Non ho fatto scuole alte, chissà se esistevano già,
la scuola di vita ha fatto da lumino a cervello e percorsi,
eravamo nidiate di bocche affamate sparse per le borgate.
Quarantanove mesi da soldato, io sono tornato,
tanti a terra sono rimasti; fatti disumani, notte al posto del mattino,
vite sprecate, in pasto a menti zeppe di pensieri raccapriccianti.
Sempre roso dalla curiosità, una bella fisarmonica ho smontato,
un mondo ho trovato: ance e chiodini per orecchie e dita fini,
diapason per il “LA”, acciaio da intonare, per un suono incantevole.
La musica fa il pieno all’anima, che soddisfazione pensare alle mie fisarmoniche
sparse a suonare al di là del confine e per le nostre feste nelle frazioni,
estati addobbate da cappelle illuminate e porte infiorate.
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