Il libro raccoglie i risultati di ricerca di Silvana Ghigonetto, paesanese da decenni residente in Svizzera, sulla storia della Vallis Peysana, per essersi resa conto dell’esistenza di alcuni aspetti sorprendenti, ed aver intravisto alcune stranezze incompatibili con la versione storica corrente attraverso la quale molte vicende, erroneamente interpretate dalla storiografia accademica, di fatto nascondono contenuti di stampo ereticale talmente pericolosi da essere stati occultati dagli stessi antenati.
Gli storici spesso hanno scritto che gli eretici di Paesana venivano da fuori, ma non è così: la storia, di fatto, pare molto più complicata e articolata. Forse cristiani fin dalle antichissime origini, ma non precisamente cattolici, i paesanesi erano “valdenses”, cioè montanari eretici che si dicevano discendenti dei Profeti, affermando così di avere origini israelitiche. Una dichiarazione verosimile secondo Silvana Ghigonetto visto che alle sorgenti del Po è attestata la Tribù dei Levi che secondo la storiografia sarebbero celti, mentre i Libici anch’essi attestati in Piemonte nella stessa epoca sarebbero per l’appunto libici. Poiché Libia e Palestina sono vicine, non è chiara la ragione di questa interpretazione. Quindi: se da un lato la storia del Piemonte attesta i Libici verso Novara nel V secolo a.C., e definisce Libici persino i Taurini, non si comprende la ragione che spinge a considerare la Tribù dei Levi un tribù celtica “a sinistra”, senza aver nemmeno minimamente considerato che potrebbe trattarsi di una tribù israelita.
Come mai proprio a Paesana morì e fu sepolto Desiderio, Re dei Longobardi? Perché nell’XI secolo, il Vescovo di Milano si definì “ alunno della gens Crisolana”? Che cosa spinse il nipote di Calvino e, secondo la tradizione orale, Calvino stesso a rifugiarsi rispettivamente a Paesana e a Oncino? Perché proprio a Paesana si tenne il Synodo valdese?
Discendenti della tribù sacerdotale israelita dei Levi (e forse da una parte della tribù di Giuda per via del toponimo Ustana) imprigionati e deportati dai babilonesi nel 500 a.C., secondo l’ipotesi di Silvana Ghigonetto, i nostri antenati sarebbero stati tradotti nelle nostre valli per lavorare nelle miniere.
La stessa sorte, molti secoli dopo, toccherà a migliaia di ebrei, molti di loro cristiani, deportati dai romani in tutto il cuneese e in Valle Po dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C.