Elezioni del venticinque settembre: tutto come più o meno previsto. Un po’ più ai 5stelle un po’ meno alla Lega e al Pd. Molti astenuti che ridimensionano in termini percentuali il successo di Fratelli d’Italia. I numeri del centro destra danno, sulla carta, una tranquillità di percorso al Governo entrato in carica in tempi rapidissimi.
Il nuovo Governo vede la presenza di pochi ministri tecnici e tanti politici che sono in Parlamento da decenni con scarse preparazioni specifiche ma tanta conoscenza delle aule parlamentari. La Meloni ne avrebbe voluti di più ma ha dovuto soddisfare le brame di Lega e Forza Italia e così abbiamo il solito menù di persone di scarsa competenza (a parte poche eccezioni) innamorati di se stessi , senza contare i soliti conflitti di interesse, che dovranno far fronte agli enormi problemi che Draghi ha lasciato sul tavolo: crisi energetica, cambio climatico, attuazione piena del PNRR, disoccupazione crescente che accompagna le crisi aziendali conseguenti del caro energia i cui prezzi sono in leggero calo: ma si rifletteranno sulle bollette senza un intervento della politica?
Il Paese per ora ha tenuto grazie alla solita genialità e laboriosità italiana ma le imprese stanno erodendo i propri margini (e mangiando il fieno in cascina) e se le esportazioni non manterranno i ritmi soliti sarà dura e ne patiranno i livelli occupazionali. Non dimentichiamo che l’energia in Italia è da sempre più alta rispetto ai competitor europei…
Il nuovo Governo sarà all’altezza ?
La Meloni da mesi sta tenendo un contegno sobrio; in campagna elettorale non ha promesso la luna ma ora dovrà dare alla luce provvedimenti urgenti e impostare rapidamente la legge di bilancio 2023. Poiché anche lei non ha la bacchetta magica dovrà affrontare le prime impopolarità in conseguenza delle azioni di governo. Una cosa è predicare dall’opposizione altra cosa è governare e assumere le responsabilità delle decisioni; non saranno rose e fiori! Aver messo Giorgetti all’Economia non sarà sufficiente a impedire le fughe in avanti di Salvini che tirerà fuori il solito populismo nel tentativo di recuperare un po’ di voti. Per ora resta in agguato e dà piccoli segnali che vogliono rimarcare quanto sia bravo e indispensabile per il Governo! Il partito lo segue muto. Vuol riprendere la lotta agli sbarchi sfruttando le ambiguità degli incarichi ministeriali: la poca chiarezza (per ora) su chi sia il ministro competente.
Altro discorso è per Forza Italia. Berlusconi si rifiuta di passare in second’ordine ed esprime al massimo le sue qualità di imbonitore e attore. Le sue uscite sulla dolcezza e bontà di Putin, se lasciano indifferenti i suoi elettori abituati alle sue sparate prive di pudore, non possono che preoccupare a livello europeo, e non solo,rispetto alla politica estera italiana. Basteranno i messaggi tranquillizzanti agli ucraini per ricucire il disastro causato da Berlusconi? Sicuramente non basterà al padrone di Forza Italia avere uno dei suoi come ministro degli esteri (Taviani) per impedirgli di essere una costante spina nel fianco al governo appena nato. Bel problema per la premier che dovrà anche decidere se collocare la sua destra all’interno del movimento conservatore europeo o scegliere posizioni più reazionarie.
Con l’Europa per ora c’è tregua in attesa dei primi provvedimenti .
Rispetto alla politica interna l’ultima preoccupazione per la Meloni sarà l’opposizione dove le forze politiche appaiono smarrite e alla ricerca di ruolo e identità senza avere statisti a disposizione in grado di trovare sintesi alle proposte delle tre compagini più numerose: solo politici di basso profilo preoccupati di stare a galla.
Il PD è forse quello più allo sbando con una classe dirigente che non avendo capito e metabolizzato i motivi della sconfitta non può trovare i necessari rimedi e fatica a trovare una propria via. E ha tenuto in pancia troppi renziani.. L’errore fatale di Letta nell’aver rifiutato l’alleanza con i 5stelle , la sola mossa in grado di sconfiggere la destra nelle elezioni, ha lasciato terreno bruciato con i vertici del partito delegittimati e privi di credibilità. La transizione, qualunque sia la direzione, sarà lunga e in questo momento non si capisce a quale tipo di partito porterà.
Di Calenda e Renzi inutile parlare se non per dire che non hanno sfondato ma che potrebbero fare da stampella al Governo di destra in caso di bizze eccessive delle due forze minori. Renzi ci ha abituato a tutte le capriole e quindi….. Questo dà una se pur minima tranquillità a Fratelli d’Italia.
I 5stelle stanno cercando un posto alla sinistra del PD ma devono ancora chiarire i contenuti politici e definire i contorni ideologici della loro proposta. E forse anche i rapporti con Grillo. Alcune posizioni sono ambigue (vedi Ucraina) anche se a livello di gestione del consenso hanno dimostrato di avere una certa esperienza; favoriti dall’essere all’opposizione potranno fare tranquillamente a gara con Salvini in quanto a demagogia.
Resta il grande vuoto nella politica italiana provocato dal grave aumento di coloro che non sono stati invogliati a votare non avendo trovato un’offerta adatta alle proprie sensibilità. Sono persone ancorate ad una idealità ormai non più presente nell’area di centro sinistra: il mondo del volontariato, la classe operaia, i troppi poveri e chi ha basso reddito, il mondo cattolico progressista, Tutta gente che non si fa imbonire ed è disillusa non trovando credibili proposte politiche. Una crisi di valori della politica che viene da lontano.
Finiti i passaggi parlamentari il governo è ora nella pienezza delle sue funzioni e da subito dovrà prendere precise direzioni ed avviare le azioni conseguenti. Nel discorso alle Camere in occasione della fiducia al nuovo governo la Presidente si è mantenuta volutamente generica limitandosi ad enunciazioni e conferme del programma elettorale ed evitando voli pindarici e libri dei sogni, pur affermando con buona capacità dialettica, la voglia di governare con efficienza il cambiamento del sistema Italia. Tutto da declinare in provvedimenti che vedremo sicuramente in tempi rapidi (almeno nelle sue intenzioni).
Apprezzabile per noi, se seguiranno atti concreti, le considerazioni sulla necessità di intervenire sulle aree interne e sulle condizioni della montagna italiana. Niente sulla burocrazia che asfissia e ammorba l’efficienza del Paese.
Tutto questo è ormai alle spalle e gradualmente vedremo nei fatti la direzione politica-amministrativa che verrà scelta dal nuovo esecutivo mentre nessuno in Parlamento si ricorda dei grandi problemi che investono l’umanità: la necessità di pace, i disastri che portano all’emigrazione, la fame che investe grandi parti del mondo. Di queste cose ne parla solo più il Papa.
Giacomo Lombardo
Ostana 26 ottobre 2022
commenta