Nòvas n° 102 Junh 2011
Gutane Razda
Gutane Razda
Intervista a Luca Quaglia a cura di Barbara Salerno
Sul suo nuovo libro "Gutane Razda" - Compendio di morfosintassi storico-comparativa della lingua Gotica.
Per tavole sinottiche con schemi e paradigmi di Germanico comune ricostruito e Gotico, Norreno, antico Inglese, antico Sassone e Frisone, antico e medio Altotedesco, Indoeuropeo ricostruito, antico Indiano vedico, antico Graco, Latino.
E con riferimenti alle altre principale lingue indeuropee antiche.

Sono poche le lingue che mi affascinano, e per farlo devono presentare un alto grado di diagrammaticità. Fa eccezione l'antico Irlandese, che, invece, ha perso per strada la diagrammaticità delle lingue indeuropee piú arcaiche. Infatti, non posso dire di "conoscerlo"...
Per i nostri lettori, cosa intendi dire con il termine "diagrammaticità"?
Intendo semplicemente dire che in una lingua son ben chiari i confini tra le parti che compongono le parole: una radice, uno o piú suffissi, la desinenza... Tra le lingue indeuropee storiche, vi è l'antico Indiano che presenta il massimo grado di diagrammaticità, mentre già in una lingua venerabile per la ricchezza di forme come il Greco, questo è assai minore, e ciò è imputabile principalmente a mutazioni fonetiche. In poche parole: laddove si presentino delle mutazioni importanti, se cadono o si modificano delle consonanti, se si spostano degli accenti... il meccanismo che permette di suddividere chiaramente un termine nei suoi componenti si fa sempre piú oscuro. Il Latino presenta una sintassi ricchissima, è assai comprensibile per coloro che parlano una lingua romanza, ma la sua struttura non è piú estremamente limpida, che, anzi, non è neppur lontanamente comparabile con quella dell'antico Indiano, anche se questo ci appaia all'impronta assai meno semplice.
D'accordo... ma perché il Gotico?
Le lingue germaniche, sebbene siano considerate meno importanti rispetto all'Indiano, al Greco o al Latino -e per quanto attiene alle opere letterarie non si può non essere d'accordo-, presentano un alto grado di diagrammaticità, e sono piú semplici, nel senso di chiare, dirette, dell'Indiano stesso, che, per gli studii d'indeuropeistica è la lingua piú importante. Esse non presentano, a titolo d'esempio, delle teorie d'aoristi medii -il medio è un tipo di diatesi particolare, grossomodo una sorta di riflessivo interno- cui non corrispondono le corrispondenti forme attive e viceversa; tutto il sistema verbale, insomma, sebbene infinitamente piú povero di forme (ridondanti!), è, possiamo dire, piú coerente. Quindi, dapprincipio, perché mi piace come lingua; poi, anche perché io Piemontese, voi Occitani e la maggioranza delle nazioni della penisola iberica abbiamo nei Goti degli antenati in comune... Anche nei Celti abbiamo degli antenati comuni -e nei Romani...-. Io, in effetti, sono un celtomane... Ma dell'antico Celtico non possiamo riscostruire granché -i documenti che ci son pervenuti in Gallico o in Lepontico, per esempio, ci presentano molte forme nominali ma ben poche forme verbali, e quasi sempre le stesse-, quindi...
E il Latino, allora?
Ma basta con il Latino! Una lingua che viene utilizzata, spesso a sprosito, dagli ignoranti: solo della gran retorica! E poi, sul Latino vi son già numerosissimi studii.
Bene... il Greco e l'Indiano, o Sànscrito... è definito anche in questo modo, no?
A parte che in questa grammatica si trovano quasi quasi piú forme indiane e greche che gotiche... presto uscirà anche qualcosa di specifico... Dico "antico Indiano" e specifico "vedico" perché nella comparazione è quella la lingua che si utilizza. L'Indiano classico, il Sànscrito, ha perduto un numero ingente di forme grammaticali, soprattutto verbali: il modo congiuntivo, il sistema aspettuale all'interno dei modi... È soltanto importante per la sua ricchissima letteratura. Ma è un aspetto che non mi interessa. Io sono attratto dallo studio dei sistemi linguistici, non da quello letterario. Direi che opero nel campo scientifico, non letterario, all'interno degli studii umanistici: non canto volentieri le caprette delle foresette stese di tra l'erbette, né la guerra, la pace, gli dèi, le dèe, la morte, il sorriso dei bimbi e il pianto dei vecchi, né null'altro...
Si tratta di una grammatica un po' particolare...
Sí! Non mi piacciono le bizantinerie alla maniera degli studiosi "eruditi"... Né sopporto i loro studii "su una forma di perfetto congiuntivo nel quarantottesimo stico di un poema didascalico acefalo di anonimo alessandrino del III secolo a. C. Ipotesi di lavoro blablablà...". Piccoli studii che dovrebbero trovare il loro spazio -ma neppur quello!- all'interno di una comunicazione di tre paginette, al massimo... Sono fatte unicamente per poter presentare all'interno dei curricula accademici un elevato numero di pubblicazioni...
Questa è una grammatica per tavole sinottiche, in cui ho inserito tutte le lingue germaniche antiche in comparazione tra loro per ogni tema trattato: pronominale, nominale, verbale... E, per ciascuno d'essi, nella pagina seguente, ho inserito le corrispettive forme nelle altre principali lingue antiche della famiglia indeuropea. "Sinossi" significa che con un unico colpo d'occhio si può vedere chiaramente tutto, senza sprecare parole inutilmente. Ulteriori chiarimenti e passaggi si trovano nelle note a piè di pagina. Quest'opera può essere consultata da chiunque: non occorre aver frequantato il Liceo classico e credere che tutto derivi dal Latino di Cicerone... Cultura al popolo, ma non quella nazionalpopolare, che per rende le persone semicolte e mentalmente asservite al Credo politico del momento!
Nell'introduzione scrivi che hai impiegato cinque anni per terminare questo lavoro...
Sí! Cinque anni, perché ho lavorato da solo, con mezzi molto poveri. Nel frattempo, son morte molte persone care: mia madre, per un cancro; mio padre, d'un colpo secco; il padre della mia attuale "ex"; sua madre, dopo lunga malattia... Dopodiché, la ex, che non era ancora "ex", lo è divenuta... E a quarantacinque anni non ho ancora un lavoro sicuro... Bisogna frequentare corsi di formazione, passare esami... Il computer faceva le bizze... I computer! perché ho avuto lutti anche fra quelli... E ogni computer defunto significava dover riprendere quasi da capo il lavoro, perché scomparivano tutti i tanti caratteri particolari utilizzati per scrivere le diverse lingue... E poi, o, meglio, innanzitutto... anche perché sono un gran pelandrone: veuia de travaià, sauti-me dòsso! travaia tu bacan, que mi a no pòsso! Me lo dicevano già i parenti liguri, quando ero piccolo. A no l'axeivo veuia de fa niente. Sortanto leze tuto o jorno...
Quante lingue conosci?
"Conoscere" è un verbo importante... Allora rispondo che conosco un po' l'Italiano, quella lingua per noi della ex Gallia Cisalpina "strana", nel senso antico del termine... Alla fin fine, conosco la grammatica di quelle lingue... Mi piombassero in casa un Wulfila, un Vyâsa o anche solo un Demostene, non sarei felice di dover tentare una conversazione... Nonostante ciò, la mia vita sono l'Occitano trobadorico, il Gotico, l'Indiano vedico. Mi serve e pure mi piace il Greco... Il resto... si deve studiare anche ciò che unicamente ci serve, quand'anche non ci interessi per nulla. Mi piacerebbe, però, poter conoscere il Gallico. Ma, grazie ai Romani, il Celtico continentale è un mondo perduto per sempre... Il mondo dei miei antenati... Altro che i 150 anni di questa unificazione forzata e linguisticamente immotivata! Perché mica soltanto l'Occitano, ma anche il Piemontese, il Ligure, il Lombardo ecc. non avevano nulla a che fare con l'italianità...
Come nasce questo amore per la linguistica storicocomparativa?
Sui banchi di scuola, mentre ascoltavo un coglione che non sapeva spiegarmi i fatti curiosi e aberranti del Greco e del Latino... Io non avevo voglia di studiare da "secchione": avevo necessità di comprendere i meccanismi della lingua, altrimenti non capivo nulla. E, quell'asino: "È cosí perché è cosí, studia!!!". Il tipico idiota, il classico professore ignorante! Ce n'è un mucchio nella Scuola. Piú sono ignoranti, piú sono odiosi... "Juppiter... E poi? Eh eh... vi prendo in castagna..." Somaro!!! Sarebbe bastato che conoscesse la storia delle parole... Non parliamo poi dei paradigmi dei verbi greci, come quello di "blôskô"... La Scuola e perfino l'Università sono spesso un rifugio sicuro...
Hai lavorato sotto la direzione di qualche professore?
Ah, no! Non sono cosí importante da aver ottenuto l'attenzione di qualche studioso interessato a pubblicare a suo nome le mie nugellae, dopo avermi spiegato quanto siano piene di errori concettuali e sprovviste d'ogni utilità! E, difatti, questo lavoro o sarà detto esser un nulla di puro nulla, o nulla sarà: nulla ch'è talmente nulla da essere considerato nulla...
Las son gaire las lengas que m'agradon, e totas devon presentar un gra de diagramaticitat aut. La fai excepcion l'antic Irlandés, que, ben al contrari, a perdut per chamin la diagramaticitat de las lengas indeuropèas. E, d'efiech, puei pas dire de "lo conóisser"...
Per lhi nòstri leieires, qeu vòs dire abó lo tèrme "diagramaticitat"?
Vuelh dire simplament que dins una lenga son ben clars lhi confins entre las partias que compauson las paròlas: raïtz, un o pus sufixes, la desinença... Entre las lengas indeuropèas istòricas, la lhi a l'antic Indian que presenta lo màxim gra de diagramaticitat, mentre ja dins una lenga venerabla per la richessa de formas coma lo Grèc, aquest al es ben ben menor, e çò es degut mai que tot a de mudacions fonèticas. En doas paròlas: se la lhi a de mudacions fonèticas importantas, se las chaion o se modifion de consonantas, s'ilhs se desplaçon lhi accents... lo mecanisme que permet de partajar clarament un mot dins si formants se fai sempre pus escur. Lo Latin presenta una sintaxi ben richa, es ben comprensible per tuchi aquilhi que parlon una lenga romànica, mas son estructura es pas pus d'una limpiditat exemplar, que, ben al contrari, ilh es nimenc comparabla abó aquela de l'Indian antic, decò se aquest nos semelha d'en primier ben menc simple.
D'acòrdi... mas perqué lo Gòtic?
Las lengas germànicas, decò se son consideraas menc importantas en rapòrt a l'Indian, al Grèc o al Latin -e per quant es de las òbras literaràrias, poem èsser d'acòrdi abó aquò-, presenton un aut gra de diagramaticitat, e son mai simplas, dins lo sens de claras, dirèctas, de l'Indian mesme, que dins lhi estudis d'indeuropeística es la lenga mai importanta. Las presenton pas, per exemples, de tieras d'aorists meians -lo meian es un tipe de diàtesi particolar, qualquaren coma una espécia de reflexiu intèrn- a lhi quals correspondon pas las correspondentas formas activas e viceversa; tot lo sistèma verbal, en soma, decò s'infinitament mai paure de formas (redondantas!), es, poem dire, mai coërent. Donc, d'en primier, perqué m'agrada coma lenga; après, decò perqué ió Piemontés, vosautri Occitans e la majoria de las nacions de la penínsola ibèrica avem dins lhi Gòts d'antecessors en comun... Decò dins lhi Celts avem d'antecessors comuns -e dins lhi Romans...-. Ió sio un celtòmane, d'efiech... Mas de l'antic Cèltic poem pas reconstuire grand chòsa -lhi documents que nos son pervenguts del Gàllic o del Lepòntic, per exemple, nos presenton ben de formas nominalas e ben gaire de formas verbalas, e quasi sempre las mesmas-, donc...
E lo Latin, alora?
Mas basta abó lo Latin! Una lenga que ven utilizaa, sovent sensa deguna rason da lhi ignorants; masque de grand retòrica! E, après, sus lo Latin la lhi ja un barron d'estudis.
Ben... lo Grèc e l'Indian, o Sànscrit... lo dion decò parier, non?
A part que dins aquesta gramàtica la lhi a quasi mai d'Indian e de Grèc que de Gòtic..., l'arribarè decò aquoaquí... Ió dio "antic Indian" e específico "vèdic" perqué dins la comparacion es aquela la lenga que la chal utilizar. L'Indian clàssic, lo Sànscrit, a perdut un fum de formas gramaticalas, mai que tot verbalas: lo mòde conjunctiu, lo sistèma aspectual al dedins di mòdes... Al es masque important per sa sobrericha literatura. Mas al es un aspèct que m'interessa pas. Ió sio lesinhat da l'estudi di sistèmas lingüístics, pas da aquel literari. Sio, dirio, mai dins lo champ scientífic, pas literari, al dedins de lhi estudis umanístics: chanto pas volentier las chabretas de las mendietas estenduas al metz de las erbetas, ni la guerra, la patz, lhi dius, las dèas, la mòrt, lo sorire de las mainaas e lo plor di vielhs, ni ren d'autre...
Ilh es una gramàtica un pauc particolara...
Bò! Me plason pas lhi bizantinismes a la maniera de lhi "erudits"... Ni m'agradon lors estudis "su una forma di perfetto congiuntivo nel quarantottesimo stico di un poema didascalico acefalo di anonimo alessandrino del III secolo a. C. Ipotesi di lavoro blablablà...". De pichotetas chausòtas que deurion trobar l'espaci -mas nimenc aquò!- dins una comunicacion de tres paginetas, coma màxim... Las son fachas masque per poder presentar dins lhi curricula acadèmics un fum de publicacions...
Aquesta es una gramàtica per taulas sinòpticas, onte ai enserias totas las lengas germànicas anticas en comparacion entre lor per chasque tèma tractat: pronominal, nominal, verbal... E, per chasqu'un d'aquisti, dins la pàgina d'après, ai enserit las formas corrispectivas dins las principalas lengas anticas de la familha indeuropèas. "Sinòpsi" la significa que dins un sol cop d'uelh, òm pòt veire clarament tot, sensa resgairar de paròlas inutilment. Autri esclarziments e passatges se tròbon dins las nòtas a pè de la pàgina. Aquest'òbra la pòon leire tuchi: la sierv pas aver frequentat lo Licèu clàssic e creire que tot arribe dal Latin de Ciceron... Cultura al pòble, mas pas aquela nacional-popolar, que fai las personas semi-sabentas e mentalment asservias al Credo polític del moment!
Dins l'introduccion escrives qu'as empleat cinc ans per finir aqueste trabalh...
Bò! Cinc ans, perqué ai trabalhat solet, abó de ben pauri meians. Dins aquel temp, las son mòrtas ben de personas charas: ma maire de cancre, mon paire d'un colp sec, lo paire de la mia actuala "ex", sa maire... Après, la ex, que ilh era pas encara "ex", l'es devengua... E a quarantacinc ans ai pas encara un trabalh segur... La chal frequentar de corses de formacion, passar d'exàmens... L'ordenaor marchava coma volia... Lhi ordenaors! perqué ai agut de dòls decò abó aquilhi... E chasque ordenaor mòrt la volia dire recomençar lo trabalh quasi dal siu inici, perqué ilhs despareission tuchi lhi tanti caràcters particolars utilizats per escriure las diferentas lengas ... E après, o, mielh, denant tot... decò perqué sio un grand garc: veuia de travaià, sauti-me dòsso! travaia tu bacan, que mi a no pòsso! Me lo dision ja lhi parents ligureses, quand ero mainat. A no l'axeivo veuia de fa niente. Sortanto leze tuto o jorno...
Que tantas lengas conoisses?
"Conóisser" es un vèrb important... Alora, respondo que conoisso un pauc l'Italian, aquela lenga per nosautri de la ex Gallia Cisalpina "estranha", dins lo sens antic del mot... A la fin, conoisso la gramàtica d'aquelas lengas... M'arribesson a l'improvís a maison un Wulfila, un Vyâsa o decò masque un Demòstene, sario pas tant aürós d'èsser oblijat d'ensajar a devisar abó eli... Totun, ió vivo per l'antic lengatge di Trobadors, per lo Gòtic, l'Indian vèdic. Al me sierv e m'agrada decò lo Grèc... La resta... la chal estudiar decò çò que nos sierv masque, decò se nos interessaria ben gaire. Totun, la me plaseria poder conóisser lo Gàllic. Mas, mercés lhi Romans, lo Cèltic continental es un mond perdut per sempre... Lo mond de miei antecessors... Autre que lhi 150 ans d'aquesta unificacion forçaa e lingüísticament immotivaa! Perqué pas masque l'Occitan, mas decò lo Piemontés, lo Ligurés, lo Lombard etc. avion pas gis a veire abó l'italianitat...
Coma nais aquest amor per la lingüística istòrico-comparativa?
Si bancs de l'escòla, mentre escotavo un colhon que sabia pas m'explicar lhi fachs curioses e aberrants del Grèc e del Latin... Ió avio pas vuelha d'estudiar d'una maniera plagosa: avio besonh de comprendre lhi mecanismes de la lenga, desnó capio ren de ren. E, aquel ase: "È cosí perché è cosí, studia!!!". Lo típic idiòta, lo clàssic professor ignorant! La lhi a n'a un fum dins las escòlas. Mai son ignorants, mai son odioses... "Juppiter... E poi? Eh eh... vi prendo in castagna..." Borric!!! La saria bastat que sabesse l'istòria de las paròlas... Diem pas ren di paradigmas di vèrbs grècs, coma aquel de "blôskô"... L'Escòla e fins l'Universitat son sovent un refugi segur...
As trabalhat sotz la direccion de qualque professor?
Eh, non! Sio pas talment important per aver obtengua l'atencion de qualque estudiós interessat a publicar a siu nom mas nugellae, après de m'aver explicat coma sien borraas d'errors conceptualas e desprovesias de chasque utilitat! E, d'efiech, aquest trabalh o sarè dich un ren de pur ren, o ren sarè dich: ren qu'es talment ren da èsser considerat ren...
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