Quando si realizza un film, durante la scrittura, ma ancor di più durante le fasi di ripresa, lo sforzo immaginifico e al contempo concreto, di riuscire a tradurre e fermare in immagini i concetti, le storie, i temi… viene in parte frustrato dalla consapevolezza che qualcosa andrà perso: belle inquadrature, percorsi narrativi, oggetti di scena… straordinari a volte, ma che nel montaggio si rivelano difficili da miscelare con le vicende che si vogliono narrare. Funziona così: è l’arte del sottrarre, di cui è fatto il cinema e forse ogni forma d’arte. Ma sottrarre spesso significa destinare all’oblio momenti, luoghi, atmosfere che sono restate impresse e hanno contribuito alla costruzione del film.
Durante le riprese di “BOGRE-La grande Eresia europea”, nella spedizione in Bosnia, ci siamo ritrovati a pensare a questo attraversando lo Stari Most, il “Ponte Vecchio” di Mostar, simbolo della città e dell’intolleranza che ne provocò la distruzione. Fu in quel in quel luogo, e in quel momento, che affiorò, ancora sfocato, il proposito di salvare quegli spunti, quelle sensazioni, le cose belle che avevamo realizzato e che forse non sarebbero state utilizzate.
Da questa volontà, e dal confronto fra noi (Andrea Fantino, Elia Lombardo ed io) è nata BOGRE – LA MOSTRA. Un progetto che si è fatto concreto nell’incontro con Espaci Occitan (Michelangelo Ghio, Teresa Totino). Ci mettemmo subito al lavoro. Decidemmo i contenuti. A Elia Lombardo fu affidato il compito di dare forma alle idee, la scelta delle foto e dei testi, la progettazione e la realizzazione della mostra. Espaci Occitan, oltre a produrla, si occupò della traduzione dei testi in occitano e in francese, con la straordinaria collaborazione di Rosella Pellerino, direttore scientifico, e di Donatella Rinaudo. L’intento era di avere un “prodotto” che potesse accompagnare le proiezioni del film BOGRE, ma anche essere esposto in autonomia, capace di raccontare sia la “grande eresia europea” cataro-bogomila, sia le varie fasi della realizzazione del film. A completare il tutto una decina di filmati brevi che il visitatore della mostra può vedere su tablet, sequenze che non sono nel film, eppure importanti per la storia dell’eresia.
La prima esposizione della mostra è stata a Saluzzo in occasione della proiezione del film al cinema teatro Magda Olivero. Successivamente la mostra è stata esposta a Cuneo nel Palazzo Comunale, quindi a Caraglio al Filatoio Rosso, poi nuovamente a Cuneo.
Un allestimento di particolare prestigio è stato quello al Museo Mallé di Dronero, dove la mostra è stata esposta per tutto il mese di agosto con un buon numero di visitatori, richiamati dai manifesti esposti nei principali centri della provincia cuneese. Al Museo Mallé, la volontà di essere parte della narrazione, di condurre il visitatore a comprendere meglio il film, il tema trattato e a emozionarlo, ha trovato nella direttrice del Museo, Ivana Mulatero, un’interprete competente, animata da un’infinita passione, da creatività e cura dei particolari. L’allestimento di Dronero è stato arricchito di elementi non presenti nell’impianto originale della mostra: il busto autoritratto scolpito da mio padre che era già divenuto il simbolo del film; le mappe originali di Valentina Salvatico che in un primo momento, data la fragilità e preziosità delle carte pregiate su cui erano state realizzate, comparivano nella mostra solo come riproduzioni fotografiche; le personali rielaborazioni grafiche dei cartelli testuali realizzate dalla Mulatero stessa.
Questa collaborazione è stata l’esempio di come un’opera documentaristica possa essere un fertile spunto per un’unione di intenti e visioni capace di restituire al visitatore una comprensione più ampia del tema dell’eresia e della sua narrazione.
Per ricevere informazioni su BOGRE – LA MOSTRA (dossier, esposizione), rivolgersi a Espaci Occitan, tel. 0171 904073 – segreteria@espaci-occitan.org.
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