LA MEZUN
mézun: casa
amparot: balconcino
ciaburne: catapecchia
kübert : tetto
barakke: baracca
làuze: lastra del tetto
ciabot : casetta
furnél : camino
kazèi: caseggiato
cianäl : grondaia
bergiariò: bergeria
ciariére: rampa
miande : casolare alpestre
küzine : cucina
porte: porta
ciambre: camera
kurt: ingresso
krotte : cantina
éciäle: scala
krutin : cantinetta
ecialié: gradino
tèit: stalla
fenétre: finestra
grange: fienile
éküri: imposte
pantèrja: solaio
ampâre: balcone
puntin: ripiano nell'ingresso
Mi riferisco alla casa di un tempo, cioè qual era prima delle opere di ammodernamento eseguite nell'ultimo secolo. La classica casa montanara aveva un ingresso unico per le persone e per il bestiame (la Kurt): qui il bestiame trovava la porta della stalla (teit), locale col pavimento in terra battuta generalmente seminterrato e le persone trovavano la porta della cucina (küzine), della cantinetta (krutin) e quella della cantina vera e propria (krotte). Spesso vi era un piccolo ripiano (puntin) sulla porta della cantina; e qui venivano posati provvisoriamente i piccoli attrezzi, corde, falce messoia, cote, incudine, etc. (korda, fusét, vuläm, kujé, mole, martluire).
Nella krotte veniva sistemato il barilotto del vino (butalin), con attorno i barilotti piccolini (barlét) che servivano per la provvista dell'acqua da portarsi sulle più alte e aride radure dei monti al tempo della fienagione, e gli orci (tüpin) per la conservazione del formaggi a impasto forte (brus).
Su lunghe assi maturavano i formaggi freschi (tumme) e si allineavano le olle contenenti i prodotti della macellazione del maiale; lardo, strutto, salsicce (lard, sèn, sausissa) mentre si consumavano subito: collo, sanguinacci, salsicce povere (kol, budins, sausissa da povr'om) Ancora nella cantina venivano, e vengono tuttora, conservate le patate separate per varietà e grossezza; le gorsse per la vendita e il consumo, le mezzane per consumo e sèmina e le piccole (tartiflos o triflos) per il bestiame.
Nelle camere da letto, disposti di taglio uno contro l'altro, si conservavano i pani di segala dell'infornata periodica e, a suo tempo, il "cialendäl", cioè i pani di molte infornate consecutive fatte prima delle grandi nevicate (cialenda= Natale). Ce n'era fino alla primavera e si tagliava col ciapulet quando addirittura non era necessario l'intervento del martello per spezzarli.
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