L'abbazia di Vezzolano, o meglio di Nostra Signora di Vezzolano, di tipo cistercense, già dei canonici agostiniani, ricordatata già nel 1095 ma eretta nella forma attuale durante il XII secolo, ha conservato tra le decorazioni del chiostro due importanti e conosciuti esempi della raffigurazione iconografica dell'Incontro dei tre vivi e dei tre morti. Il primo, lacunoso, era affrescato al di sotto della scena, classica, della crocifissione di Cristo sulla croce, con ai fianchi Maria e Giovanni. E' leggibile nella 5a campata del braccio nord, e raffigura due cavalieri a caccia col falcone, accompagnati dai cani. Le braccia di entrambe hanno lasciato le redini dei cavalli a significare il grande stupore per la scena (ora perduta) di cui sono testimoni. I lacerti della scritta, O RES ORIDA, O RES ORIDA ET STUPENDA, esprimono bene il senso dell'incredibile avventura toccata ai giovani, e il significato di uno stupore che si volge a riflessione personale sul significato della morte. La seconda serie di affreschi, nella 2a campata dello stesso braccio, databile al XIV secolo, è stata per molti anni interpretata come richiamo dell'antica leggenda che vorrebbe legare la fondazione del complesso all'imperatore Carlo Magno, in seguito alla visione 'macabra' da lui avuta di tre morti , in diversi stato di disfacimento corporeo. Tutte le scritte che commentavano la scena, comprese quelle dell'eremita in centro dell'immagine, non sono più leggibili. Sopra, nella lunetta, Cristo benedicente e al di sotto, la raffigurazione della scena dell'Adorazione dei Re Magi, costruita con similarità di impostazione scenica (Magi – i tre vivi; Sacra Famiglia – eremita; Morti – donatore e angelo), venivano a costituire con la tragicità dell'inserto macabro, un manifesto religioso complesso di elevata qualità tanto da essere definito come "il fiore dell'arte piemontese del XIV secolo".
Bibliografia:
E. Castelnuovo, Appunti per la storia della pittura gotica in Piemonte, in "Arte antica e moderna", 13-16 (1961), pp. 97-111;
M. Bernardi, Tre Abbazie del Piemonte, Torino, Istituto Bancario San Paolo, 1962, pp. 109 e sgg. ;
M. Piccat, TheThree Living and the Three Dead in Italian Art, in S. Oosterwijk-S. Knöll, Mixed Metaphors: The Danse Macabre in Medieval and Early Modern Europe, Newcastle upon Tyne, Cambridge Scholars Publishing, 2011, pp. 155- 168.
G. Romano, Pittura e miniatura del Trecento in Piemonte, Torino, CRT-Cassa di Risparmio di Torino, 1997, pp. 49-54.
(M. Piccat)
commenta