escharontar / charontar [s’e:ʧarunto: ; s’iʧaṙuntā; ʧaruntar ] it. dondolare; fr, balancer
(es)charontòira [ (e:)ʧarutoyro]; escharontaor [eicharountoou]; escharontaüra [ichaṙuntèüṙä ]; charonta; it. altalena; fr escarpolette
Nell’alta valle del Chisone e nella vicina val Germanasca è presente il verbo e:ʧarunto: e la forma riflessiva s’ e:ʧarunto: che significa semplicemente “dondolare/-si; questo verbo è associato alla parola e:charuntoyro “ altalena”.
Nel mio villaggio, ( Gleisolle di Villaretto-Roure ), l’e:ʧaruntoyro è costituita da una semplice sbarra di legno, non troppo lunga, mezzo metro circa, legata al centro con una corda che a sua volta è legata ad un grosso ramo d’albero. Siamo ben lontani dalle altalene che vediamo nei giardinetti per bambini di oggi. In val Germanasca ( Pons/ Genre) significa inoltre “ scivolare per diletto sulla slitta o sugli sci”. In val Chisone per lo stesso significato viene utilizzato il verbo s’e:karüso: present e pure in val Germanasca.
L’e:ʧaruntoyro in val Germanasca è denominata eicharountoou [ejʧaruntow]. Per l’alta val Doeira, Ròchasmòlas [ arśamuṙa], il vocabolario di Masset riporta la forma charountâ [ śarunta:] v. intr. e riflessivo “ dondolare, dondolarsi”.Per Salbertrand ( Baccon 1987), il vocabolario di Clelia Baccon reporta una forma più vicina a quella della val Chisone: ichaṙuntèüṙä “altalena” e s’ichaṙuntā “ andare in altalena”
Pure in val Varaita a Bellino ( Bernard 1966) il verbo è conosciuto ; charountar “dondolare : <se charountar> = dondolarsi, specie con l'altalena “; charountoiro altalena, dondolo”. Anche nel vicino Queyras (Mathieu 2014), abbiamo charountar balancer sur une planche qui bascule”. Vi è pure charountou “zoticone, tipo bizzarro”.
Anche nel villaggio più vicino, ma in val Maira, a l’Elva è presente il verbo charountar “fare dormiveglia mentre si lavora o si prega o si è seduti a tavola”; questo verbo ha un po' il senso di cullare, oscillare, muovere la testa. Sempre all’Elva vi è la parola charòntou [ʧarontu] “ dondolo che viene fissato al soffitto per cullare un bambino”. Sempre in questa valle , ad Albaretto Macra (M. Allocco 1950) charountar /-se“ dondolare/-si” e charounto “ altalena”.
charountar /-se“ dondolare/-si”, ritorna in val Stura, ad Aisone, dove vi è pure una forma frequentativa charountoulear, a Vinadio ove abbiamo pure charounto “ altalena” (A. Celauro); charountar anche a Ponte Bernard (S. Martini 1949).
Mistral non presenta questo verbo mentre, invece, è presente nel vocabolario di Moutier charrountà “ trimbaler, charrier, transporter d’ici et de là et avec bruit”: Abbiamo pure una serie di deverbali come charrountage “ trimbalage, action de charrier”, charrountaire “ celui qui trimbale”, charrountamen “trimbalement” e charrountarió “ habitude de trimbaler, de charrier”.
Anche il dizionario della parlata di Lallé ha charrountar, charrountiar “ porter de côté et d’autre”
Nella valle dell’Ubaye (Arnaud, Morin 1920-1973) abbiamo charountàr “ charier de côté et d’autre “ > “ caricare da una parte all’altra”. Questo vocabolario a questa voce, fa riferimento al verbo carountegear preceduto da una H (Honnorat).
Simon Jude Honnorat pubblicò molto tempo prima di Mistral un Dictionnaire Provençal-Français ou Dictionnaire de la Langue d’Oc (1846) e Mistral lo utilizzò ampiamente. Qui abbiamo charrountar e charrountiar” porter d’un côté et d’autre”, carrountegear “ charrier de côté et d’autre, changer souvent ses effets de place “, carrountegeaire “ celui qui change souvent de logement , de domicile”. e conois tamben la forma riflechiá charrountar se ”, con lo stesso senso delle nostre forme alpine: fr. “ se balancer à l’escarpolette “, it. “altalenarsi”.
Tutte queste forme hanno sempre il senso del movimento, dell’andare e venire e la base di questo gruppo semantico mi pare debba risalire al latino carrus a sua volta proveniente dal gallico carros.
Come possiamo vedere questi verbi e i loro deverbali hanno una diffusione tra le due parti delle Alpi occitane ma non sono presenti nelle basse valli dove abbiamo solamente forme legate al senso primario di carro “ car “( kar/ kèr), carreton, carós ecc.
In val Pellice questo gruppo semantico sembra sconosciuto:a Bobbio Pellice (1) vi è byutuyra “ altalena” e il verbo byu:ta:/ se “dondolarsi” forme pure riportate nel Dizzionario(2009). Questa valle sembra tributaria della forma piemontese bauti “ altalena” e bautié, bautiesse “altalenare, dondolarsi” (Ponza 1859-1982). Pure in val Varaita a Sampeyre (Rabo 1982) sono state registrate le voci sbuntieuro e lu bauti; bawti e bawtyase a Oncino, in val Pò (2).
Al Vernante ( Jourdan 2010) abbiamo biraut “altalena” e birautà-se “ dondolarsi “; un po' più a valle, a Robilante e a Roccavione (AA.VV 2005) biraouti e biraoutâ-se“ dondolarsi “. A Rittana, in val Stura ( W. Cesana 2012 ) baouti
Il vocabolario Lou Reiremerque de D. Anghilante(2013) redazzionato collettando voci raccolte da diversei dizionari e non solo, propone esveloiro/ charountoou per “altalena” e bountiâ per “altalenare“; esveloiro con il verbo esvelasse “ dondolarsi sull’altalena” provengono dall’Elva; charountoou e bountiâ dal glossario (3) in base alle opere di Barbo Tòni Baudrier. La prima pare in parte a quella della val Germanasca , in parte a quella di Bellino. Barbo Tòni ci ha dato qui una specie di neologismo che la fantasia etimologica del grande poeta faceva risalire a Caronte, traghettatore sul fiume Stige.
Il REP deriva le voci bautié/ biauté/ biaucé “ dondolare sull’altalena o nella culla; traballare, vacillare, barcollare ecc” dal latino * BALTĀRE “ scuotere”.
Tutto ciò ci fa vedere come il territorio occitano sia influenzato in parte, in questo caso, da forme piemontesi che hanno risalito le valli, spesso creando delle forme autonome.
Franco Bronzat
Bibliografia
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1 Enformator C. Mondon 1965
2 Enformator Rosina Peyretti
3Antonio Bodrero [ Barbo Toni Boudrìe] Opera Poetica Occitana ( A cura di Diego Anghilante) 2011.
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