Con i due volumi del vocabolario gotico, ho voluto scrivere un’opera che completasse Gutanē Razda, la grammatica gotica storica e comparativa pubblicata nel 2011. Volevo offrire uno strumento di rapida consultazione che fornisse, in sinossi, oltre alla semplice traduzione dei termini gotici trattati, anche informazioni grammaticali esaustive sulla loro forma morfologica, sulla categoria grammaticale di appartenenza e sulla sintassi che li lega tra loro all’interno della frase cosí come attestata nella traduzione dei testi sacri f.atta da Wulfila. Insomma, un vocabolario che fosse il piú completo ed esaustivo possibile.
Come Gutanē Razda, esso è strutturato in tabelle, per agevolarne al massimo la rapida consultazione. L’opera è infatti suddivisa in colonne cosí ripartite: lemma d’entrata in lingua gotica, traduzione, analisi morfologica, reggenza casuale e costruzioni sintattiche estese, cosí come si possono desumere dal testo ulfiliano. Una colonna è dedicata alla presentazione di eventuali rimandi ad altri termini correlati presenti in punti differenti del vocabolario.
In questo lavoro, ho posto grande cura nel cercare di fornire il piú vasto repertorio possibile di polirematici, categoria troppo spesso negletta nei repertorii tradizionali. Essi sono stati suddivisi per ordine alfabetico, trattati indipendentemente dagli altri lemmi e riportati anche secondo l’ordine alfabetico di ogni componente, in modo da poter essere reperiti facilmente, senza che sia necessario cercarli come sub-entrate di altri termini. Questo l’ho fatto ricordandomi dei bestemmioni che tiravo (e tiro tutt’ora) cercando le forme complesse. Ciò avviene anche per forme come, ad esempio, l’italiano “a zonzo”; voglio trovarlo sotto la lettera “a” e sotto la lettera “z”, ma senza cavarmi gli occhi, cercandolo tra righe e righe scritte fittissime...
La parte del vocabolario strutturata da inglese a gotico l’ho scritta per fornire un repertorio lessicale morfosintattico il piú possibile esaustivo, che permettesse il reperimento agevole di termini in lingua gotica, unitamente all’esplicazione delle loro strutture e legami, al fine di favorire uno studio della lingua teso non unicamente alla traduzione dei documenti a noi pervenuti, ma anche con l’intento di cercare di favorire, per quanto possibile, un utilizzo “attivo” della lingua dei Goti. Non è una mia idea peregrina! Basta cercare su internet. Ormai sono realtà siti di studiosi che propongono di utilizzare lingue antiche; financo l’indeuropeo ricostruito e l’ittita. Spero sia tramontata la scuola di pensiero che vedeva in ogni tentativo di riportare in vita il passato un rimasuglio di sogno romantico da glottologo dilettante. La scuola italiana, in questo, è ancora piuttosto indietro... Tanto per cambiare!
L’aver frequentato i corsi di una grande filologa —una delle pochissime docenti a mio giudizio valida della scalcagnata universitatucola di Torino—, mi ha stimolato a cercare di essere il piú rigoroso possibile, cercando di evitare certe “americanate” purtroppo troppo spesso presenti nelle opere di molti linguisti moderni. A questo proposito, mi preme di far notare che le forme presenti in questo vocabolario sono unicamente quelle attestate nell’opera di Wulfila. Ovviamente, non sono presenti neologismi o forme estese semanticamente per coprire campi di significato alieni al lessico gotico originario.