A novembre, presso l’Università di Torino, prenderà il via un laboratorio di occitano, inserito nel corso di laurea magistrale in scienze linguistiche (qui il programma: https://linguistica.campusnet.unito.it/do/corsi.pl/Show?_id=vfro), grazie al contributo economico di Chambra d’Òc.
Sebbene la Legge 482/99 per la tutela delle minoranze linguistiche storiche preveda questa possibilità all’articolo 6 (“le università delle regioni interessate, nell’ambito della loro autonomia e degli ordinari stanziamenti di bilancio, assumono ogni iniziativa, ivi compresa l’istituzione di corsi di lingua e cultura delle lingue di cui all’articolo 2, finalizzata ad agevolare la ricerca scientifica e le attività culturali e formative a sostegno delle finalità della presente legge”), l’apertura di questo corso rappresenta una vera novità per il Piemonte.
Infatti, nulla di nuovo era più capitato all’Università di Torino da quando tra il 2005 e il 2007 era stato avviato un master universitario di I livello dedicato a Lingua, cultura e società nella tutela delle minoranze linguistiche del Piemonte, all’interno del quale era offerto anche un lettorato di occitano, ma dopo quell’esperienza il master non è più stato attivato e l’insegnamento non è mai stato disponibile per corsi di laurea “generalisti”.
«È una bella novità – sostiene Matteo Rivoira, docente di dialettologia presso l’Ateneo torinese – che in una regione a statuto ordinario quale è la Regione Piemonte, sia promosso un corso dedicato a una delle sue lingue minoritarie, così come avviene nelle regioni a statuto speciale per lingue quali il friulano, il ladino, il sardo… L’occitano è una lingua dal passato prestigioso, parlata nel territorio di tre Stati: Italia, Francia e Spagna. Negli altri due Stati è insegnata da lungo tempo in varie Università, come Nizza, Montpellier, Tolosa, Bordeaux, Lleida..., ma finora non in Italia».
L’introduzione di un laboratorio di occitano presso l’ateneo torinese è stata favorita da due fattori: il primo è stato il sostegno della Chambra d’Òc, che si è fatta carico del lancio dell’insegnamento con fondi propri, il secondo è la presenza, fin dall’anno accademico 2015/2016, di un “laboratorio di piemontese”, sostenuto nelle sue fasi iniziali dalla Ca dë Studi Piemontèis, grazie alla donazione di un privato.
La conduzione del laboratorio di occitano è stata affidata ad Aline Pons, occitanofona della val Germanasca, che da anni svolge attività di ricerca sulle lingue del Piemonte presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino.
Il corso, della durata di 36 ore, sarà articolato in due sezioni: la prima più teorica, di inquadramento della situazione linguistica e sociale delle comunità occitanofone alpine, la seconda più pratica, volta alla comprensione e alla collocazione spaziale di testi orali e scritti in occitano cisalpino. Potranno iscriversi studenti magistrali del primo e del secondo anno, ma sarà possibile frequentare le lezioni anche per uditori esterni all’Università (i quali tuttavia non potranno sostenere l’esame finale).
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