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Avem fach un sumi

Da Sant'Anna di Valdieri: Mauro e Liliana

Da Sant'Ana de Vaudier: Mauro e Liliana

"Avem fach un sumi" inchiesta sul rinsediamento in montagna a cura di Maurizio Dematteis

Da Sant'Anna di Valdieri: Mauro e Liliana
italiano Sant'Anna di Valdieri: frazione del Comune di Valdieri. Il Comune è il centro principale della valle e si trova sulla sinistra orografica del torrente Gesso. Il suo nome deriva dal termine tedesco Wald, bosco o selva, e la forma è influenzata dall'occitano "Vaudier" e dal piemontese "vauda", che significa luogo elevato e boscoso. Il comune, che compare per la prima volta sui documenti ufficiali alla fine del 1246, fa parte del distretto di Cuneo, e nel XIII secolo presta giuramento di fedeltà agli Angiò, pur restando ancora parzialmente soggetto, per diritti di preminente natura feudale, all'abate di San Dalmazzo. Con il declino degli Angiò in Piemonte il paese passa ai marchesi di Ceva e infine allo stato Sabaudo. L'economia di Valdieri si basa sull'agricoltura e allevamento, alle quali si aggiunge, soprattutto in estate, il turismo.
Il territorio comunale ha un patrimonio naturale ricchissimo, che va dalla riserva naturale speciale Juniperus phoenicea, istituita a tutela di una colonia di ginepro fenicio, al Parco naturale delle Alpi marittime (www.parks.it/parco.alpi.marittime), istituito nel 1995 dalla regione Piemonte, che forma, con i suoi quasi ventiseimila ettari di superficie, uno dei territori protetti piú ampi e interessanti d'Italia. Proprio all'interno del parco sorge la frazione di Sant'Anna, situata a 1011 metri sul livello del mare lungo il fiume Gesso, alla confluenza del vallone della Meris (che culmina negli oltre tremila metri del monte Matto) con la valle del Gesso della Valletta. Il suo antico nome, ancora riportato nella toponomastica stradale locale, è Blangier, parola di origine occitana. Durante l'estate la frazione è molto frequentata come base per escursioni all'interno del Parco stesso. La principale vetta visibile dall'abitato è senz'altro l'Asta Soprana, aguzza piramide di roccia cristallina che culmina a 2970 m.
A monte di Sant'Anna, a quota 1346, sorge l'impianto delle Terme di Valdieri che utilizza le acque calde sgorganti nei pressi della confluenza del Gesso della Valletta col rio del Valasco.
Resistere, resistere, resistere...
«Quando ci siamo sposati siamo andati a stare a Roccavione in appartamento - racconta Liliana Gallo -; ma abbiamo resistito poco, perché "l'uomo del monte" sentiva la vibrazione del neon dell'inquilino di sopra e non riusciva a chiudere occhio». Mauro Rabbia, marito di Liliana, ascolta sornione i ricordi di quel periodo. I due si sono conosciuti a Sant'anna di Valdieri, paese d'origine di Mauro, nel corso dell'estate del 1982 in cui la famiglia di Liliana, originaria di Canove di Govone, sempre in Provincia di Cuneo, decise di passare la villeggiatura in montagna. L'incontro fu fatale, e appena un anno dopo i due decidono di sposarsi. Liliana è maestra elementare a Robilante. Mauro guardia parco del Parco naturale delle Alpi marittime. «Era chiaro fin dall'inizio che non sarei riuscito a vivere in appartamento a Roccavione - dice Mauro Rabbia -. Qui a Sant'Anna finito il lavoro ho tante cose da fare: l'orto, la legna ecc. Giù rischiavo di diventare un pantofolaio. E' anche una questione mentale: andavo continuamente su e giù. Ricordo poi i rapporti con i vicini: un giorno sono arrivato dal Parco e mi accorgo di avere una vipera in auto. Era salità senza che me ne accorgessi. Apro la porta, la faccio scendere e l'ammazzo a bastonate. I vicini mi guardavano straniti, pensando a cosa gli avrei portato la volta successiva!».
Un giorno Mauro decide di tornare a vivere a Sant'Anna. Lo comunica alla moglie e parte. Nel frattempo era nata la figlia Nina, oggi ventenne, e Liliana, posta difronte al fatto compiuto, prende una decisione su due piedi: «Non c'erano alternative perché Mauro a Roccavione ci soffriva - ricorda Liliana -, ma ero preoccupata per Nina che aveva da poco compiuto un anno. Lassù non avrebbe trovato nessun bambino con cui giocare. In realtà poi tra l'aiuto dei nonni paterni e la gente del luogo che ci conosceva tutto è andato a meraviglia. Ricordo ancora Nina che si trascinava il suo enorme libro di fiabe facendoselo leggere dalle vecchiette del paese». Compiuti i tre anni Liliana e Mauro iscrivono Nina alla materna di Valdieri per paura che potesse diventare "asociale". E per tutto il corso di studi, fino alle scuole medie inferiori, lo scuolabus fermava tutte le mattine davanti a casa. «La cosa che mi stupisce - dice Mauro - è la quantità di amicizie che Nina è riuscita a coltivare negli anni. Ogni tanto porta addirittura gli amici a passare il weekend a casa nostra». 
Finita la scuola dell'obbligo di Nina la famiglia si ritrova intorno a un tavolo per pianificare il suo futuro: « Era il 2000 - ricorda Liliana - e Nina aveva ormai l'età per poter decidere autonomamente se rimanere a vivere con noi o trasferirsi a valle. Ha deciso di rimanere. E devo dire che ce l'aspettavamo, perché lei sa gestire bene i rapporti con adulti e anziani del paese». Una scelta volontaria quindi quella di rimanere a vivere in montagna, pur consapevole del fatto di essere l'unica ragazza di Sant'Anna. Con tutto quello che ne consegue. «Personalmente so cosa comporta una scelta di questo genere - ricorda Mauro - perché ho fatto medie e superiori in collegio tra Demonte e Cuneo. All'epoca a Sant'Anna eravamo 20 giovani. Poi le donne si sono sposate fuori e gli uomini sono andati a lavorare via. Siamo rimasti in due. Perché mancando i servizi la gente si disaffeziona al luogo». Ma Nina non si è pentita della sua decisione, tanto che ancora oggi che frequenta il Corso di laurea in conservazione e restauro dei beni culturali presso l'Università di Torino, tra un esame e l'altro appena riesce torna nella sua valle Gesso.
«Quando sono arrivata a stare in paese - continua Liliana - non ho percepito una chiusura nei miei confronti. Anzi, essendo io una madre giovane, ed essendo comunque la "magistra", mi sono sentita da subito molto apprezzata. E il fatto che pur avendo imparato a capire l'occitano la gente si ostinasse a parlarmi in italiano, l'ho vissuta più come forma di rispetto che di esclusione». Oggi la "magistra" ha talmente interiorizzato il cambiamento che, confessa, comincia a condividere il fastidio dei residenti nei confronti delle code domenicali di auto dei villeggianti. «Perché non c'è niente che ti paga di più - spiega - che risalire da soli la valle nelle sere d'inverno in cui la luna illumina la neve dopo una giornata di lavoro». E anche se i disagi esistenti a vivere in un paese di montagna come Sant'Anna sono indubbi, Liliana non si è pentita della sua "scelta". E' diventata un punto di riferimento per tutto il paese, insieme alla figlia Nina, nel corso delle animazioni durante la messa domenicale: «D'estate qui siamo invasi dai "merenderos" -spiega -. E l'animazione in chiesa è nata come forma di accoglienza cattolica: con mia figlia abbiamo cominciato a usare power point per proiettare i canti. La cosa è piaciuta talmente che continuiamo a farlo anche durante l'inverno quando a messa siamo 7 o 8 persone. Dipende se Pierina, che ha 80 anni, decide di venire o meno». Tolta la messa, con la sua importante funzione sociale, l'unico svago di Sant'Anna è giocare a carte alla belota. «Ammesso che il bar sia aperto - dice Mauro - che non è una cosa scontata, spesso è difficile trovare altre tre persone per poter giocare». Mauro parla con un filo di amarezza. Come chi dopo 15 anni di attività politica, prima come consigliere comunale a Valderi, poi come assessore in Comunità Montana, non vede più molte speranze per il proprio paese. «Il dramma è che qui siamo rimasti in 31 - spiega -, di cui solo una decina sotto i 60 anni. E l'unica giovane è mia figlia. Sta diventando ogni anno più difficile rivendicare le nostre esigenze, e stiamo lentamente andando verso l'estinzione». La prospettiva di Sant'Anna è quella di rimanere senza nemmeno più la messa. L'ufficio postale è ormai aperto solo più due ore al giorno, e c'è un solo negozio aperto tutto l'anno. Aperto grazie all'intervento del Parco che ha affittato per 20 anni i locali ristrutturati e gli ha poi dati in gestione. «Vivere a Sant'Anna comincia a pesarmi - continua Mauro -. Son stato amministratore per 15 anni, ho giocato tutte le carte che avevo cercando di mettermi in gioco per fare il possibile. Ma oggi comincia a pesarmi la mancanza di stimoli». Per questo motivo quando arriva l'inverno Mauro comincia a progettare i suoi viaggi extraeuopei. «Una differenza impressionante - racconta -. Parti di qui che bimbi non ne vedi e arrivi in paesi come la Cambogia o l'Africa dove ce ne sono milioni, tutti insieme. Una differenza abissale, un altro mondo».
E se la vita di Mauro, come quella di Nina, continuano ad essere legate al loro paese natale, pur con l'esigenza da veri glocal di conoscere realtà differenti, Liliana ha realizzato un percorso inverso: «Sono venuta a stare qui per mio marito - spiega -. Ma per me all'inizio un luogo valeva l'altro. Poi in realtà ho scoperto che qui ci sono un sacco di cose belle. Mi piace il rapporto con la gente del posto. E adesso per assurdo, se Mauro un giorno decidesse di andare a vivere in un altro posto, sarei io a voler rimanere».

occitan Sant'Ana de Vaudier: ruaa d'la Comuna de Vaudier. Lo país, butaa s'la riba gaucha dal Ges, es lo centre mai important de la valada. Son nom ven dal tedèsc Wald, que sinhífica bòsc o sèlva, puei influençat da l'occitan "vaudier" e dal piemontés "vauda", que índica una lueia elevaa e boscosa. La Comuna, qu'apareis per lo premier bòt enti documents oficials a la fin dal 1246, es dessot lo distrèct de Coni, e ental XIII sècle fai un jurament de fedeltat a lhi Angiò, pur restant encà en part, per de drechs feudals, sot l'Abà de Borg Sant Dalmàs. Embe lo declin di Angiò en Piemont, lo país passa ai marqués de Ceva e enfin ai Savòia.
L'economia de Vaudier es basaa sus l'agricultura e l'alevament e, sobretot dins l'istat, sal torisme.
Lo territòri comunal garda un patrimòni natural de grand prègi, que vai da la resèrva naturala especiala "Juniperus phoenicea", naissua a tutela d'un grand bòsc de genebre feniç, al Parc Natural de las Alps Marictimas (www.parks.it/parco.alpi.marittime) instituït ental 1995 da la Region Piemont, embe si vint-e-sieis mila ectars es un di territòris protejuts mai estenduts e interessants d'Itàlia. Pròpi dedins lo parc, a 1011 mètres d'autessa,ente se jonhon lo valon de la Merís (que monta fins ai pè dal Mont Mat, a 3.000 mètres) embe la valada dal Ges de la Valeta, se tròba la ruaa de Sant'Ana. Son vielh nom, encà reportat dins la toponomàstica estradala, es Blangier, mot d'origina occitana. En istat la ruaa es ben frequentaa coma basa per d'excurcions a l'intèrn dal parc. La poncha mai visibla da la ruaa es segurament l'Asta Sobirana, qu'embe si 2970 mètres fai da jòli fons al país.
Un pauc amont de Sant'Ana, a 1346 mètres, lhi a las Tèrmas de Vaudier, qu'esfruchon las aigas chaudas que gisclon da pè a la confluença dal Ges de la Valeta e lo riu dal Valasc.
Resíster, resíster, resíster...
«Quora se sem marriats sem anatz viure a Rocavion, dins n'apartament - còntia Liliana Gallo - mas avem resistut gaire, perqué "l'òme dal mont" sentia la vibracion dal neon dal vesin de sobre e arribava pas a pilhar sòn». Mauro Rabbia, òme de Liliana, escòuta embe aire perdua lhi recòrds d'aquel temp. Se son coneissuts a Vaudier, lo país de Mauro, ent l'istat dal 1982, quora la familha d'ilhe, originària de Canove di Govone, dins las Langas, era anaa passar las vacanças ailamont. L'encòntre es estat fatal e just un'an après an decidat de se marriar. Liliana fai la magistra a Robilant, Mauro lo gàrdia-parc. «Era ben clar que seriu ren arribat a viure dins un apartament ailen a Rocavion - ditz Mauro - aicí a Sant'Ana, finit lo trabalh, ai tantas causas da far: lo bòsc, l'òrt etc... Ailen riscavo de diventar un pantofolier. Es una question mentala. Anavo totjorn amont e aval. M'enaviso lhi rapòrt embe lhi visins: un jorn ero tornat dal parc e te-aquí me veo na vipra en veitura. Era montaa d'estremat. Com aquò ai dubèrt l'uis, l'ai facha calar e l'ai amaçaa a bastonaas. Lhi visins m'an gachat estaburnits, pensant a çò que lhi auriu portat lo bòt d'après!.»
Un jorn Mauro decid de tornar amont a Sant'Ana. Lo ditz a la frema e part. Entant era naissua una filheta, Nina, qu'encui a vint ans; Liliana, butaa derant an aquò, pilha fito una decision: «Lhi avia ren d'autre da far, perque ailaval Mauro polia pas istar, mas d'autre cant aviu paor per la mainaa de n'an, que auguesse degun da ariar. Mas puei en realitat, embe l'ajut di parents de mon òme e d'la gent dal pòst que nos coneissia es anat tot ben. M'enaviso encara Nina que se rabelava son gròs libre de fablas e s'lo fasia lèser da las velhetas dal país.» Ai tres ans de Nina, Liliana e Mauro la mandon a l'escòla mairala de Vaudier, per ren la far sentir soleta. E per tuchi aquilhi ans, fins a las mèdias, tuchi lhi matins lo bus s'arestava derant la maison. «La causa que m'estona - ditz Mauro - es de quantas amicícias Nina es arribaa a estrénher. De bòts que lhi a envida decò si amís a passar la fin de setmana a nòstra maison». Quora Nina a finits si estudis obligatòris, la familha se buta a l'entorn na taula per planificar son avenir: «Era lo 2000 - recòrda Liliana - e Nina era já pro granda per decidar se demorar aicí embe nos o se meirar aval. A decidat de restar aicí. E me chal dir que me l'atendiu, perque ilhe sa ben gestir lhi rapòrts embe la gent e lhi ancians dal país.» Donca la sia es estaa una libra chausia de demorar en montanha, ben saubent qu'era la soleta filha de Sant'Ana. Embe tot aquò que ne'n ven. «Quié sai çò que vòl dir una chausia coma aquela - enavisa Mauro - perque ai fach las mèdias e las superiors en collègi entre Demont e Coni. An aquel temp èrem 20 joves a Sant'Ana. Puei las fremas se son mariaas fòra d'aicí e lhi òmes son anats a trabalhar via. Sem demorats en dui. Perque, se mancon lhi servicis, la gent se desafecciona al pòst.» Mas Nina s'es pas pentia de sa decision, tant qu'encara encuei que frequenta lo cors de làurea ent la conservacion e restaure di bens culturals a l'Universitat de Turin, quora pòl ven amont.
«Quora siu arribaa - contínua Liliana - ai pas trobat lhi uis barrats enti miei confronts. Ero una maire jove, e puei ero decò la "magistra", parelh me siu súbit trobaa ben aicí. E bèla lo fach que la gent me parlesse en italian, bèla se après un pauc l'occitan lo compreniu ben, l'ai pilhat mai coma na forma de respèct que d'exclusion.» Encuei la "magistra" es talament intraa dins lo viure de la gent que comença decò ilhe a aver d'enuei de totas aquelas coas de vilejant que monton la diamenja. «Perque lhi a ren que paga de mai, après na jornaa de trabalh, que far da solets la valada en aquilhi sera d'uvèrn ente la luna esclarzís la neu.» E bèla se viure dins un país de montanha coma Sant'Ana de bòt fai mal far, Liliana s'es ren pentia de sa "chausia". Es devengua un ponch de riferiment per lo país, ensema a Nina, dins las animacions a la messa d'la diamenja. «L'istat aicí sem cubèrts dai "merenderos" - explica - e l'animacion dins la gleisa es naissua coma na forma d'aculhença catòlica: embe ma filha avem començat a adobrar lo power poit per far veire lhi chants. La causa a talament agradaa que aüra lo fasem decò l'uvèrn quora a messa sem 7 o 8 personas. Depend se Pierina, qu'a 80 ans, ven o pas.» Gavaa la messa, embe sa importanta foncion sociala, a Sant'Ana lhi a pas d'autra causa que juar a la belòta. «Butat que l'òste sie dubèrt - ditz Mauro - qu'es pas escontat, sovent fai mal far de trobar lhi autri tres.» Mauro parla embe na poncha d'amaressa. Coma qui, après 15 ans d'activitat política, derant coma conselhier a Vaudier, puei coma assessor en Comunitat de Montanha, ve pus ben d'esperanças per son país. «Lo malaür es que aicí sem demorats en 31 - explica - e masque una desena sot lhi 60 ans. E lo solet jove es ma filha. Chasque an ven totjorn mai dificile rivendicar nòstras exigenças, e sem darreire a anar vèrs l'extincion.» Anant parelh, lhi aurè nimanc pus la messa a Sant'Ana. L'ufici postal duèrb masque pus doas oras al jorn, e lhi a masque un comerci que demora tot l'an. Es estat dubèrt gràcias a l'intervent dal parc qu'a fitats per vint ans lhi locals restructurats e lhi a donats en gestion. «Viure a Sant ana - contínua Mauro - comença a me pesar. Siu estat administrator per 15 ans, ai juat totas las cartas qu'aviu en cerchant de far lo possible. Mas encuei, aquesta mancança d'estímols comença a me pesar. Pr'aquò quora arriba l'uvèrn Mauro comença a projectar si viatges fòra de l'Euròpa. «Una diferença impressionanta - còntia -. Partes d'aicí que vees deguna mainaa e arribes en de país coma la Cambògia o l'Àfrica ente n'a de milions, tuchi ensema. Es un autre mond.» E se la vita de Mauro, coma aquela de Nina, son totjorn liaas a lor país, mas decò embe l'exigença de conéisser de realitats diferentas, aquela de Liliana a pilhaa un autre vòut: «Siu vengua a istar aicí per mon òme, mas al començament per mi un pòst valia n'autre. Puei ai descubèrt qu'aicí lhi a un baron de bèlas causas. M'agrada lo rapòrt embe la gent dal país. E aüra per absurde, se un jorn ele decidesse de se meirar dins un autre pòst, seriu mi a voler restar»