal culto del santo cui è intitolata la chiesa di Sospello (Sospel dal 1860, per la sua annessione alla Francia), capoluogo della Valle Bevera con cui confina a est (1).
Il centro originario del comune era nel castello di Penna, toponimo di ampia diffusione in Liguria e Provenza derivante dalla voce preromana *PENNA, con significato di ‘monte’, ‘sommità’. Dominio della Contea di Ventimiglia, poi passato sotto la Repubblica di Genova, divenne una roccaforte di frontiera posta al confine tra la Contea di Provenza e il territorio di Genova. Per lunghi periodi conteso dai Savoia e dai francesi, Penna passò, con il congresso di Vienna del 1814 (come tutta la Liguria), al Regno di Sardegna, sotto la divisione di Nizza.
La frontiera attuale tra Francia e Italia, che attraversando il torrente Bevera sfiora Olivetta San Michele e sale verso il Monte Grammondo, coincide in linea generale con il confine linguistico che separa l’area ventimigliese orientata su Genova, da quella di Mentone-Sospello legata al Nizzardo. Ne rappresenta tuttavia un’eccezione Olivetta San Michele che, per la vicinanza a Sospello, centro irradiatore dell’influenza nizzarda verso l’Alta Valle Bevera e la media e Alta Val Roia, e l’isolamento dalle innovazioni liguri della costa, ha mantenuto una continuità linguistica con l’area mentonasca e al tempo stesso ha conservato una parlata con tratti arcaici specifici, come ad esempio l’aspirazione di S intervocalico(2).
(1) Riferimenti in Dizionario di toponomastica, cit., p. 453.
(2) Riferimenti in N. Lamboglia, Toponomastica intemelia, Bordighera, Istituto di Studi Liguri, 1946.
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