Diluvio
La tormenta ben sa
come abbattere il gran pino:
bagnargli i piedi.
J. Gròs
Vanitas
Te ne andrai nella rena
quando la bassa marea agiterà
la sua pelle di pesce e le sue viscere;
te ne andrai a piedi scalzi.
È passato il tempo sereno
fra l’infinito e la rete?
Pescato si paralizza ogni ricordo
metà putredine, metà gioia.
Il mare grigio di Tramontana
verso i paesi della fredda Manna
in assenza di raggi, ti ambra il corpo.
Da Thule sei attratto
e cerchi la compagnia del vento.
Ma il vento non sa dove va.
R. Pécout
L’autunno
Se ne vanno nella nebbia un contadino storto
E il suo bue lentamente nella nebbia d’autunno
Che cancella le borgate povere e vergognose
Mentre s’allontana il contadino canticchia
Una canzone d’amore e d’infedeltà
Che parla di un anello e d’un cuore infranto
Oh l’autunno l’autunno ha ucciso l’estate
Se ne vanno nella nebbia due grigie figure
G. Apollinaire
Trad. Renzo paris
Tacevano i declivi, i prati
Tacevano i declivi, i prati
le amenità
temevano il volto del pastore
non un trillo ingombrava la coltre della sera
falciava la prima luna
quell’esiguo prato del suo autunno
copriva ogni sua spoglia, ogni sua lacuna.
E. Jona
Spirito?
Non v’è umanità
senza miti o religioni;
nati da quale sogno?
J. Gròs
Vi prego, gettate ai venti malinconie e follie
Vi prego, gettate ai venti malinconie e follie,
e suonatemi una giga in nome dell’allegria
sulle vecchie scricchiolanti corde del violino stridulo.
Il perché di questo mondo è un enigma inestricabile,
sconcertante, faticoso, e non lo si può risolvere.
Dunque, ai diciassette diavoli la tristezza dei saccenti:
Tra, la tra, la!
J. Joyce
Lasceremo il villaggio dietro di noi
Lasceremo il villaggio dietro di noi
allegramente, tu ed io,
per vagare cantando nel vento,
come gli zingari...
J. Joyce
Trad. J. Rodolfo Wilcock
Questo pane che spezzo
Questo pane che spezzo un tempo era frumento
Questo vino su un albero straniero
Nei suoi frutti era immerso;
L’uomo di giorno o il vento nella notte
Gettò a terra le messi, spezzò la gioia dell’uva.
In questo vino, un tempo, il sangue dell’estate
Batteva nella carne che vestiva la vite;
Un tempo, in questo pane,
Il frumento era allegro in mezzo al vento;
L’uomo ha spezzato il sole e ha rovesciato il vento.
Questa carne che spezzi, questo sangue a cui lasci
Devastare le vene, erano un tempo
Frumento ed uva, nati
Da radice e da linfa sensuali.
È il mio vino che bevi, è il mio pane che addenti.
D. Thomas
Trad. Ariodante Marianni
Le nuvole passano.
Io sogno i paesi
che hanno attraversato.
J. Gròs
Nomadismo…
Il nomadismo del mondo è iniziato nelle tenebre:
sono loro che brancolano lungo la terra notturna – gli alberi,
sono loro che fermentano come vino dorato – i grappoli,
sono loro che vagano di casa in casa – le stelle,
sono i fiumi che cominciano il cammino – controcorrente!
Ed io ho voglia sul tuo petto – di dormire.
M. I. Cvetaeva
Trad. Donata de Bartolomeo
In questi gialli giorni tra le case
In questi gialli giorni tra le case
noi ci incontriamo solo per un attimo.
Tu mi bruci con gli occhi e ti nascondi
in una scura viuzza senza uscita...
Non per nulla in me susciti vampate
col silenzioso incendio dei tuoi occhi,
non per nulla io mi piego di nascosto
dinanzi a te, menzogna silenziosa!
Ci getteranno le notti invernali
forse in un folle e indemoniato ballo,
e alla fine mi distruggerà
il tagliente tuo sguardo, tuo pugnale!
A. Block
Trad. Angelo Maria Ripellino
Non posso vedere oltre la lontananza nebbiosa
Non posso vedere oltre la lontananza nebbiosa,
Che cosa mi succederà dopo,
Là forse... c’è la felicità, o spira tristezza,
Oppure il riposo per il povero petto.
O queste grigie nebbie
Di nuovo mi faranno intristire,
Porteranno al cuore dolorose ferite
E di nuovo bruceranno senza fuoco.
Ma attraverso la tenebra della nebbia lontana
Si accende, lo vedo, l’aurora –
È la morte per la triste terra,
È la morte, ma la pace per me.
S. A. Esenin
Trad. Eridano Bazzarelli
Quando stanno morendo...
Quando stanno morendo, i cavalli respirano,
quando stanno morendo, le erbe intristiscono,
quando stanno morendo, i soli si spengono,
quando stanno morendo, gli uomini cantano.
V. Chlebnikov
Trad. Angelo Maria Ripellino
Acquisti
Al supermercato,
ognuno dietro al suo carrello
riflette da solo.
J. Gròs
Cima e Gravità
Un albero immobile
un altro che avanza
un fiume d’alberi
colpisce il mio petto
È la gioia
il verde mareggiare
Di rosso vestita
sei
il sigillo dell’anno bruciato
tizzone carnale
astro fecondo
In te come sole
L’ora riposa
sopra un abisso di splendori
Mucchi d’ombra gli uccelli
i loro becchi innalzano la notte
le loro ali sostengono il giorno
Infissa nella cresta della luce
tra fermezza e vertigine
sei
la diafana bilancia
O. Paz
Trad. Franco Mogni
La Pioggia
Bruscamente la sera s’è schiarita
perché cade la pioggia minuziosa.
Cade o cadde. La pioggia è qualche cosa
che senza dubbio avviene nel passato.
Chi l’ascolta cadere ha ritrovato
il tempo in cui la sorte fortunata
lhi svelò un fiore ch’è ciamato rosa
e il bizzarro colore del granato.
Questa pioggia che adesso acceca i vetri
rallegrerà nei perduti sobborghi
le nere uve d’una vite in un
Cortile dileguato. La stillante
sera mi porta la voce sognata
di mio padre che torna e non è morto.
J. L. Borges
Trad. Francesco tentori Montalto
250
Continuerò a cantare!
Stormi d’uccelli mi sorpasseranno
nel loro viaggio a climi più solari –
ciascuno con in cuore
l’ansia del pettirosso –
io col mio petto rosso
e le mie rime –
Più tardi – quando al colmo dell’estate
riprenderò il mio posto –
sarà più pieno il mio canto – Signore –
dei mattutini son più dolci i vespri –
ed il mattino è solo il seme del meriggio –
E. Dickinson
Trad. Silvio Raffo
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