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Noasca, la sua cascata e la sua storia

Nouachi, lou suon pichioun e la soua storia

di Marta Tondo

Noasca, la sua cascata e la sua storia
italiano

Scende limpida e fragorosa. Dominatrice. Si fa ammirare: lei così possente e lucente. Si fa ascoltare: la eco del suo discendere culla Noasca, paese a 1000 metri sul livello del mare, nella francoprovenzale Valle Orco. Lei è la sua cascata e ne è il simbolo, tanto da essere ritratta nello stemma comunale.

Uno spettacolo di cui si può godere anche da un terrazzamento dietro di essa, che conduce in una realtà surreale e magica, in cui lo scorrere diviene lente da cui scrutare lo scenario naturale suggestivo che si dipana ai suoi piedi.

Ma Noasca, Nouachi in lingua locale (il francoprovenzale), offre altri bellissimi scorci. 

Larici, betulle, noccioli e prati incontaminati fanno da cornice al Santuario della Madonna del Truc, dedicato alla visitazione della Vergine a Elisabetta. Edificio sacro eretto in seguito alla leggendaria apparizione lungo il sentiero che sale dalla borgata Jerener all’alpeggio Truc, da cui si apre un belvedere della valle incastonato nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Fra la Punta di Ciamosseretto e il Becco dell'Alpetto, invece, un pianoro ospita il Casotto del Parco, ex casa reale di caccia, in cui il re Vittorio Emanuele II faceva tappa nelle sue battute venatorie. E proprio per ricordare lo stretto legame tra il sovrano e questo territorio il Comune e la Proloco organizzano la manifestazione "Noasca da Re". Un salto nel passato che fa rivivere l'atmosfera dell'epoca ripercorrendo passo dopo passo la storia del luogo. Era il 1856 quando il re inserì il territorio noaschino nell'area Riserva Reale di Caccia, salvando peraltro lo stambecco dall'estinzione. Creò anche un corpo di guardie ad hoc e fece battere sentieri e costruire mulattiere, ancora oggi usate dai guardaparco (per la protezione della fauna) e dagli escursionisti.

Nel 1919 Vittorio Emanuele III asserì che avrebbe donato allo Stato la riserva a patto che venisse creato un parco nazionale. Cosa che avvenne il 3 dicembre 1922 con la nascita del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il primo d'Italia.

franco-provenzale

I calet quieri e grosi. I dominet. Is fet chierier: quie tan parparè forta e pina ëd lucci. I fet coutar: lou soun vers dal calar do Nouachi, paì a 1000 metter dan sal mar, dan la patouasan Val dl'Orcou. Quie est lou soun pichioun, eiest la soua marca, par sen iqui iest fina bitea dan tal disegnan dal coumoun.

Una ciosi qui as po godri iova a dan na barma drer quie, qui menat dan ton paì d'sonjiou, ven te quen lou jian pasar del tens al vint gnën ĺën ma desou, as pot chierier la panoramica treblà e particoulair chi at douan da quie.

Mo Nouachi iat deti particoular.

Brenjes, bioules, codrës e prareies, oui fan da couertà a lou Santourari dla Madona dël Truc, antestà a la visita dla Madona a Elisabetta. Jesia feta souis aprè la visioun dan sal senter qui mountet da Jerener al tramout dël Truc, dan te quen s'douertet an belvera dla valada e sle mountagne dël Parc Nasiounal dël Gran Paradis.

Dan ter mes dla pouenta Ciamousrai e lou Pic dl'Alpet, danvè, iat an pianet enter iat lou casot dël parc, qui ieret an casai d'case dël rei, ën te lou rei Vittorio Emanuele II al faset sousta dan tle soue batoue ëd case. E bën par sin ichi, pour moumourier lou groupagi sret, dan ta lou rei e sal pais ichì lou coumoun e la Proloco ad Nouachi i fan la fesi "Noasca da re".

Ën saat ën dan tal vie, qui al fet vöivri tourna l'airi dan tens, fesiant pas a pre pas l'istorie dal post. Ieret lou 1856 canque lou rei a la marcà al terës ad Nouachi dan tla soua Riserva Reale di Caccia, et parè o la salvà lou bouc da la fen. O la fei oa na truplà d'gouardies sprës e a la fe fari senter e roues, ancor ancuì douvrà da gouardies dël parc, par gournar al bechies e iovi da li tourista.

Dan tal 1919 Vittorio Emanuele III oi diset ca l'avrì armatoi a l'Stat la soua riserva, maqui sal fous scià fet ën Parc Nasiounal. Sla ciosa iqui i capitet lou 3 dzembër 1922, ve la creasioun dël Parc Nasiounal dël Gran Paradis. Lou primer d'Italia. 


P.S. Si ringrazia il Sig. Piero Giorgis per la collaborazione nella traduzione