A volte certe strade si incrociano e per una minoranza linguistica è certamente un’occasione per testimoniare la sua esistenza e la sua voglia di raccontarsi. Così, è bello, benché purtroppo quasi una novità, sapere che recentemente è stato pubblicato un libro sull’esperienza del camminare, un’esperienza personale, non militante, e che ciò sia stato reso spontaneamente in una lingua, la lingua d’òc, i cui passi e il cui futuro purtroppo si fanno sempre più incerti e oscurati dall’ombra di un mondo che forse sta smarrendo il sentiero e in cui la stessa dimensione e percezione del camminare è mutata.
L’opera in questione, dal titolo “Dins las pesadas d’En Robèrt-Loís Stevenson del Puèi de Velai fins a Alès” (Sulle tracce di Robert Louis Stevenson da Le Puy en Velay ad Alès), è del professore, giornalista e militante occitano Sèrgi Viaule, così presentata dall’editore: “In questo racconto l’autore ci chiarisce come in quattordici giorni, sulle tracce di Robert Louis Stevenson, ha percorso i 300 km che separano Le Puy en Velay da Ales, in un continuo dialogare fra la sua esperienza e quella dello scrittore scozzese compiuta 140 fa (1878-2018). Con in tasca l’opera “Viaggio nelle Cevenne a bordo di un asino”, Sèrgi Viaule ritorna a frequentare le strade e i sentieri de Velay, del Gévaudan e delle Cevenne. Lo fa con entusiasmo, poesia e, a tratti, umore. Ci offre un’ode alla gioia del meditare sul posto dell’uomo nella natura. Questo libro incanterà coloro che hanno già percorso il cammino di Stevenson e di certo invoglierà a lanciarvisi chi non l’ha ancora intrapreso.
Sèrgi Viaule, nato nel 1950 nella regione di Albi, conosciuto per i suoi romanzi e novelle, è anche uno scrittore di qualità. La sua lingua ricca e duttile gli permette di decrivere abilmente paesaggi e sensazioni. Quest’opera presenta caratteristiche simili a “Barrutlada en Irlanda e en Gallas” (Viaggio in Irlanda e Galles), apparso nel 2015 in questa stessa collana (Edition des Regionalismes).”
Un racconto e un viaggio in cui, passo dopo passo, scoprendo il paesaggio, la natura, l’architettura e incontrando la gente, si vive l’anima dei luoghi; Un’esperienza che a noi della Chambra d’òc non può che ricordare quella compiuta nel 2008, quando con il progetto “L’Occitània a Pè” in 70 giorni abbiamo attraversato la regione occitana dalle Alpi ai Pirenei, percorrendo più di 1300 chilometri, per chiedere che la lingua d’òc fosse dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità. Un cammino, quello sí, militante, che ha coinvolto molte persone e realtà presenti sui territori attraversati e il cui significato ben è stato colto nel verso finale della poesia dedicataci a La Coubertouirade dal poeta Michel Decòr (purtroppo smarrita nelle tappe successive): “Sette camminatori in aria, la lingua come aratro”.
Anche il nostro lungo cammino ha percorso le orme di Stevenson, nella tappa che, passando dal Col de Finiels con una breve deviazione verso la vetta del Mont Lozère (1699 m), ci ha portati da Le Bleymard a Pont-de-Montvert, per poi proseguire nei giorni seguenti verso la cittadina Florac e la regione delle Cevenne.
Ma, lasciando la parola allo stesso Stevenson, ecco come descrive la partenza di quella tappa, nel capitolo “Una notte fra gli abeti” del suo famoso racconto “Viaggio con un asino nelle Cevenne”: “Partii da Le Bleymard dopo pranzo, benché fosse già tardi, per incominciare a scalare un angolo della Lozère. Seguii un sentiero per il bestiame, roccioso e mal tracciato, dove incontrai alcuni carri da buoi che scendevano dalla foresta, ciascuno carico di un intero albero per il riscaldaldamento invernale. Là dove cessava il bosco, assente dopo una certa altitudine in queste regioni particolarmente fredde, presi a sinistra un sentiero fra gli abeti. Giunsi in una piccola valle verdeggiante dove un ruscello formava una piccola cascata sulle pietre come per servirmi da fontana”, la notte passata sotto le stelle con l’amata asina Modestine, sua compagna di viaggio: “un vento leggero, il qual era piuttosto una freschezza in movimento, che un soffio d’aria, passava a tratti attraverso la radura; è così che la l’atmosfera della mia grande stanza si rinnovava ogni notte… non mi sono mai sentito più libero da ogni attaccamento materiale” e l’arrivo, un capitolo e molte pagine dopo, a Pont-de-Montvert, nel paese dei Camisardi: “Infine il suono di una voce umana colpì il mio orecchio – un grido dalla strana modulazione, semipatetica, semiragliante. Guardando dall’altro lato della valle, scorsi un ragazzino in una prateria, le mani sulle ginocchia e ridotto per la distanza a un’esiguità quasi comica. Il ragazzino ci aveva adocchiati, me e Modestine, mentre discendendevamo per una strada fra boschi di querce e mi augurava il benvenuto in questa nuova contrada con quel grido acuto e vibrante. Tutti i suoni mutuano dalla natura qualcosa del suo fascino quando li si intende a una certa distanza. Quella voce, che la limpida aria della montagna portava attraverso tutta la verde valle, suonava gradevole al mio orecchio: essa diveniva un elemento del paesaggio come le querce e lo stesso fiume. Poco dopo il ruscello che stavo seguendo si gettò nel Tarn, a Pont-de-Montvert, di sanguinante memoria.”
Il libro di Viaule naturalmente, ve lo lasciamo gustare. Farlo sarà l’occasione per ripercorrere il viaggio intrapreso più di un secolo fa dal grande scrittore scozzese, il quale, pur inconsapevolmente, fu tra gli inventori del cammino moderno, e immergersi ancora una volta, nella lingua di quei luoghi e con lo stesso spirito del ragazzino che con quel grido di benvenuto accolse i due singolari forestieri, in quello straordinario paesaggio naturale e umano che è tuttora l’Occitania.
Il libro di 170 pagine si può acquistare in rete sul sito delle Editions des Regionalismes:
WWW.editions-des-regionalismes.com
Collegamento diretto all'articolo: https://editions-des-regionalismes.com/epages/78a1391f-9736-4f48-a055-7b67ee9ca57a.sf/fr_FR/?ObjectPath=/Shops/78a1391f-9736-4f48-a055-7b67ee9ca57a/Products/AVL294
Il pagamento con carta di credito è rassicurato.
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