Avem fach un sumi
Da Bobbio Pellice: Rossana e Enzo
Da Buebi en Val Pelis: Rossana e Enzo
"Avem fach un sumi" inchiesta sul rinsediamento in montagna a cura di Maurizio Dematteis

Anticamente chiamato "Montebobbio", Bobbio Pellice ha un'economia basata sul turismo e sulle produzioni lattiero-casearie. I suoi alpeggi sono complessivamente sette, oggi molto meno sfruttati di un tempo, ma tutti ancora utilizzati.
Il paesaggio è caratterizzato dall'aspra e selvaggia punta del Bariound, che sovrasta il centro abitato di fronte alla catena delle montagne retrostanti. Comune di lingua e cultura occitana, la sua storia è legata, come quella dei centri della media e alta Val Pellice, a quella dei valdesi. Inoltre, il paese a causa della sua posizione, subì nei secoli scorsi grandi e terribili inondazioni, le più disastrose delle quali nel 1629 e 1728. Inghilterra, l'Olanda e altri paesi europei intervennero per aiutare gli abitanti del centro alpino a costruire una diga che venne battezzata "diga di Cromwell", e i cui resti si possono vedere ancora oggi all'estremità occidentale del borgo, verso la strada per Villanova. La Val Pellice fu inoltre uno dei centri più attivi della resistenza contro il nazifascismo durante la Seconda guerra mondiale, e proprio casa Bertinat, quella della coppia intervistata, in Borgata Courtilet, fu uno dei centri più attivi di organizzazione dei partigiani, grazie all'impegno dei fratelli Abele ed Emilio Bertinat. Rispettivamente il papà e lo Zio dell'intervistato Enzo. Il Courtilet venne bruciato per rappresaglia dai tedeschi poco prima della librazione d'Italia; e prontamente ricostruito dai residenti.
La casa della memoria «Gli ultimi anni di vita mio padre aveva fatto valutare questa casa. Centocinquanta milioni di vecchie lire, compreso il terreno e le grotte naturali in cui avevano trovato rifugio i partigiani durante la Resistenza. Io mi sono incazzato e ho detto no, il Courtilet non si vende». Comincia così il lungo cammino che, pochi mesi fa, ha portato Enzo Bertinat ad abbandonare la fabbrica di Roletto per gestire un bed & breakfast in Borgata Courtilet di Bobbio, Val Pellice. «La nostra idea, un volta andati via i suoi genitori, era di non chiudere o vendere la casa di famiglia - ricorda Rosanna Dispenza, moglie di Enzo -. Quindi lavorando tutti e due abbiamo pensato a un bed & breakfast, che ci avrebbe permesso di continuare la nostra professione perpetrando la storia della casa e conservando quella di un capitolo importante della Resistenza italiana. Oggi poi mio marito si occupa della casa a tempo pieno. E anche se era stufo di lavorare in fabbrica, la spinta più grossa è stata proprio quella dell'attaccamento a questo luogo». Una casa ricca di vissuto, che ha rifugio di valle per le formazioni partigiane in cui militavano il padre Abele e lo zio Emilio, un riparo per sfuggire alla furia nazifascita. «Sono nato a Torino - racconta Enzo - ma i primi anni della mia vita sono stato allevato dai nonni, tra Bobbio Pellice a Villar Pellice. Per questo motivo mi sento originario di questa valle. Parlo occitano e qui conosco praticamente tutti». Dopo aver frequentato tre anni di scuola superiore per geometri a Torino, Enzo va a lavorare in fabbrica. Conosce Rosanna, tecnico di laboratorio presso l'Ospedale valdese di Torino, e si sposano. Fino al 1985 vivono nel capoluogo piemontese. «In quel periodo venivamo su tutti i weekend - ricorda Rosanna -. E facevamo coda a venir su il venerdì e a tornare la domenica. Abbiamo deciso di invertire le cose, e nel giro di pochi mesi abbiamo venduto l'alloggio di Torino per comprane uno a Torre Pellice». Continuando a lavorare in pianura. «L'alloggio che abbiamo comprato non l'ho nemmeno visitato - ricorda Enzo -, mi è bastato avere la vista sulle montagne. E ho deciso di prenderlo». Per Rosanna e Enzo comincia la vita dei pendolari: « Con il treno in un'ora ero giù al Valdese - dice Rosanna. - Viaggiavo con diverse persone che andavano a lavorare in ospedale a Torino. Ricordo una persona già di una certa età, ex partigiano, che faceva il cuoco al Valdese e veniva da Angrogna. Si alzava alle quattro tutti i giorni e arrivava sempre puntuale. Mi son detta: se lo fa lui posso farlo anch'io che sono più vicina». Pochi mesi dopo Rosanna viene trasferita all'ospedale di Torre Pellice, a cinque minuti a piedi da casa. «Mi hanno fatto un bel regalo». Ma nel 2000 l'ospedale valdese di Torre fallisce, e Rosanna viene trasferita a Pinerolo: «Sempre meglio che andare a Torino- spiega Rosanna.- Quando ci siamo trasferiti Torre aveva degli ottimi servizi, era un'isola felice: Sert per la tossicodipendenza attivi, un ospedale efficiente ecc. Oggi si sono un po' ridimensionati. A Torre da esempio come scuole rimangono il nido, la materna, l'elementare, la media e un istituto superiore per operatori turistici. All'asilo insegnano il francese e alle medie francese e inglese. Piccole cose che ti fanno vivere bene. E non c'è il problema dello spopolamento: quando andava a scuola mio figlio (che oggi ha 19 anni, nda) erano 17 alle elementari e 25 alle medie. Oggi sono di più, perché molta gente è tornata a vivere in valle». Roberto ha continuato a fare il pendolare in fabbrica a Roletto fino a pochi mesi fa. Poi un giorno, dopo qualche anno di gestione del bed & breakfast, all'età di 50 anni la grande scelta: «Non ce la facevo più. Il figlio del vecchio padrone della ditta in cui lavoravo da anni mi ha addirittura imposto la bollatrice. Con tanto di multe per i ritardi. Ho detto basta, me ne vado. Torno al Courtilet». Oggi Enzo, oltre ad occuparsi degli ospiti, che nel 2007 sono stati più di cinquanta, coltiva l'orto biologico, cura il bosco e raccoglie le castagne. «Ci siamo iscritti all'associazione dei castagnicultori - spiega Rosanna - e dal 2000 vendiamo l'eccedenza dell'orto ad una cooperativa. Dall'anno prossimo abbiamo intenzione di metterci a vendere i nostri prodotti anche agli ospiti». Rosanna e Enzo vendono i prodotti del loro orto alla cooperativa biologica Terranova, di Luserna San Giovanni, che li rivende al mercato di corso Racconigi a Torino. «Il 70 per cento dei nostri ospiti sono stranieri - dice Enzo, che il prossimo anno spera almeno di quintuplicare i passaggi di ospiti -. Gente che viene in maniera mirata». I due ambiti che "tirano" di più sono il turismo storico religioso e il giro del Monviso: «Con il Sinodo valdese facciamo sempre il pienone - spiega Rosanna -. Poi arrivano molti pastori valdesi dai paesi nordici, e camminatori da tutta Europa: una coppia di escursionisti tedeschi ci ha detto di aver scovato il Courtilet su un blog svizzero. Un passaparola di clienti che sono rimasti soddisfatti della nostra semplice ospitalità. E sono queste persone che ci danno la carica per andare avanti». Enzo annuisce. E ricorda come fin dall'inizio hanno avuto: «La solidarietà dei vecchi del paese. L'altra settimana raccoglievo le castagne nel bosco con lo stereo al massimo. Son venuti a trovarmi dei vicini felici di sentire finalmente un po' di musica». Anche per Rosanna, seppur nativa di un paesino siciliano vicino a Palermo, l'integrazione in Val Pellice non è mai stato un problema: «Mi son sempre sentita a mio agio. È un'ospitalità diversa da quella che puoi trovare dalle mie parti. Ad esempio se veniva qualcuno a trovare mia zia e telefonava prima, era quasi un'offesa. Qui è il contrario, se telefoni ti accolgo meglio. Ma nonostante tutto in valle mi sento meno isolata che a Torino». La famiglia Bertinat è stata artefice di un cambiamento radicale. Un cambiamento che Enzo sottolinea: «Va gestito perché è un terno al lotto. Noi naturalmente speriamo di aver cambiato in meglio. E stiamo a vedere se riusciamo a camparci. Abbiamo chiuso un capitolo della nostra vita e ci apprestiamo ad aprirne un altro».
La maison de la memòria
«Dins si darriers ans mon paire avia fach valuar aquesta maison. Cent cinquanta milions de vielhas liras, comprés lo terren e las tunas naturalas ente s'eron refujats lhi partisans dal temp d'la resistença. Iu me siu enrabiat e ai dich de non. Lo Cortilet se vend pas». Comença parelh lo lòng chamin que, fai qualque mes, a menat Enzo Bertinat a quitar la fàbrica de Rolet per gestir un bed & breakfast al Cortilet. «Nòstra idea, quora si genitors son anats via d'aicí, era de ren sarrar e pas vénder la maison de familha - explica Rosanna Dispenza, la frema de Enzo -. Parelh en trabalhant tuchi dui avem pensat a un bed & breakfast, que nos auria permetut de continuar nòstre trabalh, portant al mesme temp anant l'istòria d'la maison e gardant aquela d'un capítol important de la resistença italiana. Encuei mon òme s'ocupa d'la maison a temp plen. E bèla s'era já estofi d'la fábrica, es estaa l'estachament an aqueste pòst que l'a possat lo mai». Una maison richa d'istòria, qu'a fach da refugi a las formacions partisanas ente batalhavon decò lo paire Abele e lo barba Emilio. «Iu siu naissut a Turin - còntia Enzo - mas da mainat son mi vielhs, que demoravon entre Buebi e Vilar Pelis, que m'an enlevat. Pr'aquò me sento d'aquí. Parlo occitan e coneisso practicament tuchi». Après aver estudiat tres ans da geòmetra, Enzo vai trabalhar en fàbrica. Coneis Rosanna, tecniciana de laboratòri a l'ospital valdés de Turin, e se marrion. Fins al 1985 vivon dins la capitala piemontesa. «An aquel temp veníem amont totas las fins de setmana - soven Rosanna - lo venre fasíem la coa a venir amont e la diamenja a tornar. Avem decidat d'envertir las causas e dins gaires mes avem vendut l'alotjament de Turin e n'avem chatat un a La Tor». Continuant a trabalhar dins la plana. «L'alotjament qu'avem pilhat siu nimanc anat lo veire - soven Enzo -, m'a bastat d'aver la vista sus las montanhas, e l'ai súbit pilhat». Parelh per lhi dui comença la vita di pendolaires: «Embe lo tren ero a l'ospital dins n'ora - còntia Rosanna. - Viatjavo embe d'autras personas que trabalhavon decò ailen. Me soveno un òme já ancian, un ex partisan d'Angruenha, que fasia lo cusinier al Valdés. S'auçava tuchi lhi jorns a quatr'oras e arribava sempre pontual. Me siu dicha: se lo fai el lo puei far decò iu que siu pus da pè». Qualque mes après Rosanna ven trameiraa a l'ospital de La Tor, a cinc minutas a pès da maison. «M'an fach un bèl regal». Mas ental 2000 l'ospital falís e parelh Rosanna ven torna meiraa, aqueste bòt a Pineròl: «Totun sempre mielh qu'anar a Turin - explica. Quora sem arribats a La Tor, lo país avia de bòns servícis, s'istava ben; l'ospital era eficient e lhi avia fins lo Sert. Aüra un pauc mens: lhi a encà l'asilo efantil, l'escòla mairala, l'elementaras, las mèdias e l'institut superior per operators torístics. A l'asilo mòstron lo francés, a las mèdias decò l'anglés. De pichòtas causas que te fan viure ben. E aquí lhi a pas lo problema dal despoplament: quora mon filh (qu'aüra a 19 ans) anava a l'escòla eron 17 a las elementaras e 25 a las mèdias. Encuei n'a de mai, perque tanta gent es tornaa a viure amont». Enzo a continuat a far lo pendolaire fins a fai pas gaires de mes. Puei, après qualque an de gestion da bed & breakfast, a 50 ans la granda chausia: «Ne'n poliu pus. Lo filh dal vielh padron de la fàbrica ente trabalhavo da ans m'a fins empausat la bolatritz. Embe tant de multas per lhi retards. Ai dich pro, quito aquí. Torno al Cortilet». Ente encuei Enzo, en mai de se pilhar garda de lhi òstes, qu'ental darrier an son estats mai de cinquanta, trabalha l'òrt biològic, cura lo bòsc e cuelh las chastanhas. «Nos sem inscrichs a l'associacion di rechulhaires de chastanhas - explica Rosanna - e dal 2000 vendem l'aquò de tròp de nòstre òrt a una coperativa. Da l'an que ven avem intencion de vénder aquò que produem a nòstri òstes». La cobla vend si produchs a la coperativa biològica Terranova, a Lusèrna, que lhi rivend al marchat de cors Racunís a Turin. «Lo 70 per cent di nòstri clients son d'estrangiers - ditz Enzo, que per l'an que ven espera almens de quintoplicar lo numre di passatges - de gent que ven en maniera miraa». Las doas causas qu'atraion lo mai son lo torisme istòric religiós e lo vir dal Vísol: «Embe lo Sinòde valdés fasem totjorn lo plen - explica Rosanna - puei arribon tanti pastors valdés dai país nòrdics e de chaminaires da tota Euròpa. Una cobla d'excursionistas tedèscs m'a dich qu'an descubèrt lo Cortilet sus un blog süisse. Un passaparaula de clients que son restats contents de nòstra simpla ospitalitat. E son aquelas personas que nos envuelhon a anar anant». Enzo assentis, e soven coma al començament an agut: «La solidarietat di vielhs dal país. L'autra setmana ero mentre que culhiu las chastanhas ental bòsc embe lo stereo al màxim. Son venguts a me trobar de vesins contents de sentir finalament un pauc de música». Decò per Rosanna, bèla s'es originària d'un païset arramba a Palèrm, s'integrar dins la valada es pas estat un problèma: «Me siu totjorn trobaa ben. Es un'ospitalitat diferenta d'aquela di miei cants. Per exemple, se venia qualqu'un a trobar ma danda e telefonava derant, ilhe esquasi s'ofendia. Aicí es lo contrari, se teléfones es mielh. Mas fin finala me sento mens isolaa aicí que a Turin». La familha Bertinat a entreprés un chambiament radical. Un chambiament que Enzo, remarca: «Vai gestit perque es un tèrne al lòt. Nosautri ben segur esperem d'aver chambiat en mielh. Aüra veiem s'arribem a viure embe aquò. Totun avem serrat un capítol de nòstra vita e sem darreire a ne'n durbir un autre».
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Rossana e Enzo - Val Pellice
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