M.B.: Io mi chiamo Bruno Maria Erminia e abito in borgata Durante.
R.M.: Al Durante... questo è un indicatore del tempo, quando canta basso il tempo è brutto.
G.B.: E come si dice in mianen?
R.M.: Quando il cuculo canta basso il tempo diventa brutto.
G.B.: E quando canta in alto?
M.B.: Il tempo è bello.
R.M.: Più bello insomma. E poi un altro modo di dire quando tuona: se tuona dalla parte dell’Orsiera... invece laggiù è la parte del vento, Moncenisio.
G.B.: Allora quando tuona dalla parte dell’Orsiera viene più brutto?
R.M.: Ah, è sicuro che piove, più o meno... Il detto sarebbe stato così. Invece là, no, il vento.
G.B.: A Meana dove si trovano i castagneti?
M.B.: Da Moretta a venire su.
R.M.: Da Moretta a venire su.
E da giovane, intorno ai dodici, quattordici anni, mattina e sera sempre a far pascolare due o tre mucche qui, a Moretta.
G.B.: E quali varietà di castagne...
E le castagne che sono più pregiate... non solo qui a Durante o a Meana o... sarebbero i marroni, che in meanese, in meanese sarebbero le savatùeus.
G.B.: Savateus. E esistono altre qualità?
R.M: Di altre qualità ci sono le...
M.B.: Solenghe [varietà di castagna precoce che serviva da impollinatore per il marrone. La stessa funzione poteva essere svolta dal castagno selvatico]
R.M.: La salen.
M.B.: E c’è il... castagno selvatico, bouchàseus.
R.M: Ah delle risorse che entravano nelle famiglie, era una delle più grandi, subito dopo il vino.
M.B.: Aspettavamo i soldi delle castagne per poter andare a pagare le tasse.
R.M.: E tanto ne vendevamo sempre dai venticinque ai trenta quintali e tutto, si può dire, di prima e seconda scelta...
G.B.: Prima e seconda scelta.
R.M.: Noi non le abbiamo mai portate al mercato, noi le abbiamo sempre vendute...
M.B: Noi le portavamo a Rocca.
G.B.: All’ingrosso.
M.B: Sai che cosa facevano? Una volta c’erano i carri [per il trasporto delle castagne], allora noi scendevamo alla stazione o che, e quando [gli ammassatori] uscivano, guardavano i carri che c’erano e allora facevano il prezzo.
R.M.: Qui raccoglievano le castagne quelli di...
M.B.: Quelli di Gémma.
R.M.: E allora facevano così, dicevano, “a beh adesso possiamo andare a vedere” e uscivano fuori, guardavano su lungo la, noi dicevamo la Grande Muraglia, e si vedeva su fin sotto la borgata Grangia, e allora andavano dentro, chiacchieravano animatamente tra di loro e decidevano il prezzo, loro calcolavano già più o meno il numero dei carri e il prezzo scendeva, e delle volte c’era poca roba e il prezzo... eh come tutto.
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