Una sera, pioveva forte, mia madre è partita da casa senza dire dove andava.
Io e mia sorella Maria, papà ci ha mandati a dormire. Il mattino presto, nostra madre è arrivata sorridente e ci ha detto che zia Lot aveva avuto una bella bambina, che avevano chiamato Neta. Quel nome mi è piaciuto.
Il giorno dopo, mia madre ci ha portato a vederla: era coricata in una piccola culla che aveva un cerchio; sopra era steso un fazzoletto a fiori, quel fazzoletto la proteggeva dalle mosche e dal chiarore del sole. Una cintura chiamata cunaoira a zig-zag la teneva ferma nella culla. Zia Lot ha alzato il fazzoletto, l'ho vista piccola piccola; apriva i suoi occhietti senza sapere dove guardasse, io gli ho parlato, lei non mi ha risposto.
Il giorno del battesimo, il padre della piccola a voluto che anche noi scolari accompagnassimo la “brassa”, due suoi cugini, io e mia sorella Maria vicino. La madrina portava la bambina; padre, padrino balia e noi bambini eravamo la squadra del battesimo. La Chiesa era lontana, la balia la guardava spesso perchè non si togliesse la cuffia: era tutta coperta da una coltre rosa. Siamo arrivati alla Chiesa e il prete, Don Marchis, le ha versato l'acqua benedetta sulla testa; lei si è messa a piangere: l'acqua fredda l'ha svegliata, ma si è presto acquietata.
Sono andato nel campanile, ho tirato il tirante della campana grossa, ho suonato assai a lungo per il battesimo; al nostro paese, per le bambine, si suonava poco, perchè la ragazza era denaro che se ne andava; per un ragazzo, denaro che veniva, si suonava assai a lungo.
Il padrino ci ha portati alla taverna di zio Toni di Seze, per festeggiare Neta. La balia le ha dato un chucchiaino di vino bianco dolce, lei lo ha ben succhiato e i grandi dicevano: “Le piace il vino, verrà grande, forte e bella!”. Il padrino l'ha portata dalla madre, che subito l'ha allattata. Tutti insieme abbiamo fatto una bella festa di battesimo, contenti per il fatto che zia Lot avesse partorito una così bella bambina e ci avesse procurato una così bella giornata di festa e d'allegria. Sono passati quasi sessant'anni, quel giorno non l'ho mai dimenticato.
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