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Nòvas n.198 Abril 2020

Sindaco di Giaglione e Covid-19

Sandic de Dzalhoun è Covid-19

di Marco Rey

italiano

Nell'attuale situazione emergenziale dovuta alla diffusione del contagio Covid-19, come tutti i sindaci dei nostri piccoli comuni montani, mi sono trovato in prima linea. In qualità di Autorità sanitaria locale quanto di Protezione civile, Pubblica sicurezza ed Igiene pubblica.

Oltre, in questo momento di chiusura degli uffici comunali, anche responsabile dei servizi sociali, amministrativi, polizia municipale o anche ufficio tecnico e ragioneria. Con l’attivazione dei Centri Operativi Comunali (C.O.C.) ho monitorato e coordinano le attività legate all’emergenza in atto; ho disposto con ordinanza le misure più idonee a livello locale per fronteggiare la crisi; informato costantemente i cittadini dell’evoluzione in atto. Mi sono ritrovato in prima persona a garantire il rispetto delle norme, decreti su decreti molte volte difficilmente applicabili sul territorio.

Questa pandemia lascerà una traccia indelebile su abitudini, relazioni, costumi e sulla vita di comunità, come la nostra, basata sul quotidiano contatto e condivisione continua.

Penso alla Banda Musicale, il coro, le feste dell’associazione alpini senza dimenticare le priore e gli spadonari.

Con tutti i colleghi amministratori, insediati da un anno, avevamo lavorato con entusiasmo al progetto globale di programma elettorale, un progetto di sviluppo sostenibile, un cambio di rotta per il paese. Appuntamenti su appuntamenti, riunioni su riunioni, un anno di lavoro che ha cozzato contro una parete impalpabile, un piccolo virus invisibile che ci ha cambiato l’esistenza. Ha fermato il mondo!

Al momento le priorità sono altre ma, i progetti saranno ripresi, il nostro paese vuole vivere non, soccombere alla pandemia, non vogliamo rassegnarci per sempre a questo tempo sospeso.

La collaborazione con i colleghi Sindaci della valle è stata sempre esemplare, la solidarietà totale. Non è facile per un territorio che vive o vuole vivere di turismo ritrovarsi a chiudere le strade ed invitare i visitatori a non entrare nelle nostre valli. Sicuramente dovremo tutti rimboccarci le maniche, condividere strategie per una diversa fruizione del territorio.

La macchina sanitaria ha dimostrato tutte le sue lacune e dobbiamo ringraziare i medici, gli infermieri che a testa bassa hanno lottato strenuamente a volte solo con forze proprie. Insieme, con l’Unione Montana, abbiamo fatto fronte alla richiesta di mascherine, sia per gli ospedali sia per gli operatori. Abbiamo dotato la popolazione. Con le associazioni abbiamo supportato per le prime necessita chi non poteva fare da solo.

Il primo aiuto diretto dello stato sono stati i buoni di solidarietà alimentare. Fortunatamente in paese non abbiamo condizioni di estremo disagio ma chi ha perso il lavoro, l’anziano che vive con la pensione minima non possono certo scialacquare. La dignità dei nostri montanari fa sì che nessuno di propria sponte presenti richiesta quindi il Sindaco, conoscendo i cittadini, deve inventarsi anche il ruolo di confidente e convincerli a presentare domanda ed accettare un piccolo aiuto.

Non sarà facile neanche la fase2 per tutte le attività di montagna, rifugi, agriturismi, ristoranti in baita o chalet a mantenere il distanziamento sociale. Non sarà fattibile indirizzare turisti sui sentieri, sugli itinerari delle nostre care montagne senza un progetto per rendere produttive tutte le variegate attività locali.

Non possiamo abbandonare le nostre feste tradizionali, le sagre campestri, quindi anziché progettare lo sviluppo ci ritroviamo a riconvertire l’esistente. Purtroppo i Sindaci, per molti versi, hanno le mani legate, si ritrovano sempre tra incudine e martello. Da una parte le logiche richieste della cittadinanza dall’altra gli enti sovracomunali che non aiutano. Decreti nazionali, decreti regionali, leggi e leggine incomprensibili. Divieti che spesso non possono essere applicati pari-pari in città, pianura e montagna. Mascherine obbligatorie ai malgari ed ai boscaioli…. Io resto a casa: divieto di gestire l’orticello o il prato in paese, questi sono solo alcuni esempi di difficoltà nell’applicazione delle leggi e decreti.

L’unione dei comuni montani (Uncem) su questi temi ha sempre fatto sentire la propria voce ed è stata sempre un valido supporto.

Ora voglio guardare avanti, fortunatamente il nostro paese non è stato toccato direttamente dalla pandemia ma le conseguenze economiche non dovranno essere sottovalutate, in primis agiremo con tutte le risorse possibili per aiutare le imprese locali, chi ha perso il lavoro e chi si ritrova in difficoltà.

Siamo rimasti in contatto anche con gli amici della Maurienne, con loro condividiamo questa grande difficoltà, rimoduleremo i progetti e rafforzeremo i legami informatici. Con la Città Metropolitana di Torino abbiamo interrotto tutti i progetti, appena possibile riparleremo anche di cultura e minoranza linguistica, di crescita del centro di documentazione della memoria orale.

In conclusione il Sindaco di Giaglione non è rassegnato ma con tutto il gruppo si sta preparando alla ripartenza. Resilienza, vogliamo mantenere viva, bella e sana la nostra montagna ed il nostro paese. Ripartenza con i nostri valori rafforzati, mai come ora ci si rende conto della qualità del piccolo villaggio. Ripartenza di una comunità che vuole vivere in tradizione ed innovazione, che vuole mantenere la posizione.

franco-provenzale

Dedin la situasioun atual de emerdseunse cauzà da la difuzioun dou contadzo dou Covid-19, queme tot li Sandic di notris petseut viladzo de mountanha, sei trouvame an permiera linea. An calità de autorità sanitaria loucal tan que de proutesioun civil, de sicuresa è igiene publica.

An pi, tan que la quemouna lhet saraa, me trovo a fare lou respounsablo di servise soucial, administrativ, de poulisia tan que ufise tecnic è countabil. Avé l’ativasioun di centro operativ coumunal (C.O.C.) iei mounitouraa è coordina tot seun groupà a l’emerdzeunse dou moumeun. Ordinansa d’le mesureus pi dseusteus a livel loucal per frountedze la crizi.

Iei trouvame a prima persona a garantii lou rispet de le regouleus, decreto tsu decreto béin souveun pa aplicabil tsu lou teritore.

La Pandemia lhe vèt léise ina trasa proufounda tsu coutumeus, relasioun ma sourtot tsu ina coumunità queme la notra quel he viit tsu relasioun èitreita è countat è coundivizioun.

Souèindzo a la Muzica, lou coro, lh’alpin per pa dire dl’e prioureus è lh’aspadouneire.

Ansèin li coulega aministratou, aprè in’an da l’elesioun, aian travalhà avé entouziasmo ai proudzeut dou programa eletoural, ina noueva diresioun per lou pai.

Apountameun tsu apountameun, riounioun aprè riounioun, in’an de travalh que ou vèt a batre countra ina muralha que vaieun paa, anvizibla, in petseut virus que vaieun pa ou l’ot sravouldzunos l’ezisteunse. Ou l’ot ferma tot!

Arò souèindzeun a d’aoutro, ma abandouneun pa li proudzet, noutroun paio ou vout vivre pa, patii sa pandemia fermese per deloun d’in sa téin ambrandan.

La collaborasioun avè li Sandic de le coumbeus de Souiza lhet ezemplar, la solidarietà toutal. Et pa facil per in teritore que ou vit o ou vout vivre de tourismo trouvese a saré li tsamin ad anvitè li vizitatou de fermese de pa intré an valada.

Dèiveun touit arvetsenous le mèindzeus, la maquina sanitaria de la regioun lhot pa travalha tan béin, dèiveun ringrasiè li mede, lh’infermiè que a teta basa ian coumbatu maque avè forsa propria.

Ansèin, avè L’Unioun Montana, aioun souèindza à le masquerineus que per l’èipitalh que per lh’operatou. Aieun fourni asé la popoulasioun. Le asociasioun dou pai ian èida qui peièt pa fare da souleut.

Lou pèrmie adzut de l’astat soun ità li boun de solidarità per mindzee (alimentar) Per fortuna an pai aieun pa de caz dispera ma qui iot perdu lou travalh, l’ansian que ou vit avè la minima se la pasoun pa tan bèin. La dinhità de notris paizan fet sé que pa nun presente doumanda aloura, lou Sandic, counhèisan touit, ou det fare lou confideun è fourselis a fare doumanda per atsete in petseut adzut.

Serot pa facil nhanca la fase2 per tot lez atività de mountnha, rifugio, agruturismo è petseut ristouran manteni la distansa de ledze. Servit a nhente anvitè le dzeun a veni a tsaminè tsu notris vieleut sensa in proudzet per le atività loucal.

Peieun pa abandoune notreus fetes tradisiounal, notreus feteus de campanha aloura, per forsa, anvetse de travalhé tsu proudzeut nouva fot ricounverti seun que aieun.

Tetun li Sandic ian li bras groupà soun deloun tra l’ancouino è lou martèl. D’in l’arie la doumanda de la popoulasioun da l’aoutro lh’enti sovracomounal que èidoun paa.

Decreti nasiounal, decreti regiounal, ledze è regoules que pa noun capit. Divieto que peieun nhanca apliqué. La mountanha et pa la sità. Masquerineus ai berdzie ai bousqueiran…. Me ito a mèizoun: peuio pa fare l’ort, peuio pa dèilivre lou prà, va là carque caz de dificoultà a fare rispeté la ledze.

L’Unioun de le comounità de mountnha (Uncem) tsu li tema de notra mountanha lhot deloun èidanous bien.

Arò veulh avèite pi louèin, per fourtuna notroun paio u l’et pa ita toutsa diretameun ma li dèigadzo de l’economia foot tenin couèinte, foot èide le ampreizeus dou post, qui iot perdu lou travalh è qui se trove an dificoultà.

Aieun tenunous an countat asé avé lh’amis de la Moriena, asè lou soun pa bèin bitaa, foot tsèindze asè avè lou li proudzet seuns’aoutro rinfoursè li countat an rete, Ansèin la Provincia de Tourin aian de proudzet an cours, lèiseun lou tèin que ie vet è aleun pi a ripreundre lou tot. Parleun pi asé dou Centro de la memoria Oural è de notra lèinga.

Per saré lou Sandic de Dzalhoun ou l’et pa rasenhà ma ansèin tot soun grup ou s’apreste a ripartre.

Voulen manteni viva, bela è an salute notra mountnha è notroun pai. Vouleun ripartre avé notris valou cool pi foort, mai queme si moumeun aieun capii la calità de vita de notroun pai.

Riparteun an tradisioun è innovasioun è manteneun la pouzisioun.


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