(Le parti di testo in grassetto sono scritte di mia mano; il resto è opera degli autori dei testi ed è stato riprodotto integralmente).
Oreste Rey adotta una grafia che ho definito personale, perché diversa dalle due grafie tradizionalmente affermatesi nelle valli per la trascrizione dell'occitano (la grafia dell'Escolo dóu Po e la grafia normalizzata); in realtà egli prende come punto di riferimento il sistema ortografico inaugurato da Clelia Bouvet Baccon, anch'ella di Salbertrand (la quale si può dire che abbia dato origine ad una tradizione grafica nell'area del suo luogo di origine) e adotta alcuni grafemi dalla grafia dell'Escolo dóu Po.
Non avendo l'autore del testo premesso una tabella esplicativa delle corrispondenze tra grafemi/digrammi e pronunce, essa è stata ricavata mettendo a confronto 'L chinebbu con la grafia adottata da Clelia Baccon (la prima pubblicata su El tintinponni, la seconda, simile ma con alcune variazioni, sul N.4 del 1990 della rivista "La Valaddo" con il titolo La grafia del patuà di Salbertrand) e con la grafia dell'Escolo dóu Po.
-ä: pur conservando il timbro aperto della a, il suono è alquanto indistinto (come nei nomi e aggettivi di genere femminile, numero sing.), es.belä mendiä ("La Valaddo"); corrisponde ad a semimuta (ä tende verso o) (El Tintinponni)
-ë: indica la vocale semimuta (bël) ("La Valaddo"); corrisponde ad e semimuta (El Tintinponni)
-ö: suono corrispondente a eu del francese "fleur" ("La Valaddo"; El Tintinponni)
-ü: per il suono del francese "lune" ("La Valaddo"); corrisponde alla vocale u francese (El Tintinponni)
-ch: corrisponde al suono sc dell'italiano "scimmia" ("La Valaddo"; El Tintinponni)
-j: si pronuncia come la j del francese "jaloux" ("La Valaddo"; El tintinponni)
-k: it.chi-che (perké) e in fine di parola (chak: ciascuno) ("La Valaddo")
-lh: corrisponde al suono gl dell'italiano "foglia" (se doppio: llh) ("La Valaddo"; El Tintiponni; Escolo dóu Po)
-nh: corrisponde al suono gn dell'italiano "gnomo" (se doppio: nnh) ("La Valaddo"; El Tintinponni; Escolo dóu Po).
-(all'interno del Corpus Testuale è stato trascritto come < ŕ> per problemi di compatibilità con la tastiera): per una r impedita, molto usata in questo patuà (che si pronuncia stringendo le guance e tenendo ferma la lingua verso l'alto) ("La Valaddo"); si pronuncia senza far vibrare la lingua (El tintinponni)
-s: come la s dell'italiano "silenzio" (Escolo dóu Po)
-z: come la s dell'italiano "rosa" (Escolo dóu Po)
-L'accento grave, es. martè (martello) indica suono vocalico aperto; è pure usato come accento tonico, es. pòu (paura).
L'accento acuto indica suono chiuso, es. mané (sporco). ("La Valaddo"; El Tintinponni; Escolo dóu Po)
-Il trattino sulla vocale, es anā (andare) indica allungamento vocalico (es.anā si pronuncia "anaa") ("La Valaddo"; El Tintinponni)
Clelia Bouvet Baccon, nel già citato N.4 de "La Valaddo", spiega le sue scelte ortografiche; riporto qui di seguito quanto affermato dall'autrice:
desiderando scrivere il patuà del mio paese mi sono preoccupata soprattutto di adottare una scrittura fonetica cioè capace di tradurre in segni la pronunzia e le riflessioni dei vocaboli, ho poi meditato a lungo perché volevo che tale grafia fosse la più semplice possibile e questo mi ha indotto a non far uso dei dittonghi apparenti (per cui scrivo patuà invece di patouà).
commenta