Fredo Valla
Cineasta occitano d’Italia
Nato in Val Varaita, una delle 12 valli delle alpi italiane dove si parla l’occitano, cineasta riconosciuto per i suoi documentari, le sue sceneggiature di film ed il suo lavoro per la televisione, giornalista e scrittore, ha consacrato la sua vita al rinnovamento culturale e politico di quelle che in Italia vengono dette “Valli Occitane” e che egli ama chiamare, vista la loro posizione all’estremità del paese di lingua d’oc, “l’estremo oriente d’Occitania”. È altresì cofondatore della sola scuola di cinema situata in un villaggio di alta montagna. Questo villaggio, spesso citato come esempio di rivitalizzazione territoriale basata su una dinamica culturale, è Ostana, dove vive, e la dinamica in questione quella che conosce attualmente la cultura occitana nelle Valli; quanto al nome di questa scuola, è “L’Aura”, con riferimento a “L’Aura fai son vir”, uno dei due film che proponiamo.
L’aura fai son vir / Il vento fa il suo giro
Film di Giorgio Diritti – sceneggiatura di Fredo Valla (2005) 1h50
Dialoghi in italiano, occitano e francese
Giovedì 22 settembre
Gli attori, salvo Thierry Toscan e Alessandra Agosti i quali sono attori professionisti, sono tutti abitanti della Val Maira (valle occitana d’Italia) che hanno accettato di partecipare al film.
Benché autoprodotto, questo film ha conosciuto un grande successo in Italia (per lunghi mesi nel programma di numerose sale da cinema, una critica abbondante e positiva) ed ha goduto di un forte riconoscimento presso numerosi festival internazionali.
Philippe, un francese, anziano professore che ha lasciato il lavoro, decide, dopo un primo esperimento fallito di pastore di pecore nei Pirenei, di installarsi con la sua famiglia e le sue capre a Chersogno, villaggio della Val Maira, dove atterra per caso dopo molte ricerche infruttuose di un nuovo punto di partenza. Il villaggio è essenzialmente abitato da persone anziane, il resto degli abitanti viene solo più per le vacanze. La municipalità decide di trovar loro una casa in affitto e gli abitanti del paese si mettono al lavoro per restaurarla. All’inizio, dunque, il villaggio sembra globalmente felice di accogliere Philippe, sua moglie e i loro tre bambini, ma assai presto nascono dei malintesi, essendo i nuovi venuti giudicati insufficientemente attenti ai costumi locali e ai diritti di proprietà. Così, nel corso del tempo, si passa da un’accoglienza piuttosto calorosa a una moltiplicazione di atti malevoli nei loro confronti. Il film è al contempo aspro e di una grande bellezza plastica. Mette in scena altrettanto bene sia l’individuo che una comunità intera, mostra con grande intensità drammatica il difficile incontro fra un villaggio attaccato alla sua cultura ancestrale e una famiglia “neorurale” più alla ricerca di un “eden pastorale” che preoccupata delle tradizioni, della lingua, dei problemi specifici, dei progetti o semplicemente dei sogni dei suoi abitanti, sa cogliere altrettanto bene sia i punti di convergenza e di divergenza fra i nuovi venuti e alcuni autoctoni che i punti di frizione fra gli individui all’interno della stessa comunità, necessariamente complessa. E poi, come dice un proverbio di questa Occitania italiana, “l’aura fai son vir”, il vento fa il suo giro, il ché riserva sempre delle sorprese...
Bogre – La grande eresia europea
Film documentario di Fredo Valla (2021) 3h20
Prodotto da Chambra d’òc
Venerdì 23 settembre 20h30 – proiezione sostenuta dal Cirdoc
Girato alla maniera di un road-movie, Bogre è un lungo viaggio attraverso la Bulgaria, la Bosnia, l’Italia e l’Occitania sulle orme degli eretici del Medioevo, qualificati là come bogomili, qua come catari. Essi si chiamavano semplicemente “buoni uomini” e “buone donne” e sovente erano trattati come “bo(l)gres” (che significa bulgari, essendo la Bulgaria vista come punto di partenza dell’eresia). Il termine d’altronde è restato ed oggi, nel paese d’oc, ci si dà ancora del povero o del bravo... bogre!
Fredo valla ci imbarca sulle tracce di questi primi Lumi apparsi nel cuore del Medioevo, che pur ci vien detto così cupo. Egli, il cineasta occitano che si è, pertanto, necessariamente proteso verso i trovatori e la civiltà medievale che, qui stesso, li ha fatti nascere, si trovava particolarmente ben armato per tentare di comprendere come e perché questo stesso periodo storico abbia anche prodotto delle eresie, ovvero dei contestatori radicali del dogma della Chiesa. Ben armato altresì per farcene misurare le speranze e le aperture assieme alla terribile persecuzione che ne è seguita, annunciatrice dei totalitarismi e dei genocidi moderni.
Si racconta che il film “I catari” di Stello Lorenzi, diffuso alla televisione negli anni ’60, ha costituito un evento scatenante per molti abitanti del “Mezzogiorno di France”, facendo prender loro coscienza del loro passato singolare, occitano e non insegnato a scuola. Bogre è forse un’opera di quella tempra, di cui le proiezioni si moltiplicano con successo ai quattro angoli di un’Europa che non manca di nuovi “bo(l)gres” discriminati perché diversi o inseguiti perché migranti... È un grande film, in verità, sulla libertà di pensiero, sul diritto di scelta e di esistenza così come sono germinati negli animi in questo periodo fondatore di ciò che l’Europa diverrà più tardi. E Fredo lo ha costruito su incontri, su incessanti avanti e indietro, che imprimono le loro impronte a passo lento, attraverso l’Europa di oggi, come gli eretici hanno impresso le loro attraverso quella di allora, come ogni essere umano imprime le sue quando cammina, quando pensa, quando inventa, quando ama... Sarà la terza proiezione in Francia, la seconda soltanto in questa regione Occitanie dove, d’altronde, è stata girata una grande parte del film... ed a ragione!
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