Bardonecchia è un comune di circa 3000 abitanti posto all’estremità occidentale dell’Alta Valle di Susa, che dista 91 km da Torino. Il territorio comunale si estende su una superficie di 132,31 km², in una fascia altimetrica che va dai 1312 m s.l.m. del capoluogo agli oltre 3000 m di molte delle sue montagne. Bardonecchia si trova al centro di un’ampia conca pianeggiante in cui convergono quattro valli minori che vanno ad alimentare, con i loro torrenti, la Dora di Bardonecchia (affluente della Dora Riparia): procedendo da ovest verso est, la Valle del Melezet (che comprende anche la Valle Stretta), la Valle della Rho e i Valloni del Frejus e di Rochemolles.
La sua posizione di confine con la Francia e l’esistenza di diversi valichi, facilmente transitabili, che collegano sia alla regione di Briançon (Colle della Scala), sia alla Savoia (i valichi di Rho, del Frejus, di Etiache e della Pelouse), hanno reso Bardonecchia fin dall’epoca romana una zona di importanza strategica, che fu oggetto di contesa, per diversi secoli, tra i Savoia e il Delfinato. Questa sua vocazione naturale ai collegamenti transnazionali si mantiene fino all’epoca moderna: risale al 1871 l’inaugurazione del Traforo ferroviario del Frejus, opera che determinò un aumento demografico (dovuto alla nuova presenza di forze dell’ordine a controllo del confine) e lo sviluppo economico di un paese dedito, fino ad allora, all’agricoltura e alla pastorizia.
I primi documenti in cui viene menzionato il comune risalgono al XI secolo, e citano il luogo con i termini Bardisca, Bardonesca, Bardonisca, che rimanderebbero al nome dei Longobardi (dominatori della Valle di Susa dal VI all’VIII secolo), Bardi per effetto di aferesi (caduta di sillaba a inizio parola), cui si aggiunge il suffisso germanico -isk (derivato dal latino –iscus, ad indicare i nomi etnici). Secondo Di Maio, il toponimo avrebbe origini prelatine, e deriverebbe dal termine celtico bar, con significato di ‘altura, rilievo’ (1), a cui aggiungere la parola celtica dunum, ‘città’ e il suffisso ligure –isca (o latino –icula) (2).
Il paese comprende, oltre il capoluogo (Lă Viéřë per la gente del posto), denominato oggi Borgovecchio, per distinguerlo dalla zona del Borgonuovo, di recente urbanizzazione, le frazioni di Millaures, Rochemolles, Melezet e Les Arnauds. Il loro accorpamento al comune di Bardonecchia risale al periodo del fascismo, epoca in cui diversi comuni italiani furono soppressi. Prima di allora Millaures, Rochemolles e Melezet (che dal 1885 comprendeva anche Les Arnauds) godevano di autonomia religiosa e amministrativa (ottenuta tra il XIV e XV secolo) ed erano piccoli centri rurali con forti tradizioni culturali e artistiche. Melezet, in particolare, annoverò tra i suoi abitanti, abili scultori in pietra e legno, la cui fama superò i confini della valle, e ancora oggi è presente nella frazione la Scuola di Intaglio.
La situazione linguistica di Bardonecchia è stata influenzata dallo sviluppo turistico e edilizio e dal flusso d’immigrazione, fenomeni che hanno interessato il paese negli ultimi decenni. La parlata occitana locale, ormai utilizzata principalmente dalle persone anziane, è stata sostituita nella comunicazione quotidiana, dall’italiano, che è andato inoltre a ricoprire il ruolo di lingua di cultura, assunto in precedenza dal francese. La sua posizione di confine e la sua fama di meta turistica le hanno permesso, tuttavia, di mantenere il suo carattere di città plurilingue.
(1)Riferimenti in M. Di Maio, Guida dei toponimi di Bardonecchia e frazioni – Parte 1ª: Bardonecchia, Pinerolo,
Alzani, 2000, p. 85.
(2)Si veda Atlante Linguistico ed Etnografico del Piemonte Occidentale – ALEPO, Presentazione e guida alla lettura, a cura di S. Canobbio e T. Telmon, Ivrea, Priuli & Verlucca, 2005, p. 248.
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