Coricato sul ciglio della “fascia” (1),
in mezzo a tuo padre e tua madre,
ben avvolto nella tua giacca
che ti ripara dal freddo
e dall’acqua che scende,
non avere paura se senti ululare il lupo,
non avere paura
che questi cani fanno buona guardia
e poi, intorno al gregge,
c’è il recinto di corda.
Bisogna ingrassare il campo,
se vogliamo raccogliere grano,
e poi farne buoni “sügéli” (2)
e del buon pane.
Cerca di dormire,
piccolo mio,
e sogna quando quest’ estate
eri sull’alpe
e al mattino di buonora
sentivi bramire i camosci
e quando ti alzavi
vedevi correre le marmotte
da una tana all’altra.
E mangiavi della buona “bèca” (3)
e dei buoni formaggi
ed eri riparato
nel tuo casolare.
Sogna quei bei prati
e quei begli alpeggi fioriti
e cerca di dormire.
L’autunno è il più brutto,
ancora qualche giornata
e scendiamo a Realdo
per andare poi in transumanza.
Laggiù al mare fa meno freddo,
presto verrà Natale,
poi l’inverno fa presto a passare
e torniamo a Realdo.
Vedrai com’è bello tornare:
anche le pecore lo sentono e camminano
e i cani non devono neanche spingerle.
Tutti vogliono tornare al villaggio,
in mezzo alle rocce
e tra gli alberi fioriti.
(1) Appezzamenti di terreno coltivato, ricavati su di un pendio attraverso un’opera di terrazzamento e soste-nuti da una scarpata erbosa o da un muro a secco.
(2) È il piatto tradizionale brigasco: un tipo di pasta simile per forma alle “orecchiette”, confezionato con farina
di grano e acqua, lessato e condito in diversi modi.
(3) Latticello avanzato dalla fabbricazione del formaggio di pecora o di capra.
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