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Avem fach un sumi

Da Guigo di Prali: Cristina e Willy

Da Guigo de Praal: Cristina e Willy

"Avem fach un sumi" inchiesta sul rinsediamento in montagna a cura di Maurizio Dematteis

Da Guigo di Prali: Cristina e Willy
italiano Borgata Ghigo di Prali: è il capoluogo del Comune di Prali, ultimo comune della Val Germanasca, situato a quota 1454 metri sul livello del mare in una splendida conca nella quale scorrono il fiume che dà il nome alla valle ed il torrente Envie. Centro turistico rinomato in inverno per le sue piste di sci alpino e per i suoi percorsi di sci nordico e in estate per le sue escursioni, le sue cime ed i suoi paesaggi incontaminati, lega la sua storia a quella della comunità di fede valdese. Presso il Sinodo di Prali infatti, insieme a quello di Chanforan (in Val Pellice), venne decisa l'adesione del valdismo alla Riforma protestante.
Molto importanti, per l'economia valligiana del secolo scorso, le sue miniere di talco. Attualmente divenute, grazie al Progetto Scopriminiera, un'attrazione turistica internazionale. All' interno della borgata di Ghigo, che con le località di Malzat, Prali Villa, Rodoretto e Lago Verde conta oggi 327 residenti, si trovano le principali attività commerciali come negozi, bar, ristoranti, pizzerie, alberghi, noleggio sci. Trasformatosi da villaggio rurale a centro turistico, ha saputo conservare nel corso degli anni, le caratteristiche tipiche dei paesi di alta montagna.
Si fa derivare il suo nome dal termine, in occitano alpino, "Prà". Indicando i numerosi prati da cui il paese è circondato.
Appesi alla seggiovia
«Per noi le olimpiadi invernali a Torino sono state una fortuna - spiega Cristina Richard - perché ci hanno permesso di rifare la seggiovia. Anche se da quando l'hanno riaperta sono due anni che nevica poco. L'inverno passato sono riusciti ad aprire solo dieci giorni a Pasqua. E questo sulle attività commerciali di Prali incide molto». Cristina è commerciante, vive e lavora nel centro del paese di Ghigo di Prali. Sposata con Willy, anche lui un Richard, cognome molto diffuso in Valle Germanasca, ha tre figli: Francesca di 16 anni che fa terza ragioneria, Fabio di 12 che fa seconda geometra e il piccolo Gabriele di 11, che fa la prima media. «Sono nata a Ghigo come i miei genitori e i miei nonni. Avevamo l'alimentari del paese, e una cugina di mio papà teneva tabacchi e giornali. Quando mi sono sposata o preso il negozio, e dato che la cugina è andata in pensione, e di alimentari in paese ce n'erano altri quattro, ho rilevato anche la sua licenza». Oggi il suo negozio ha due grosse vetrine, e vende dai prodotti alimentari, ai libri, passando per giornali e tabacchi. Il marito, falegname, ha il laboratorio nella borgata vicina di Villa. «I miei sono di Villa, ed io sono nato lì. Mio padre lavorava nella miniera Gianna (miniera di talco oggi chiusa, nda), e mia madre fa la casalinga e tiene un po' di terra. Io invece in miniera non sono mai andato, perché a 15 anni o cominciato a lavorare da falegname con mio cognato. Poi mi sono messo in proprio». La sua attività lo porta spesso a valle, a Torino o Milano, dove va a posare mobili, scale o serramenti in legno da lui realizzati. «In valle ormai lavoro più poco. Nuove costruzioni non se ne fanno e le ristrutturazioni sono rare. A Prali sono quasi tutte seconde case di persone che vengono su poche volte. Molti alloggi vengono aperti una o due volte all'anno. Anche se da qualche tempo c'è più movimento perché i figli di chi ha comprato vengono su con i bambini piccoli. La situazione negli ultimi anni sta migliorando ma molto lentamente».
Cristina finita la scuola dell'obbligo ha fatto due anni di specializzazione per segretaria d'azienda a Villar Perosa. «Ricordo che era molto scomodo, perché allora non c'erano ancora i pullman di linea. E quando andavo a scuola io il convitto delle suore al quale sono andate le mie sorelle maggiori era ormai chiuso. Dovevamo scendere alle sei e venti con gli operai della "Gianna" per poi attendere un'ora che iniziasse la scuola. E al ritorno arrivavamo il pomeriggio alle due passate, sempre con il pullman dei minatori. Non come adesso, che se mio figlio perde il pullman vado a prenderlo io». Ed effettivamente oggi è diverso: il pullman di linea collega prali al fondo valle, e ogni famiglia ha un automobile con cui spostarsi. «Anche se i disagi non mancano - aggiunge Willy - perché ad esempio per fare benzina dobbiamo scendere fino a Perosa. L'ultimo benzinaio di Prali ha chiuso 15 anni fa dopo che lo aveva coperto una slavina. E i due gestori, lei casalinga, lui minatore, non l'hanno più aperto. Perché gli rendeva troppo poco anche come secondo lavoro. Fatto sta che oggi noi dobbiamo fare 40 chilometri per andare a fare benzina!». E infatti il comune di Prali è oggi una cosiddetta "comunità fragile", che con i suoi 300 abitanti tra centro e borgate vede pian paino assottigliarsi il numero di servizi alla popolazione. « Ricordo che quando ho fatto le medie a Perrero - spiega Cristina - esistevano due sezioni con dodici bambini. Ora la classe di mio figlio, che fa prima media, è l'unica, pluriclasse con la seconda, ed ha appena cinque alunni. Sono 17 alunni in tutto l'istituto, che accoglie ragazzini da Perrero al ponte di Massello, da Salza a prali e tutte le borgate intorno. E speriamo che la scuola resista altrimenti dovremmo andare fino a Perosa». Le scuole elementari di Prali oggi hanno appena nove bambini. «Mentre quando sono andato a scuola io - dice Willy - (Willy è del 1964, nda) c'erano ancora anche le elementari di Villa. Che oggi è stata accorpata a quella di Ghigo. E arrivato alle medie di Perrero eravamo più di in 70». Cristina sottolinea che se dovesse chiudere l'elementare di Prali per una famiglia non ci sarebbero più le prerogative per poter vivere nel comune: «Perché non puoi svegliare un bambino piccolo alle sei di mattina per farlo partire alle 7 di qui in prima elementare». E già così le poche famiglie del comune della Val Germanasca hanno i loro problemi. Perché succede che il pullman che porta gli scolari delle medie inferiori a Perrero, arrivi circa tre quarti d'ora in anticipo per poter andare a prendere i bambini delle borgate intorno. E i poveri scolaretti devono attendere all'addiaccio l'apertura della scuola: «Quando andavo a scuola io - ricorda Willy - ci facevano entrare al caldo ad aspettare la campanella. Ma oggi non possono più farlo per problemi, dicono, di "responsabilità". Perché oggi si è un po' perso il buon senso, oramai si sentono tutti un po' fragili e se succede qualcosa scatta la denuncia». E per ovviare al problema del freddo nei mesi invernali, spiega Cristina, i genitori si sono auto tassati per: «Pagare una badante che si assuma la responsabilità di guardare i bambini all'interno della scuola fino al suono della campanella».
Il fatto di essere rimasti in pochi crea alle famiglie una serie di problemi. Che mette a dura prova chiunque decida di rimanere a vivere in paese. «Dovremmo andare avanti e invece andiamo indietro - spiega Willy -. In tutti i servizi, a partire dalle poste per arrivare al medico. Ad esempio mia moglie, che ha la tabaccheria, andava a prendere le sigarette a Pinerolo. Ora il magazzino è stato spostato a Saluzzo perché, dicono, hanno razionalizzato i distributori. Ma per noi è un disagio e un costo aggiuntivo. E chi ce li paga?». Per quanto riguarda medico e farmacista, esiste un servizio due volte la settimana: «Per il medico ci siamo organizzati con due buche delle lettere - dice Cristina -: in una mettiamo le richieste e nell'altra il medico ci mette le ricette. Ma per altri servizi è impossibile farlo. Come per l'F24 (modello di pagamento unificato per banca e poste con cui i commercianti solevano pagare alcune tasse, nda) che ora puoi versare solo più con Internet. Ma da noi la banda larga non arriva, e allora tutte le volte devo correre giù dal commercialista».
Willy pensando alla situazione del suo comune vuole però sottolineare una cosa: «E' innegabile che noi pralini abbiamo dei siagi. Ma abbiamo anche degli aiuti. Come il servizio di pullman che il Comune ci aiuta a mantenere o il contributo mensa per i nostri figli». E comunque, sottolinea Cristina: «Io non ho mai pensato di andare a vivere via da Prali. Qui ho la mia famiglia e tutto sommato vivo bene. Non mi vedo in un paese grande o in città. A Prali c'è la tranquillità e più controllo sociale. I miei bambini a quattro anni andavano in giro per il paese da soli. Certo oggi la ragazza di sedici anni ogni tanto vorrebbe rimanere giù con gli amici. Ma poi tutto sommato è contenta di tornare qui. E in futuro si vedrà. Sinceramente spero riescano a trovare un lavoro non come il mio. Io non lo cambierei ma per loro vorrei altro. Qui si tribola ogni anno di più». Perché come dice Willy: «Il vero problema di chi vuole vivere in montagna oggi è riuscire a campare. Che tu riesca a guadagnare o meno a fine mese ti chiedono dei soldi. E non sono contemplate stagioni più o meno produttive».

occitan Ruaa Guigo de Praal: Es la ruaa centrala de Praal, darriera Comuna de la Val Germanasca, a 1454 mètres, al metz d'una jòlia conca ente corre lo riu que dona lo nom a la valada e lo riu Envie.
Cèntre torístic ben renomat d'uvèrn per sas pistas d'esquí alpin e si percors d'esquí de fond, e d'istat per si païsatges, sas ponchas e sas jòlias promenadas, lo país lia son istòria an aquela de la comunitat valdesa. Es aquí, al Sinòde de Praal, ensema an aquel de Chanforan (en Val Pelis), que venet decitat l'adesion dal valdisme a la reforma protestanta.
Dins lo sècle passat fogueron emportantas per l'economia de la valada sas minas de talc que, fai pas gaire, gràcias a lo projècte "Scopriminiera", son devenguas un'atracion torística internacionala.
Dedins la ruaa, qu'ensema a Malzat, La Vila, Rodoret e Laus Vèrd encuei comta 327 residents, se tròbon la bòna part di comèrcis, d'òstes, de restaurants, d'auberges e de lueias ente afitar lhi esquí. Lo vilatge, bèla se enti darriers ans s'es transformat da un pichòt païset de montanha a un centre torístic, a sabut gardar son vielh morre.
Son nom ven da l'occitan "Prats", pròpi per lhi tanti prats qu'entornon lo país.
Penduts a la sejovia
«Per nosautri lhi juecs olímpics son estats na fortuna -explica Cristina Richard - perque avem polgut refar la sejovia. Bèla se da dui ans, da quora l'an mai dubèrta, la neva pas gaire. L'uvèrn passat a dubèrt masque dètz jorns a Pascas. E aquò per lo país es un marrit afar». Cristina es comercianta, viu e trabalha a Guigo de Praal. Ilhe e Willy, decò el un Richard, conhom ben difondut ente la valada, son marriats e an tres filhs: Francesca a 16 ans e es al tresèn an de rajoneria, Fabio, de 14, fai la seconda de mesuraors (geòmetras) e lo pichòt Gabriele, de 11, fai la premiera mèdia. «Siu naissua aicí, coma mi grands e decò mi vielhs. Avíem lo negòci dal país, e na cosina de mon paire avia lo tabac e lhi jornals. Quora me siu mariaa ai relevat lo negòci, e vist que la cosina es anaa en pension e d'alimentars n'avia autri quatre ental país, ai decò relevat sa licença». Encuei lo negòci a doas gròssa veirina e vend d'alimentars, de libres, de jornals e de tabac. L'òme de Cristina, que fai lo mèstre da bòsc, a lo laboratòri a La Vila. «Lhi miei son d'aquela ruaa, e iu siu naissut aquí. Mon paire trabalhava dins la mina "Granda" (mina de talc encuei serraa), ma maire fai la frema de casa e ten un pauc de tèrra. Iu en mina siu jamai anat, perque despuei qu'aviu 15 ans ai començat da mèstre da bòsc embe mon conhat. Puei me siu butat permon còmpte». Son trabalh lo mena sovent a val, a Turin o a Milan, ente vai a plaçar de mòbles, d'eschalas o de serraments en bòsc, tot fach da el. «Trabalho pas pus gaire en valada. De maisons nòvas s' ne'n fan pas, e de restructuracions pas gaire. A Praal lhi a esquasi tot de secondas maisons de gent que ven aquí de bòts que lhi a. La bòna part ven dubèrta un o dui bòts a l'an. Bèla se, despuei qualque temp, lhi a un pauc mai de moviment, perque lhi filhs de qui a chatat venon amont embe las mainaas. Plan planet la situacion es darreire a melhorar».
Cristina, finia l'escòla obligatòria, a fach dui ans de cors per segretària d'azienda a Peirosa. «M'enaviso qu'era descomòde, perque enlora lhi avia pas encara la corriera. E quora iu anavo a l'escòla lo collège des mónias ente son anas mas sòrres era de bèla avant serrat. Chalia calar a sieis oras e vint embe lhi obriers de la "Gianna", e puei aténder n'ora que taquesse l'escòla. A maison s'arribava a dui bòts passats, sempre embe la corriera di minaors. Pas coma aüra,, que se mon filh pèrd la corriera vau a lo quèrre». E en efècts encuei es diferent: la corriera arriba al país, e tot lo monde a una veitura. «Bèla se lhi problemas mancon pas - ditz Wily - perque, per ne'n dir una, per far benzina chal calar fins a Peirosa. Aicí lo darrier benzinier a serrat fai 15 ans, après qu'era estat soterrat da una chalancha. Puei lhi dui que lo tenion, ilhe na frema de casa, ele un minaor, l'an pas pus dubèrt. Perque bèla coma second trabalh rendia pas gaire. E fin finala nosautres encuei nos chal far 40 quilomètres per pilhar de benzina!» Encuei la comuna de Praal es una "comunitat fragila" que, embe si 300 abitants entre centre e ruaas, ve totjorn se baissar lo numre di servicis a la populacion. «M'enaviso que quora ai fach las mèdias a Perier - explica Cristina - lhi avia doas seccions de 12 filhets. Encuei la classa de mon filh, abarona la premiera e la seconda, e a masque cinc filhets. En tot l'institut n'a 17, qu'arribon da Perier fins al dal pònt de Massèl da Salsa e da Praal, embe totas las ruaas. E esperem que tene dur, se non chalerè anar fins aval a Peirosa». Encuei a l'escòla elementara de Praal lhi a masque nòu mainaas. «Dal temp que quora siu anat iu - ditz Willy (qu'es dal '64) - lhi avia encà l'escòla a La Vila. A Perier puei, eron mai de 70 mainaas». Cristina remarca que se l'escòla de Praal devesse barrar, per una familha lhi auria pas pus de sens a demorar aquí: «Perque pòs pas revelhar un mainat a sieis oras e lo far partir d'aicí a 7 oras en premiera elementara». E já parelh las gaires familhas d'aquesta Comuna de la Val Germanasca an lhi lors problemas. Perque arriba que la corriera que mena lhi escolans a Perier arribe tres quarts d'ora derant, per poler anar a pilhar lhi filhets dins las autras ruaas. E puei tot aquò, las pauras mainaas devon encà aténder aquí al freid que duèrbe l'escòla. «A mi temps - soven Willy - nos fasion intrar al chaud per aténder que sonesse la clòca. Mas encuei dison que lo pòlon pus far, per de problemas de "responsabilitat". S'es un pauc perdut lo bòn sens, la gent se sent en pericle e se càpita qualquaren arriba súbit na denóncia». Parelh d'uvèrn, per parar la freid a las mainaas, lhi parents se son auto-taxats: «Per pagar una badant que se prene la responsabilitat de gardar las mainaas fins al sòn de la clòca».
Èsser en gaires familhas al país fai mal far. «Deuríem anar anant e ensita anem arreire - explica Willy -. En tuchi lhi servicis, a començar dal metge a las pòstas. Per exemple ma frema, qu'a un tabaquin, anava a pilhar las cigaretas a Pineròl. Aüra lo magazin l'an meirat a Saluces perque, dison, an racionalizats lhi distributors. Mas per nosautri es una desgràcia. E qui nos paga lo de mai?» Regard al metge e a l'especiari, lhi a un servici dui bòts la setmanas: «Per lo metge nos sem organizats embe doas caissetas d'las letras - còntia Cristina -: dins una butem las demandas dins l'autra lo metge nos buta las recètas. Mas per d'autri servicis aquò pòs pas lo far. Coma per l'F24 (modèl de pagament unifiat per banca e pòstas qu'adobravon lhi comerciant per pagar cèrtas taxas), qu'encuei pòs masque pus versar embe internet. Mas da nosautri arriba pas, e tuchi lhi bòts devo córrer aval dal comercialista».
Willy, pensant a la situacion de son país, lhi ten totun a remarcar una causa: «Bò, es ver que aicí a Praal lhi a de mancanças; mas avem decò d'ajuts .Coma lo servici de la corriera que la Comuna nos ajua a menténer, o lo bòn per la mensa a nòstri filhs». «Totun - remarca Cristina - iu ai jamai pensat d'anar via dal país. Aicí ai la familha e a la fin s'ista ben. Me veo pas dins un gròs país o dins una vila. Aicí amont es tranquil. Mas mainaas a quatre ans anavon en vir solets per lo país. Es ver, de bòts ma filha de setze ans voleria demorar aval embe lhi amís, mas puei es contenta de tornar. Per l'avenir veiarèm. Sincerament espero que mi filhs tròben un'autre trabalh. Iu lo chambiariu pas, mas per lor vuelh qualquaren d'autre. Aicí chasque jorn se trebula de mai». Perque, coma ditz Willy: «Lo ver problema de qui encuei vòl viure en montanha es pròpi d'arribar a lhi viure. Que tu ganhes o pas, a la fin dal mes te demandon de sòuds. E beicon pas las bònas o las marrias sasons».